La scrittura di Godfather Of Harlem, che avanza di un anno per ogni stagione, racconta l’epopea della lotta per i diritti civili intersecata con la malavita di New York. Gli autori Paul Eckstein e Chris Brancato non si fanno scappare nulla, cercando di inserire nell’arco di dieci episodi tutti gli eventi significativi avvenuti nel 1964.
In “It’s a Small World After All” c’è la famosissima Fiera Mondiale di New York. La fiera svolge un ruolo centrale nell’episodio, come ambientazione principale per un evento cruciale come il confronto finale tra Bumpy e Chin.
Il titolo omaggia anche la famosa attrazione “It’s a Small World“, presentata da Walt Disney come simbolo di inclusività ed uguaglianza e poi inserita come marchio di fabbrica nei famosi parchi a tema Disneyland. Fa la sua prima apparizione anche il neo-presidente Lyndon B. Johnson, interpretato da Ralph Brown. Johnson fu eletto dopo la morte di JFK avvenuta in “Chickens Come Home To Roost“. Uno sguardo nuovo alla scena politica dell’epoca, impreziosita dalla presenza del senatore John McClellan.
UN FRAGILE SODALIZIO
Il rapporto di Bumpy e Chin in “The Geechee” era giunto al massimo storico. Mai i due boss erano stati così in sintonia, accantonando vecchie ruggini per far fruttare i propri affari. In “It’s A Small World After All” questo rapporto basato sul velluto si rompe, grazie ad una fragilità derivata dalla scarsa considerazione sociale che detenevano i neri all’epoca.
Il protagonista è stavolta un personaggio secondario che ha sempre fatto il suo come spalla del padrino di Harlem: Del Chance. Il personaggio interpretato da Erik LaRay Harvey (Boardwalk Empire, Luke Cage) assume un ruolo centrale, insieme alla sua love-story con la new entry Renee (Prema Cruz). Del, per difendere la sua amata in preda ad un gangster italiano razzista e ubriaco, lo spara. Questo crea ovviamente un precedente dato che l’uccisione è avvenuta tra due clan attualmente in pace tra loro. Bumpy si trova a scegliere tra la vita di quel che è sempre stato il suo migliore amico o preservare gli affari con Chin. A pagare il prezzo con la propria pelle è la povera Renee, che in un solo episodio era riuscita a ritagliarsi un bel ruolo nello show.
IL PECCATO DEL RICATTO
Il grande piano del senatore Powell aiutato dall’affascinante Mayme Johnson trova un ostacolo sul percorso. Nonostante l’appoggio, dichiarato anche pubblicamente alla fiera da parte del presidente Johnson, c’è bisogno di convincere un senatore dell’Arkansas che sta facendo del becero ostruzionismo. Il senatore in questione è John McClellan, un personaggio razzista, gretto e con un grosso punto debole: le donne.
Il personaggio di Giancarlo Esposito fiuta subito la scappatoia: fotografare McClellan dopo averlo fatto adescare da prostitute del Geechee per poi ricattarlo. Mayme non pare del tutto convinta ma rimette la decisione al reverendo. La scelta è la solita: il fine giustifica i mezzi? L’uomo di Chiesa in un primo momento appare convinto nel combattere la battaglia per i diritti civili con ogni arma a disposizione, salvo poi ricredersi. La lotta per la parità dei diritti è una guerra da vincere in maniera chiara, pulita, senza sporcarsi le mani.
UNA MAMMA PER AMICA
Elise invece si avvicina ancor più a sua figlia Margaret. In un toccante dialogo, addirittura la piccola afferma di voler bene allo stesso livello a Elise (la sua vera mamma) e Mayme (che crede essere sua mamma). Quest’intreccio sta prendendo una strada inaspettata considerando le premesse viste nella prima stagione. La moglie e la figlia di Bumpy sembravano pronte a farsi guerra per l’affidamento della bambina, mentre si sta andando sempre più verso una soluzione da famiglia allargata.
Tutto l’episodio poi è perfettamente incernierato dal discorso finale del presidente Johnson alla fiera di New York. A seconda dei temi trattati, le immagini si alternano, mostrando i vari protagonisti vittime dei problemi che affliggono gli USA nel 1964. Lyndon Johnson afferma speranzoso che ci sono stati dei progressi rispetto al 1939, in cui avvenne l’ultima fiera di New York. Questo è più un interrogativo riservato allo spettatore, in attesa di confrontare la situazione quando la Grande Mela ospiterà la prossima Fiera Mondiale.
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Ennesimo ottimo episodio per Godfather Of Harlem. Al giro di boa della seconda stagione c’è già tanta carne al fuoco, una trama orizzontale che corre e la curiosità che cresce.
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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.