Gangs Of London 1×06 – Episode 6TEMPO DI LETTURA 4 min

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“Keep doing what it takes!”

 

Superato il quinto episodio, Gangs Of London si ritrova a dover fare una vera e propria transazione narrativa accompagnando lo spettatore in una realtà ancora più complicata di quanto in precedenza mostrato. Il finale del quarto episodio rappresenta sotto tutti i punti di vista il primo campanello di allarme.
L’intricata battaglia tra bande è chiaramente ancora al centro della storia, tuttavia si è decisamente accentuata la portata della violenza. Sia ben chiaro, qui si sta facendo un discorso generale rivolto all’intero arco della puntata, non ai singoli casi: lo scontro con il macellaio durante il primo episodio oppure l’agguato a Sean sono chiaramente dei punti molto alti di questa violenza, ma che hanno alzato semplicemente la media di un episodio altrimenti privato di questa connotazione sanguinolenta.
Questo quinto episodio, complice forse anche la fase di tortura nei confronti della cameriera attentatrice, mantiene questa narrazione condita di sangue quasi fosse il proprio leit motiv, senza allontanarcisi troppo e consolidandola minuto dopo minuto.
I Wallace si nascondono in una nuova casa, momentaneamente vuota, e tra una foto e l’altra di una famiglia sorridente la regia inizia a far intravedere allo spettatore qualche lembo di plastica (i teli che si utilizzano se si ritinteggia casa). La camera sembra fossilizzarsi sull’evidente contesto lentamente disumanizzato dai Wallace: una casa di famiglia in cui fino a poco prima aleggiavano risate ora si ritrova letteralmente ricoperta di plastica per non lasciare alcuna traccia delle disumanità che Marian sta portando avanti sulla sfortunata cameriera. Ad amplificare questa lontananza tra contesto e narrazione ci si mette anche il sottofondo musicale (Only You dei The Platters), talmente dolce da rendere il tutto ancora più surreale di quanto già non sia.
Un surrealismo che diventa però tangibile realtà quando Alex, entrando nella stanza del seminterrato, intravede Sean intento a torturare la donna: il ragazzo inorridisce e fatica a ritrovare negli occhi di Sean quelli dell’amico con il quale era solito scherzare fino a poco prima, prima che uno sciagurato ragazzino gallese venisse incastrato per assassinare Finn Wallace. Alex fugge e, forse proprio in questo momento si può intravedere il momento di rottura tra Dumani e Wallace, decide di non informare Sean di nessuna delle informazioni di cui aveva da poco avuto notizia da Ed che, invece, teneva segretamente custodite da diverse settimane.
Sean ed Elliot fanno luce anche sul “mistero” del commando che ha tentato di eliminare il neo-capofamiglia di casa Wallace (ma che invece è riuscito a sterminare l’intera famiglia di Kinney): si tratta di ex truppe delle forze speciali danesi assoldate da non si sa ancora chi. O almeno queste sono le informazioni raccolte da Sean.
Allo spettatore vengono concesse maggiori informazioni: il mandante dei danesi sembrerebbe essere Jevan Kapadia, ma quando Ed (che aveva intuito il suo collegamento) si presenta a casa sua per eliminarlo definitivamente questi si difende con un eloquente “this doesn’t end by killing me”. Jevan è quindi il semplice braccio esecutore per il volere di altri? Questi altri sono identificabili, semplicemente, nel gruppo di investitori dietro al gruppo Wallace oppure le ingerenze arrivano da ben altri individui, magari non ancora apparsi in scena? Le domande relativamente alla colpevolezza (ossia chi ha dato inizio a questo domino senza fine) sono, giustamente, ancora senza risposta ma rappresentano terreno fertile per navigare con la fantasia e gettare supposizioni. Soprattutto considerando anche il finale di puntata quando viene sottratto del denaro ai Wallace (destinato a Luan) e quindi agitando ulteriormente le acque.
Chi avrebbe piacere nel vedere Londra disintegrata da una vera e propria guerra tra bande? La risposta più ovvia è chi ha più da guadagnare che da perdere. Si tratta quindi di un sovvertimento dell’ordine prestabilito?
Elliot, da co-protagonista quale era, sembra venir messo in disparte preferendolo all’interno di una sottotrama romantica (il suo avvicinamento a Shannon potrebbe anche avere anche risvolti “politici” da non sottovalutare) piuttosto che nella vera e propria azione a cui fino a questo momento ci aveva abituato.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ancora dubbi, ancora incertezze, ancora domande
  • Alex e Sean
  • Sean e Marian
  • Impossibile fare affidamento su Bily
  • La fase della tortura
  • Elliot-Shannon
  • Pochi sviluppi: la scoperta dei danesi non aggiunge nulla alla storia di per sé; così come la scomparsa dei soldi sul finire di puntata
  • Impossibile fare affidamento su Billy

 

Chi vorrebbe mai la fine del dominio dei Wallace a Londra?

 

Episode 5 1×05 ND milioni – ND rating
Episode 6 1×06 ND milioni – ND rating

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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