Pur mantenendo la stessa regista di “Deepfake“, bisogna ammettere che “Built For Pleasure” si discosta parecchio dalla modalità POV vista spesso e volentieri in Generation. Catalina Aguilar Mastretta adotta infatti un registro diverso per presentare un episodio che, tutto sommato, non si distanzia molto dai precedenti a livello di trama ma viene proposto in maniera completamente diversa. Si potrebbe dire in maniere “normale” o “canonica”, visto che dopo una prima metà ambientata nella macchina di Chester, il focus si alterna tra i vari tre character predestinati in questi primi due episodi.
Non si sta parlando dell’invenzione dell’acqua calda ma fa comunque piacere constatare come lo show, vuoi nella regia, vuoi nella sceneggiatura, cerchi di proporre costantemente qualcosa di diverso e che magari possa accomunare le diverse storyline. Tipo le “second chances“.
Riley: “We’re trying to get you a love life.”
Chester: “I am Team Second Chance. Greta, where do you fall on second chances?”
Greta: “Uh, yeah. Totally. Second chance it.”
DALLA MACCHINA…
L’impostazione di questo episodio è piuttosto binaria essendoci una chiara prima parte ambientata in un brevissimo “road trip” ed una seconda parte molto più “normale” che vede la telecamera saltare da una storyline all’altra. Se si vuole cercare di capire il modus operandi dello sceneggiatore, si può intravvedere un certo lavoro di fondo estremamente preparatorio e funzionale alla seconda parte dell’episodio.
Tutto il viaggio in macchina, fatto di frecciatine e situazioni forzate (vedasi sguardi, mani che quasi si sfiorano, ecc.), è un perfetto preludio volto a presentare un argomento in particolare: le seconde possibilità. Seconde possibilità che dal punto di vista sceneggiativo sembrano voler essere concesse a tutti, mentre dal punto di visto sentimentale, meno che a Riley e a Nathan. È quindi un tentativo di creare un terreno comune dove condividere un’esperienza ma è anche realistico perché non forza tutti i personaggi a vivere lo stesso e, anzi, si rivela poi non essere affatto così per tutti (vedasi Riley e Greta).
… AL SUPERMERCATO
Come si diceva sopra, la suddivisione piuttosto netta dell’episodio porta a due modi diversi di girare la puntata e anche a due risultati piuttosto diversi. La prima metà si rivela infatti più intrigante, vuoi perché alternativa, vuoi perché più piacevole e divertente, mentre, con la suddivisione delle varie trame, la seconda metà è totalmente dipendente dai suoi protagonisti.
Ecco quindi emergere una certa forzatura nella storyline di Greta, praticamente stalkerata da Lucia (un nuovo amore spuntato fuori dal nulla ma che sembra sapere tutto di Greta) e “casualmente” comparsa proprio quando si parlava di seconde possibilità; si prosegue con Delilah e la stranissima situazione familiare, a cui si somma un appuntamento con tanto di fratellino minore al seguito; si conclude con Chester e la lettura di romanzi erotici tra il supermercato e la macchina. Tutto un po’ troppo forzato e un po’ troppo casuale per risultare veramente puro agli occhi dello spettatore smaliziato a cui punta Generation.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Generation continua a lavorare sulle tre storyline che sembra aver identificato come “principali” per questa seconda parte di stagione: Chester, Greta e Delilah. Rimangono fuori dal raggio d’azione i vari Nathan, Riley, Naomi, Sam e Arianna. Un peccato visto quanto variegato sia il cast e quante opportunità ci siano, mentre l’attenzione in queste prime due puntate sembra essere puntata sempre e solo sugli stessi personaggi.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.