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E’ interessante notare come Gomorra si sia evoluta non solo rispetto alle stagioni precedenti, ma anche all’interno di questa quarta stagione: i cambiamenti sono stati tanti e sorprendenti, con soluzioni narrative differenti che hanno rappresentato il vero punto di forza per un prodotto seriale che cambia sempre le carte in tavola.
Dopo un inizio in cui gli autori avevano giustamente esplorato nuove tematiche e sottolineato la componente economica ed affaristica delle organizzazioni criminali, si è infine tornati all’essenza di Gomorra: la guerra tra clan per il controllo delle piazze di spaccio. La mossa di Michelangelo Levante, costretto a scegliere tra la sua famiglia e la moglie incinta risulta essere vincente per ora, ma nel mondo dei clan camorristici alcune dinamiche sono ineluttabili al pari di Thanos e purtroppo per Mickey di certo lui non è Iron Man.
L’arresto di Patrizia conclude un lungo ciclo di un personaggio scritto in maniera impeccabile, per un percorso evolutivo impressionante che ha portato la donna, un tempo semplice commessa, a divenire boss di Secondigliano e moglie di un membro della famiglia Levante, suoi acerrimi nemici. La detenzione rappresenta l’ultimo step per divenire un vero capo sotto tutti gli aspetti, per un character di cui molti desiderano la morte, dai Levante ad Azzurra, ma che vista la propria natura venderà cara la pelle.
Le scene ambientate all’interno del carcere femminile e le dinamiche interne mostrate tra omicidi falliti, gruppi di potere e coltelli nascosti hanno ricordato a molti Orange Is The New Black e sono servite inoltre a fare entrare in azione il magistrato Ruggieri, che dopo un tentativo malriuscito con Alberto, entra prepotentemente in scena cercando di far collaborare Patrizia, filone narrativo destinato sicuramente a evolvere nel prossimo episodio.
La famiglia Levante, sopravvissuta a un triplice attentato, potrà anche non piacere ma rappresenta al meglio una criminalità organizzata di vecchio stampo, con un impostazione paternalistica e famigliare che affonda le proprie radici nel tempo e per questo si dimostra particolarmente solida e difficile da eliminare. Senza dubbio hanno rappresentato una piacevole novità all’interno della serie e vista la potenza dimostrata nel corso della stagione, la loro sconfitta non è per niente scontata.
Con il boss in carcere, a Secondigliano si apre allora un vuoto di potere che coincide, non a caso, con la volontà di Genny, espressa nel precedente episodio, di tornare ad essere quello per cui è nato e raccogliere definitivamente l’eredità del padre, riprendendosi un impero criminale che Don Pietro Savastano aveva minuziosamente costruito negli anni. La sensazione, nemmeno troppo velata, è che questo undicesimo appuntamento sia stato concepito dagli autori come un lungo episodio preparatorio in vista del finale di stagione, dove la violenza tra clan esploderà in maniera feroce e probabilmente gli spettatori assisteranno a un ritorno in grande stile di Don Gennaro Savastano.
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L’ennesimo ottimo episodio per Gomorra dove trovare elementi negativi risulta quanto mai complicato. Con la guerra tra clan entrata nel vivo e il vuoto di potere creatosi a Secondigliano tutto è pronto per il ritorno in scena di Genny, per un episodio finale con un totomorto che potrebbe essere più affollato che mai. La valutazione è alta come al solito, riservando il massimo dei voti per l’ultimo episodio stagionale che sicuramente non deluderà le pur altissime aspettative degli spettatori.
Episodio 10 4×10 | 0.35 milioni – 1.6% rating |
Episodio 11 4×11 | 0.87 milioni – ND rating |
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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.