Dopo un’ottima prima stagione, Godfather Of Harlem torna con il suo cast stellato a raccontare la guerra per il dominio criminale su Harlem negli anni ’60. L’affiatato duo Brancato/Eckstein decide di traslare il setting di un anno in avanti, trasportando i protagonisti in un 1964 che si preannuncia succoso di avvenimenti. Se questa scelta dovesse rivelarsi un’abitudine, di stagione in stagione, si potrebbero narrare molte pagine di storia afroamericana negli anni più controversi.
Il titolo della première di questa seconda stagione, “The French Connection”, è un chiaro rimando alla celeberrima pietra miliare del cinema statunitense di William Friedkin, Il Braccio Violento della Legge, il cui titolo originale era appunto The French Connection. Ritornano tutti i protagonisti sopravvissuti della prima stagione, e sono visibili i segni del tempo intercorso da “Chickens Come Home To Roost”. È un nuovo inizio per Bumpy Johnson, così come per Malcolm X, e le aspettative sono altissime.
SALTO IN AVANTI: 1964
Dopo gli avvenimenti della prima stagione del 1963, “The French Connection” parte col piede giusto catapultando lo spettatore nel ’64. Bumpy viene presentato con una vistosissima barba e senza i suoi capelli corti, un nuovo look simbolo della nuova vita da fuggitivo. Il padrino di Harlem e i suoi uomini sono costantemente pedinati e spiati dalla famiglia Genovese, oramai in guerra aperta con il clan di Johnson. Elise, ancora traumatizzata dall’omicidio del finale di stagione, si prende quotidianamente cura del padre, rimanendo l’unico collegamento con la NOI.
Alla Nation of Islam, infatti, la situazione non è migliore. Malcolm riesce finalmente a ritagliarsi del tempo per stare con la sua famiglia. Il suo allontanamento dall’organizzazione islamica non è ancora definitivo e ci sarebbe uno spiraglio per un riavvicinamento delle parti. L’intercettazione degli uomini del Primo Ministro Elijah Muhammad, invidiosi della posizione precedentemente occupata da Malcolm, determinerà la spaccatura finale.
La giovane Stella, invece, è in depressione totale dopo la morte del suo amato Teddy. Chin usa, per l’ennesima volta, il giovane Ernie Nunzi, per fare compagnia alla triste figlia. La sensazione è che l’uscita di scena di Teddy Greene sia una boccata di aria fresca per una sottotrama che veniva soffocata da un personaggio troppo esterno dalla vicenda.
Bumpy: “So what’s it gonna be, gentlemen? Five hundred kilos of heroin, or one more dead nigger in Harlem?”
GUERRA APERTA
Coloro che lamentavano l’assenza di guerriglia urbana tra clan diversi nella prima stagione saranno senza dubbio soddisfatti. Sin dalla scena iniziale dell’inseguimento in auto, la regia regala alti momenti di puro action. Pare che la produzione, di casa Epix, abbia innalzato ancor di più il livello qualitativo, osando di più senza tenere il freno a mano tirato nella scrittura. La guerra tra strade c’è ed è tangibile. La scena dell’assalto in casa durante la telefonata è il simbolo di questo cambio di rotta. I sicari si spiano e si osservano dall’alto dei tetti dei palazzi, e qualche volta sono anche fin troppo ingenui.
La guerra è anche quella psicologica e ben più subdola, che si combatte tra gli adepti della NOI per eliminare dai radar il povero Malcolm X. L’attivista musulmano è combattuto tra l’essere un padre giusto, e quindi denunciare Elijah Muhammad che si approfitta di minorenni, o l’essere un buon militante della Nazione dell’Islam, e quindi sostenere il suo Primo Ministro dagli attacchi della stampa scandalistica. La regia di Joe Chappelle suggerisce che al di là della scelta intrapresa, ormai Malcolm sia da considerarsi un nemico dell’organizzazione.
FAMIGLIA RIUNITA
Godfather Of Harlem, come detto più volte nelle recensioni della prima stagione, è anche una storia di famiglie. Gli aspetti delle vite personali dei protagonisti invadono ampiamente le attività criminose. Ne è un chiaro esempio l’agguato subito da Bumpy, che assume dei connotati più drammatici grazie al telefono appeso. Il personaggio di Whitaker sul finale si riunisce subito con Mayme e Margaret, in quanto è chiaro l’intento degli autori di narrare il personaggio di Ellsworth Johnson soprattutto in funzione dei suoi affetti familiari.
C’è, inoltre, molta attenzione dedicata anche alle famiglie di Chin e, per la prima volta, Malcolm. In casa Gigante tutto orbita intorno alla giovane Stella, che dovrà fare i conti con una vita senza Teddy, e chissà che un nuovo amore non sia proprio il giovane Ernie, personaggio diverso da quello introdotto nel pilot. Menzione speciale per Giancarlo Esposito, che nonostante un minutaggio risicatissimo, riesce comunque a imporsi rubando la scena a tutti.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Godfather Of Harlem non delude le aspettative e regala una première ancor superiore rispetto alla prima, riuscitissima, stagione. E se il buongiorno si vede dal mattino…
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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.