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“But I promise you, however dark and scary the world might be right now, there will be light”.
L’autunno è arrivato e con esso il tanto atteso episodio pilota di una delle serie che aspettavamo con emozione crescente, come bambini che attendono le vacanze di Natale per scartare i regali: Gotham fa il suo ingresso nel panorama televisivo, entra a piè pari sugli schermi degli amanti del Cavaliere Oscuro, del suo universo e l’impatto è una bomba. La creatura di Bruno Heller (The Mentalist, Roma) si presenta cupa, corrotta e violenta: una Gotham sull’orlo del precipizio, di quel caos che ne farà la punta di diamante per ogni criminale e che vedrà la nascita dell’Uomo Pipistrello. Ma alla base della produzione le vere domande sono: come si è arrivati a questo? Come sono nati Catwoman, Poison Ivy, Penguin, The Riddler e il Joker? E Batman, come è cresciuto fino a diventare l’incarnazione di quella luce nel buio? Che ruolo ha avuto Jim Gordon? Sono queste le risposte che in sedici episodi, gli sceneggiatori cercheranno di dare e vista la prima puntata, le premesse sono davvero buone.
Intanto, nei primi venti minuti, appaiono sullo schermo quelli che diventeranno i villain più importanti: sono ben intrecciati alla trama e alla storia del giovane Bruce Wayne, oltre che a quella del neo-detective Gordon. Selina Kyle alias Catwoman, è una ladruncola che assiste all’omicidio dei signori Wayne; Edward Nygma, The Riddler, collabora con la polizia; Ivy è la figlia di un violento e infine lui, quello che insieme alla new entry Fish Mooney, ha colto al meglio lo spirito del proprio personaggio: Oswald Cobblepot, (un perfetto Robin Lord Taylor) Penguin, viscido, subdolo e straordinariamente dandy.
E poi ci sono Jim Gordon, incorruttibile e coraggioso, pronto a tutto pur di ripulire Gotham da quella coltre di criminalità e Harvey Bullock, a braccetto con la mafia e Don Falcone.
La storia inizia nel modo più classico e cioè con la morte dei coniugi Wayne: fin da subito notiamo il rapporto che si instaura tra Bruce e Jim, quest’ultimo decisamente ispiratore del ragazzo, grazie ad un discorso tanto cupo, quanto speranzoso. La caratterizzazione del detective è fatta molto bene, lo vediamo nel confronto con Harvey o con l’affascinante Fish (plauso a Jada Pinkett Smith): Jim è un uomo tutto d’un pezzo che si scontra con una realtà ostile a cui lui non si piega. Non è uno stupido, sa che dovrà lavorare dall’interno per smontare pezzo per pezzo ciò che sta logorando Gotham e non si tira indietro, scegliendo però di non tradire i suoi ideali e la sua personalità, nonostante le minacce.
Ben McKenzie veste i panni di Gordon più che bene: brusco ma leale, si getta nell’azione, senza se e senza ma. Il suo punto di vista inedito sulla storia di Gotham, porterà lo spettatore a capire nuovi risvolti sulla figura dell’eroe-antieroe per eccellenza e l’esperimento è potenzialmente molto interessante. Il mondo di Bruce è adulto e duro, crudissimo nella sua realtà, rispettare questo spirito è fondamentale per non trasformare lo show in una sorta di neo Smallville. Al momento questo timore risulta infondato, proprio per il modo in cui si è deciso di approcciarsi alla storia e fa ben sperare per il futuro. Prendiamo i villain: tutti ancora giovani, ma con un lato oscuro nascosto visibile allo spettatore. C’è chi è evidentemente propenso alla violenza, come Oswald; chi lo fa per sbarcare il lunario, Selina; chi è disturbato e incline ad una lucida follia, Edward; chi invece nasce in una famiglia sbagliata, Ivy. In questo quadro si inserisce benissimo un personaggio creato ad hoc per la serie, Fish Mooney, che insieme a Don Falcone, daranno filo da torcere a Gordon.
A livello tecnico, le scene girate sono veloci ma non fagocitano ciò che il racconto vuole far trasparire e la fotografia è l’elemento meglio riuscito, con la prevalenza del bianco e del nero che soffocano, letteralmente, le strade della città, come metafora di quel marcio che copre tutto.
Unico neo, per ora, è Alfred Pennyworth (Sean Pertwee, figlio del terzo Dottore Jon Pertwee) il maggiordomo che vediamo qui, non ha molto dell’english statement dell’uomo a cui siamo stati abituati tra fumetti e film ma se questo è l’unico difetto, ci accontentiamo, aspettando trepidanti il nuovissimo episodio, che dal promo, fa già scintille.
L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo
Poteva RecenSerie non sbattersi per voi e raccattare tutte le curiosità e le ammiccate d’occhio per questa incarnazione live-action della città più malfamata dei fumetti? Maccerto che no, doveva eccome! Per la gioia dei nostri carissimi lettori, come abbiamo fatto per Marvel’s Agents Of SHIELD, The Flash e Constantine, ecco a voi la “guida” a tutti i vari easter eggs e trivia disseminati nella puntata
1. La tizia che si arrampica ovunque per Gotham e deruba dei passati ad inizio episodio è Selina Kyle, futura Catwoman, la
gattara più famosa dei comics.
gattara più famosa dei comics.
2. Siccome Gotham è un prequel che racconta le “origin of” non solo dei suoi più bizzarri abitanti, ma anche della città stessa, viene rinarrato anche il terribile omicidio dei Wayne che scatenò in Bruce l’inarrestabile voglia di vendetta che lo porterà a diventare Batman. Perchè ci siamo sentiti in dovere di sottolineare questa cosa? Perchè il modo in cui il piccolo Wayne elabora il dolore è molto diverso da quanto presentato in tutti i vari retelling dell’omicidio; il suo dolore era molto più interno e personale e Bruce si dava a dimostrazione pubbliche di dolore solo davanti ad intimi confidenti. Qui invece il dolore è molto più esplicito, forse per sottolineare maggiormente quanto per un bambino sia difficile sopportare la perdita dei genitori, sopratutto in questo modo. Ah, quasi dimenticavo: ovviamente, la futura Catwoman non ha assistito impotente (per sua scelta) all’omicidio, è solo una scusa per creare una sorta di legame.
3. Siete un po’ schifati dalla relazione tra Jim Gordon e Barbara? Insomma, il babbo con la figlia, non mi pare cosa. Tranquilli, toglietevi questa brutta idea dalla testa, perchè quella donna non è la Barbara che pensate; la bionda è Barbara Kean, prima moglie di James Gordon e madre di James Gordon Jr. e Barbara Gordon (futura Batgirl). Perchè prima moglie? Perchè nel fumetto, ad un certo punto della sua vita, il futuro Commissario della Polizia di Gotham avrà una tresca con una certa Sarah Essen. Seguiranno casini Beautifiluani.
4. A proposito di Barbara Kean, avete notato cosa c’è alle sue spalle la prima volta che esordisce sullo schermo? Si, esatto, un grosso orologio a muro tipico delle torri. Cosa ci frega saperlo? Beh, quando Barbara Gordon sarà costretta a ritirarsi dalla carriera di Batgirl a causa di un incontro ravvicinato con il Joker, la donna deciderà di aiutare Batman e soci sfruttando le sue conoscenze di informatica e la sua memoria fotografica e offrire informazioni e aiuto telematico con l’alias di Oracolo; la Torre dell’Orologio di Gotham City sarà la sua base operativa. Che sia questa?
5. “Incontriamoci fra la Quarta e la Grundy tra un’ora”, dice Harvey Bullock al suo nuovo collega. Il nome della via è un riferimento a Solomon Grundy, un villain DC Comics affrontato spesso (ma poco volentieri) da Batman, Superman e Lanterna Verde; ucciso dal fidanzato di una prostituta che si rifiutò di pagare intorno al 1885, il banchiere Cyrus Gold giurò vendetta in punto di morte e di tornare, un giorno, a saldare i conti. Una volta sepolto, il suo scheletro venne riempito dall’humus che si depositò negli anni sopra la sua tomba, elementi che gli permisero di tornare in vita ma senza ricordi della sua vita passata; ripete in continuazione la filastrocca britannica creata per permettere ai bambini di imparare i nomi dei giorni della settimana, quella che fa: “Solomon Grundy, Born on a Monday, Christened on Tuesday, Married on Wednesday, Took ill on Thursday, Grew worse on Friday, Died on Saturday, Buried on Sunday. That was the end of Solomon Grundy. E non dite che su RecenSerie non imparate niente.
6. A quanto pare, tutti gli indizi portano a pensare che l’alter ego della futura Poison Ivy sia la piccola Ivy Pepper, e non Pamela Isly come nella serie originale.
7. Impossibile non ridere al maccheronico “In bocca al lupo” detto da Carmine Falcone, il “Kingpin” di Gotham City, il capo dei capi del crimine organizzato. Ovvio, per noi Italiani è stato quasi una barzelletta, ma per gli Americani è stata fonte di una gran serie di WTF?. A titolo informativo, e giusto perchè ci piace acculturarvi, il corrispettivo anglosassone dell’augurio è “Break a leg”.
8. L’eccentrico agente di Polizia della scientifica e della balistica si chiama Edward Nigma, il futuro Enigmista, già in giovane età con un feticismo per gli indovinelli.
9. Come? Dite che secondo voi il comico alla corte di Fish Mooney è il Joker? Nah, siete sulla strada sbagliata. La produzione ha già dichiarato tempo addietro che il vero volto e nome del Joker sarà uno degli assi della manica di questo telefilm.
10. A proposito di Fish Mooney, non perdete tempo a cercare qualche storia su di lei; ella è un personaggio creato ex-novo e appositamente per questo show, in questo episodio fa il suo debutto ufficiale.
11. Sempre a proposito di Fish. Il suo lecca/massaggia piedi personale è un certo Oswald detto “Pinguino”; chiarissimo, anzi, palese messaggio che quest’ultimo sia niente popò di meno che Oswald Cobblepot alias il Pinguino. In quest’episodio vengono suggerite sottovoce non tanto le sue origini come criminale, quanto l’origine e la spiegazione di certe particolari caratteristiche fisiche/caratteriali/comportamentali proprie della sua persona, come l’attitudine alla pinguedine.
Facce da Fumetto
Sempre come abbiamo fatto per i tre show sopracitati, rispolveriamo il vecchio specchietto dedicato all’introspezione di alcuni personaggi chiave del fumetto originale da cui è tratto il serial e di cui è bene sapere qualcosina in più. Per Gotham ci muoveremo in modo abbastanza diverso rispetto a quanto fatto in precedenza, dato che molti dei personaggi del roster Batmaniano sono noti anche a per chi non è cresciuto a pane e Bat-fumetti; quindi, cercheremo di prendere quei personaggi importanti per il mito del Cavaliere Oscuro ma sconosciuti ai più e quelli a cui verrà dato più spazio nell’episodio, così da farvi conoscere il loro corrispettivo cartaceo.
Harvey Bullock
Il detective Harvey Bullock fa la suo debutto nei comics su Batman #441 del 1974 e in una maniera per niente elegante: come infiltrato del sindaco Hamilton Hill con il compito di sabotare la carriera di James Gordon; quando il suo doppiogioco costerà la salute a Gordon, Bullock si pentirà del suo operato e diventerà fedele al Commissario. Se il personaggio fosse rimasto così, con questa pochezza di carattere, a questo punto probabilmente non sarebbe stato inserito nel serial Gotham; di fatti la versione telefilmica di Harvey prende ispirazione e piene mani dalla sua successiva reinterpretazione.
Dopo il primo reboot della DC Comics “Crisi Sulle Terre Infinite”, Bullock viene completamente reinventato e descritto come un poliziotto dai metodi brutali e la fama di essere colluso con il crimine organizzato, ma sempre leale a Gordon; più somigliante, insomma, a un personaggio uscito da un libro di Raymond Chandler, che da un fumetto anni ’70. La versione interpretata da Donal Logue, seppur un po’ più spavalda, è in linea con quella post-reboot del fumetto.
Dopo il primo reboot della DC Comics “Crisi Sulle Terre Infinite”, Bullock viene completamente reinventato e descritto come un poliziotto dai metodi brutali e la fama di essere colluso con il crimine organizzato, ma sempre leale a Gordon; più somigliante, insomma, a un personaggio uscito da un libro di Raymond Chandler, che da un fumetto anni ’70. La versione interpretata da Donal Logue, seppur un po’ più spavalda, è in linea con quella post-reboot del fumetto.
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Ritmo, narrazione, recitazione, fanno di questo pilot una presentazione buonissima di quello che ci aspettiamo dalle prossime puntate. Siamo più che pronti ad attraversare il tunnel buio, ad affrontare le nostre paure e capire come trovare la luce, anche quando tutto intorno a noi è soltanto oscurità.
Pilot 1×01 | 8.00 milioni – 3.2 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.