Hap And Leonard 2×05 – Pie A La MojoTEMPO DI LETTURA 4 min

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Pochi episodi è sempre e comunque scelta buona. Lo spettatore seriale tende facilmente ad annoiarsi e a perdere interesse rapidamente per un qualche prodotto ad ampio respiro, sia per la quantità di stimoli televisivi che i vari palinsesti offrono, sia per le nuove formule di rilascio immediato di intere stagioni.
La saga letteraria di Joe Lansdale, con protagonisti Hap Collins e Leonard Pine, avrebbe potuto, in mani meno sagge, diventare addirittura un procedurale di quelli dozzinali. Un episodio come “Pie A La Mojo” rende lampante e lodevole l’intento degli showrunner di presentare un concentrato purissimo di eventi in così pochi episodi, limite minimo della scansione episodica di una qualsivoglia stagione di produzione statunitense.
L’episodio 2×05 sembra così chiudere il caso dell’omicida seriale di bambini, mostrando la colpevolezza del reverendo, aiutato da un plagiato TJ. Come al solito Lansdale, da buon creatore di gialli, riesce a rendere colpevoli i meno sospettabili, anche quando i personaggi presentati non sono poi tantissimi, al contrario di altre situazioni giallistiche più legate alla tradizione. Si potrebbe giustamente obiettare: dire che la scelta del colpevole sia girata verso un insospettabile è un giudizio soggettivo, qualcuno potrebbe aver sospettato del reverendo in precedenza. Verissimo, non si vuole dare per assoluta l’insospettabilità del reverendo, fatto sta che la tematica razziale – presenza costante negli scritti di Lansdale – rappresentava un notevole fumo negli occhi degli spettatori. L’intero flashback di MeMaw, la presa di mira verso bambini afroamericani e l’affresco del Texas in generale non poteva non suggerire un crimine a sfondo razziale.
Come ogni buon giallo che si rispetti, poi, la mela non cade lontano dall’albero. I due protagonisti erano arrivati a spingersi fino ad un luna park dove presumibilmente avrebbero trovato il colpevole (esilarante la ricerca in tal senso, nella prima metà di episodio). Qualsiasi spettatore sarebbe rimasto assai deluso nello scoprire un assassino totalmente sconosciuto.
Ed è tutto finito così? Assolutamente no. Che il reverendo e TJ fossero colpevoli, come si è detto, era insospettabile. Ma l’insospettabilità di cui si parla è un’insospettabilità canonica e classica, quindi per certi versi anche prevedibile (basta prendere un giallo e iniziare a sospettare dei meno sospettabili). Sempre scavando nel classico (senza per forza sbirciare il promo del prossimo episodio), quando il colpevole viene rivelato a storia non ancora conclusa, significa quasi sempre che non è finita lì. Significa che si vuole abbassare l’attenzione dello spettatore/lettore, coglierlo con la guardia abbassata, per poi sferrare un colpo di grazia.
Riallacciandoci con l’inizio della recensione, l’episodio gode per il resto di un ottimo ritmo, non solo per quanto riguarda la concentrazione degli eventi. Pure che non si fosse scoperto il colpevole (o presunto tale) in questo episodio, ci si sarebbe comunque trovati di fronte ad un episodio senza tempi morti. A livello televisivo, il giallo o il thriller è spesso una scusa per la ricerca psicologica, per l’approfondimento dei personaggi, per l’approfondimento psicologico sull’interazione dei personaggi. Sì, insomma, spesso diventano delle soap opere. Hap And Leonard fortunatamente sembra non seguire questo filone (ringraziando sempre il numero di episodi stagionale).
I personaggi, protagonisti compresi, vengono presentati quanto basta, giusto per lasciarli impressi nella memoria dello spettatore. In questo modo il ritmo interno gode di successioni di sequenze che spaziano dall’azione, al dialogo accattivante, mai banale, alla linea comica (Leonard nella roulotte del tipo con i tatuaggi). Lo spazio riservato ai soli personaggi secondari è limitato al minimo indispensabile. La sequenza con Florida e Hanson alla tavola calda è estremamente funzionale allo sviluppo della trama interna all’episodio. Questa poca dispersione, inoltre, è utile per l’acclimatamento dei lettori, abituati solitamente a godersi le gesta dei due protagonisti attraverso il racconto in prima persona da parte di Hap. Racconto in prima persona che mette tutto nella prospettiva dell’ex-hippie, lasciando, appunto, poco spazio a divagazioni di altro genere.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Episodio dal gran ritmo
  • Lo straziante finale
  • Ancora un episodio per nuovi eventuali colpi di scena
  • Forse qualcuno potrebbe considerare fretta quello che abbiamo definito come “gran ritmo”

 

I Bless si sprecano per questi pochi episodi stagionali di Hap And Leonard. Si potrebbe obiettare che, sì, la serie funziona ma non si è di fronte ad un capolavoro indiscusso della storia della televisione, soprattutto quando altre serie ben più quotate devono sudare tantissimo per una votazione del genere.
Tutto vero e giusto, ma quando una serie riesce a non essere pesante, scegliendo il giusto numero di episodi per raccontare una storia senza tempi morti, trovare difetti è veramente arduo.

 

Bad Mojo 2×04 ND milioni – ND rating
Pie A La Mojo 2×05 ND milioni – ND rating

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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