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Generazione 56k 1×01 – L’AppuntamentoTEMPO DI LETTURA 3 min

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Generazione 56k 1x01 recensione pilotC’era curiosità per la nuova serie Netflix figlia della collaborazione tra la major di Sarandos e il famoso gruppo comico The Jackal. I comici partenopei hanno sempre mantenuto un buon livello di qualità all’interno dei loro video, pieni di citazioni e confezionati come prodotti per il grande schermo. E, in effetti, per il grande schermo ci sono anche passati, con il loro unico lungometraggio AFMV – Addio Fottuti Musi Verdi, in una parentesi forse non troppo fortunata e finora unica eccezione.
Gli anni ’90 sono i veri protagonisti della serie, tra canzoni culto e VHS. Una decade spesso e volentieri oggetto di culto nei video degli “sciacalli”, diretti anch’essi dal regista della serie Francesco Ebbasta. Effettuando un’analisi più accurata, sembra ormai finito il tempo del revival degli anni ’80; Generazione 56k entra dritto a gamba tesa sull’onda nostalgica sempre crescente verso l’età che ha visto, tra le tante, la nascita di internet.

APP PER NON SC***RE


Il pilot si apre con la più grande differenza tra gli anni recenti e i nostalgici anni ’90: le app di incontri. Con l’avvento delle innumerevoli app per incontrare l’anima gemella è diventato fin troppo “facile” conoscere persone nuove e lanciarsi in rapporti occasionali, a tal punto da far sorgere il problema opposto: come scappare prima che le cose diventino troppo serie? Servono ovviamente a questo gli amici, sempre pronti a “morire” in caso di necessità.
Daniel, interpretato dall’esordiente Angelo Spagnoletti, è un giovane procidano intorno ai 30. Prova ogni sera a conoscere la donna della sua vita attraverso siti d’incontri ed è supportato dai suoi storici amici. Lu (Gianluca Fru), il nerd del gruppo che vive appoggiandosi un po’ da Daniel e un po’ da Sandro (Fabio Balsamo). Sandro è il terzo moschettiere, l’unico ad avere una compagna, con cui sta anche cercando di avere un bambino.

Daniel:E che è internet?
Bruno:È una cosa che serve per cercare le cose. Non lo devi tocca’.

LA VIDEOCASSETTA


La trama, che ruota attorno agli appuntamenti di Daniel, si intreccia con un salto nel passato attraverso le peripezie dei tre protagonisti da bambini nella Procida del 1998. In particolare, i tre amici cercano di duplicare una videocassetta porno per affittarla e guadagnare i soldi necessari ad acquistare il desiderio più recondito di ogni ragazzino: la PlayStation.
L’intreccio è di per sé ben costruito e simpatico, anche se un po’ telefonato. Tuttavia è funzionale, in quanto caratterizza i tre protagonisti ancor meglio di quanto non lo siano da adulti e presenta soprattutto i personaggi di Ines e Matilda.
La recitazione dei bambini a tratti risulta, come prevedibile, abbastanza scolare. Tuttavia questo non inficia su un ritmo ben sostenuto e delle scenografie che trasmettono l’idea del rétro isolano, quindi ancor più pittoresco e caratteristico. I tre protagonisti sono legati da una buona chimica, ma a sorprendere sono soprattutto le interpretazioni di due personaggi in particolare. Angelo Spagnoletti e la misteriosa Cristina Cappelli (il cui personaggio sicuramente non si chiama Magda) funzionano molto bene sullo schermo e il loro flirt di una sera trasporta lo spettatore in una deliziosa love-story moderna.

IL KARAOKE


L’appuntamento di Daniel e la misteriosa ragazza (Ines? Matilda?) non è certo un appuntamento da film. Si apprezza infatti l’originalità messa in scena nel rappresentare tutti i veri tarli che si innescano nei single di oggi quando si approcciano ad una nuova conoscenza. Il concetto dell’amico morto che ti salva dal rapporto sessuale è abbastanza divertente, mentre anche la breve durata non permette allo spettatore di annoiarsi mai. L’episodio è ben montato e raggiunge il suo culmine nella scena del karaoke, in cui ovviamente tutti stonano senza rendersene mai conto.
In sostanza, “L’Appuntamento” è un ottimo pilot in quanto riesce nel suo scopo: invogliare lo spettatore a continuare la visione.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Gli anni ’90 sono i nuovi anni ’80
  • Il karaoke stonato
  • L’equivoco della videocassetta porno
  • Lo scambio di persona
  • Buona regia, così come tutti gli altri comparti tecnici
  • Lu e Sandro un po’ macchiette
  • La recitazione dei bambini

 

Un inizio incoraggiante per Generazione 56k. Alle piccole pecche si contrappongono sensazioni piacevoli che, con la spinta della nostalgia, lasciano un bel segno nel cuore dello spettatore, oltre a qualche risata.

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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