“The American people don’t know what’s best for them. I do. I know exactly what they need. They’re like little children, Claire. Children we never had. We have to hold their sticky fingers and wipe their filthy
mouths. Teach them right from wrong. Tell them what to think and how to feel and what to want. They even need help writing their wildest dreams, crafting
their worst fears. Lucky for them they have me they have you. Underwood. Underwood.”
Frank Underwood si è dimostrato finalmente e nuovamente lo stratega politico che è sempre stato. La sete di potere lo spinge fino alle azioni più riprovevoli senza guardare in faccia nessuno, se non sua moglie, unico alleato in una battaglia per e contro gli americani: i loro figli, quelli che non hanno mai avuto. Così anche questa volta pur di non perdere la sua poltrona a Washington DC, il Presidente si sporca le mani, puntando sulla paura e creando allarmismo nel dichiarare – nel far dichiarare – lo stato di emergenza sospendendo le votazioni prima in Tennessee e poi in Ohio.
Nel far dichiarare. Si, perché Frank è impegnato a giocare su un altro fronte, facendo gli auguri al neo Presidente eletto e mandando Doug ad annunciare la sconfitta a tutto il team Underwood. Un vero stratega politico, impegnato a rassicurare il nemico mentre sta provando una mossa da scacco matto.
Il quarto episodio ci mostra un Conway incredulo, speranzoso e forse anche un po’ ingenuo e dall’altra parte un Frank Underwood che, di fronte a risultati pessimi come non mai, resta impassibile, forte, sicuro di sé e del suo potere. Stesso discorso per le due first lady: Claire sembra avere sempre la situazione sotto controllo, la sua invidiabile calma e l’eleganza con cui gestisce ogni crisi nascente la rendono decisamente sprecata nel ruolo di moglie del Presidente. Dall’altra parte i Conway fanno un po’ la figura dei perdenti: pur essendo praticamente i vincitori, ai nostri occhi sono ancora molti gradini sotto gli Underwood che sembrano non reggere il paragone con nessuno. Eppure non bisogna dimenticarsi che la coppia di coniugi protagonisti sono i cattivi, sono gli antieroi. Cinici, avidi e maligni come solo un vero politico sa essere, farebbero di tutto pur di rimanere alla Casa Bianca, perfino giocare su un argomento doloroso per gli americani – e non solo – come il terrorismo: a così poca distanza dalla morte di Miller – il cui sangue colora le mani del Presidente – e nel periodo storico della geopolitica del terrore, Francis non ci pensa due volte a usare l’arma del terrorismo pur di guadagnare tempo e voti.
Volendo fare un’analisi di questi primi quattro episodi, i coniugi Underwood rimangono il pilastro della serie, senza la loro presenza molte scene perdono di interesse e appeal: che questo sia un difetto o un pregio decidetelo voi, probabilmente tutti e due. E’ vero che ogni tassello ruota intorno al Presidente e alla First Lady, ma in cinque stagioni nessun personaggio è riuscito a tagliare il cordone ombelicale che lo lega a mamma e papà per camminare solo con le proprie gambe. Ma d’altronde è evidente che la serie non ne ha bisogno: è talmente tanto il fascino degli Underwood che si sorvola anche sui soliti scivoloni. La politica americana è oggi più che mai al centro della scena internazionale e, in tempi non sospetti, House of Cards aveva portato alla Casa Bianca un Presidente disposto a dichiarare lo stato di guerra se necessario ai suoi fini politici. La realtà e la finzione si scambiano per un momento in maniera così naturale che, ammettiamolo, preferiremmo il parrucchino di Francis Underwood a quello che vediamo ogni giorno dimenarsi tra i meme di Facebook. In fondo, il nostro Frank non è poi il presidente più odiato della storia.
In conclusione, dopo quattro episodi è difficile dire allo stato degli atti come si evolveranno le cose o come sarebbe meglio che si evolvessero: da un lato la sconfitta degli Underwood sarebbe un’occasione per rivedere Frank all’opposizione dopo due stagioni di Governo; mentre dall’altra una sconfitta proprio ora farebbe un perdere un po’ di smalto al duo invincibile. Difficile dire cosa sarebbe auspicabile per la serie in questo momento ma una cosa è certa:
“2016. 2020. 2024. 2028. 2032. 2036…”
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Chapter 55 5×03 | ND milioni – ND rating |
Chapter 56 5×04 | ND milioni – ND rating |
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Lunatica, brutta, cinefila e mancina. Tutte le serie tv sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre.