Generazione 56k continua nella sua trama orizzontale, ma senza disdegnare il gusto per una certa verticalità di fondo. La quale si esplica nel concentrare il proprio minutaggio nell’approfondire uno o più personaggi di contorno pur rimanendo concentrati nella storyline principale.
In “Ricerca E Sviluppo”, per esempio, i protagonisti sono proprio i personaggi che fanno da “contorno” alla storia d’amore (o quasi) di Daniel e Matilde. E tuttavia, i temi principali dello show rimangono sempre gli stessi, qui sviscerati ulteriormente in un’ottica interessante.
DIGITALE VS MANUALITÀ
Cristina: “Comunque ‘ste coppie di ‘ste serie moderne tutte uguali, prima litigano, poi si lasciano, poi si mettono sempre insieme.”
Sandro: “Si vede che sono finte!”
Dopo aver analizzato il background di Daniel e Matilde, infatti, protagonisti assoluti dell’episodio sono “gli amici di” ovvero Sandro e Lu, interpretati dai due membri effettivi del collettivo The Jackal, Fabio Balsamo e Gianluca Colucci.
Essendo questi co-autori dello show, oltre che interpreti, i dialoghi e le situazioni che li vedono come protagonisti sono ovviamente quelli più densi di significato.
Attraverso questi personaggi, infatti, vengono messi in luce i problemi della quotidianità dei trentenni di oggi, che sono il vero leitmotiv della serie. In particolare il “dark side” dei nuovi lavori digitali (molto spesso luogo di arrivismi e sfruttamento più che di reale innovazione) e le difficoltà legate al sesso e al voler fare figli o meno, in un mondo in cui riuscire a mantenere una relazione (o crearsela, nel caso di Lu), è un’impresa sempre più ardua.
Il tutto diventa ancora più incisivo se messo a paragone con i flashback del passato (in un mondo che, in buona parte, è ancora pre-digitale) e la messa a confronto con personaggi non capiscono molto di tecnologia, ma sono molto ferrati nelle relazioni e nei sentimenti. Una visione forse un po’ “boomeristica” della vita (e parecchio retorica) che però qui viene sviscerata senza troppa pesantezza o pedanteria.
IL SIGNOR WOLF BRUNO
Uno di questi personaggi “non nativi digitali” è senz’altro il “signor Bruno”, ovvero il padre di Daniel (Biagio Forestieri). Sebbene il character in questione rappresenti un po’ un cliché, non si può dire che non susciti almeno un po’ di simpatia.
Bruno è infatti l’emblema del padre di famiglia degli anni ’90, un periodo di grandi cambiamenti per quanto riguarda la figura genitoriale e i rapporti con i figli. La generazione “sessantottina”, infatti, più che quelle precedenti cerca maggiormente un dialogo con questi, molto spesso scivolando nella disastrosa figura del “genitore-amico” (di cui peraltro molta fiction, soprattutto americana, ha attinto a piene mani).
Tutto questo però mantenendo certi atteggiamenti da genitori tradizionali, con tanto di valori paternalistici fra cui il disprezzo verso tutto ciò che è “modernità” e “tecnologia”. Il “signor Bruno” rappresenta, in maniera bonaria e simpatica, tutto questo, risultando comunque uno dei personaggi migliori dello show, in quanto non nasconde i suoi difetti ma fa di tutto per aiutare suo figlio e i suoi amici. Molto bello, fra l’altro, il rapporto che si crea fra questo e Lu (meravigliosa l’interpretazione del giovane Gennaro Filippone nei panni di Lu bambino), di fatto una specie di “secondo figlio” per Bruno.
PLOT TWIST CON I FIOCCHI
Il passato e il presente dunque s’intrecciano portando alla luce questi aspetti “schizofrenici” dei trentenni di oggi. Una generazione divisa fra la nostalgia verso l’idilliaco (ma solo perché legato all’infanzia) mondo “pre-digitale” e il tecnologgico mondo odierno, in cui prevale l’ansia per il futuro.
In tutto questo il plot twist finale ha il merito di ridestare l’attenzione dello spettatore, facendo risaltare la puntata. Che si smarca così dall’essere un semplice “episodio di raccordo”, ma piuttosto una puntata riuscita in entrambe le sue linee narrative, verticale ed orizzontale.
Non rimane dunque che vedere come queste si evolveranno nei prossimi episodi.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Continua l’approfondimento dell’universo e dei personaggi di Generazione 56k, con una puntata che si concentra sui cosiddetti “character secondari”. I quali però, non sono certo da meno rispetto a quelli principali come qualità di scrittura.
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!