The Blacklist 8×18 – The Protean (No. 36)TEMPO DI LETTURA 3 min

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Il blacklister di giornata non è particolarmente pittoresco. La sua più spiccata qualità è l’anonimato, che riesce a mantenere usando ingegnosamente l’identità di persone morte da poco.
Si vengono comunque a creare momenti di grande suspense, come quello raccolto nell’immagine. Per fortuna Agnes, a cui lui sta dando la caccia, è ben protetta dalla rete spionistica della madre (in realtà, non si sa quanto Mrs. French sia onesta e affidabile, ma questo sarà eventualmente argomento per il futuro).
La scelta di dedicargli la foto è dovuta principalmente alla difficoltà oggettiva di rappresentare bene, in un solo fotogramma, le due anime dell’episodio. Due anime che non sempre si armonizzano e convivono al meglio.

BOLLETTINO DI GUERRA


Nel fare un bilancio della puntata, colpisce subito l’elevatissimo numero dei morti. C’è tutto il Team Lizzie (Esi Jackson, Skip e Jax). In più c’è anche Jennifer, a cui il pubblico ha fatto a malapena in tempo a dare il bentornato dopo una lunga assenza.
Si tratta di personaggi tutti nominati, quindi con un minimo di caratterizzazione e di storia alle spalle e questo rende la dipartita più dolorosa. Non è questione di quantità, ma di qualità.
Viene poi da chiedersi a cosa possa portare, e quanto sia opportuna, la mossa decisa dagli sceneggiatori, ovvero deprivare la protagonista di tutte le sue figure di sostegno e attaccamento.
Summer Breeze, un successo degli anni ’70, è il brano scelto come colonna sonora della mattanza del gruppo: proprio uno degli elementi che non aggiungono valore alle immagini, ma crea dissonanza.

RED E PAULA


Quasi a compensare tanta violenza, le scene riguardanti il Concierge del Crimine sono all’insegna della leggerezza e della commedia.
Per trovare nome sotto cui si cela il proteiforme assassino, bisogna spulciare un lungo elenco. La procedura, però, diventa una passeggiata di salute con l’aiuto di un gruppo di “alta cockers” (anzianotti) della sala bingo e soprattutto di Paula.
Marylouise Burke si sta veramente guadagnando i galloni per un suo regolare ritorno nella serie.
Altro alleggerimento comico ben riuscito tocca, come di consueto, ad Aram, con il suo omaggio a Gordon Lightfoot. La sua canzone più famosa, The Wreck Of The Edmund Fitzgerald, non è mai stata usata nella serie ma altri suoi brani (Sundown e If You Could Read My Mind) hanno accompagnato momenti importanti degli episodi 1×13 e 4×02.

L’ARRESTO


Nel finale di puntata, il fronteggiamento tra i membri della Task Force e la loro ex collega Keen si fa altamente drammatico.
A farne le spese è il titolare dell’episodio. Per colpa dell’impulsività di Ressler, ancora una volta, si perde l’occasione di arrivare ad una verità importante (in questo caso, dove si nasconde Townsend).
Il personaggio ha bisogno di rifare la convergenza, per così dire. Una revisione della scrittura gioverebbe a renderlo più focalizzato, meno pasticcione.
Lizzie viene quindi arrestata. C’è una discussione abbastanza vibrante fra Red e Cooper su chi la debba tenere in custodia. Secondo il Concierge del Crimine, lei ormai è una criminale, non potrà mai più essere né una poliziotta né una semplice civile. Il vice direttore del Bureau, invece, è più possibilista e resta saldo sulle sue posizioni. Miss Keen, dunque, resta in custodia dell’F.B.I.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Red, Paula e gli “alta cockers” della sala bingo
  • Summer Breeze (anche se non s’intona all’occasione)
  • Non sempre gli elementi si armonizzano
  • Ressler ha bisogno di una regolata
  • Eliminare così tanti personaggi nominati in un colpo solo rischia di rivelarsi controproducente

 

Mancano solo quattro episodi al finale di stagione. Gli sceneggiatori sembrano avere deciso di imporre una svolta e un’accelerazione alla storia. Non lo hanno fatto nel modo più calibrato e grazioso possibile, ma il voto è comunque una sufficienza piena. La vera svolta sarebbe farla finita con i personaggi uccisi un attimo prima di poter parlare, escamotage iniziato proprio con la Diane Fowler dell’episodio 1×13. Vedere Ivan Stepanov andarsene vivo è stato un segno di speranza in questo senso. Sicuramente, però, i fan dovranno pazientare ancora per qualche tempo prima di avere chiare e definitive spiegazioni, data la certezza (per ora c’è solo quella) di una nona stagione.

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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