How I Met Your Mother 9×11 – Bedtime StoriesTEMPO DI LETTURA 5 min

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Thomas & Bays problemi hanno avuto, una puntata in rima così decisero.
Se tuttavia analizzassimo bene, dubbi morali potremmo avere.
E dopo che anche io mi sono dilettata con le rime che dicono tutto e non dicono niente, torniamo a fare le persone serie. Siamo all’undicesima puntata dell’ultima stagione di HIMYM, la Mamma ha incontrato due degli amici di Ted,  è comparsa in qualche flashforward e poi è scomparsa. Esattamente non si capisce il perchè di questa scelta da parte degli autori ma tant’è.
Questo espisodio si concentra comunque su Marshall, personaggio che -un po’ perchè non unito al gruppo, un po’ perchè non completamente centrale alla storia che tutti noi spettatori stiamo aspettando (ovvero l’incontro tra Ted e la futura moglie)- fino ad ora si è visto poco. Certo, è anche vero che nel viaggio intrapreso dal Minnesota con Daphne, qualche perla c’è stata comunque regalata, però diciamo pure che ormai siamo stufi della sua lontananza dagli amici e non vediamo l’ora che si ricongiunga ad essi.
E a tal proposito, Thomas&Bays ci accontentano facendo narrare al giovane padre delle “bedtime stories”, ninne nanne appositamente in rima per Marvin che raccontano di alcune vecchie avventure dei compagni. Sia ben chiaro, i molti flashback che vanno a interrompere la trama del presente sono praticamente essenziali al fine del carpire l’interesse del pubblico: difatti, mancano ormai 23ore al matrimonio e siamo molto, molto a rilento sulla storyline centrale del racconto (Ted e la Mamma, appunto), e se non ci fossero queste riprese del passato probabilmente gli episodi annoierebbero un po’ tutti. Il problema però, è che se a volte escono fuori dei racconti niente male, (vedi la 6×09 “Platonish“, che in un certo senso è stata utile ai fini della storia per dare chiarezza al pubblico) altre volte si notano gli sforzi degli autori di dar vita a qualcosa che serva solo ad allungare il brodo e niente di più.
Questa undicesima puntata va purtroppo a rappresentare quest’ultimo caso: non vi è un avanzamento della narrazione, ci si concentra su un personaggio che -non me ne vogliano i fan di Marshall- non è e non deve essere centrale quest’anno, e si cerca di divertire il pubblico con racconti del passato. Quindi subito viene da domandarsi: perchè allora è stato deciso che l’ultima stagione di questo serial si svolgesse nell’arco di un solo weekend? Perchè non spostare magari al Midseason le vicende di Farhampton e intanto avere ancora avventure a New York? Anche perchè l’ultima stagione è importante, figurarsi se parliamo di un telefilm amato a livello mondiale, è un obbligo da parte di chi scrive lasciare qualcosa allo spettatore, non solo un “contentino” per far sì che il lunedì successivo sia ancora lì a seguire la storia.
Permettetemi inoltre di affermare il mio pensiero a proposito di questa scelta stilistica effettuata dagli autori, ovvero di narrare tutto l’episodio in rima. Personalmente, non ho mai amato queste puntate di serial già noti così clamorosamente mutati nell’essenza: mi riferisco all’episodio-musical di “Scrubs”, al simile di “Grey’s Anatomy” e quindi infine a questa puntata di HIMYM. Ci sono telefilm semplicemente belli, di una elementare bellezza che se sconvolta portano soltanto ad una certa insofferenza da parte di chi vede, e purtroppo devo dire che questo è uno di quei casi. Da aggiungere -inoltre- che questo cambiamento di battute porta a noi poveri mortali non-americani ad una grande confusione. Non so se avete notato le scelte che anche i traduttori in sub-ita hanno dovuto fare (tra tutti Lisa, la professoressa di Fisica che in realtà veniva da Miami ma per permettere una rima è stata fatta appartenere a Toronto) e  non so voi, ma a mio parere non era una cosa così immediata seguire per bene i racconti, anche se ci riferiamo al solo inglese. Insomma, si riconferma l’egocentrismo degli USA anche in queste piccole cose, e sinceramente, visto che anche noi “stranieri” abbiamo partecipato al successo di questo telefilm, si potrebbero fare degli sforzi maggiori. Vi potrò sembrare troppo critica ma andiamo, finora questa stagione è stata molto meglio di così.
Per il resto, rimangono solo le bedtime stories che fanno sorridere sicuramente e anzi, sono ciò che salva questo episodio. In primis ovviamente quella di Barney che, sia che rappresenti Bronx Donnie o Tuxedo Charlie, comunque l’interpretazione di Neil Patrick Harris non lascia indifferenti. Si conferma insomma la grande scoperta di questi nove anni.
 
PRO:

  • La sigla: uno dei pochissimi episodi di HIMYM in cui viene modificato anche il theme song.
  • I racconti flashback/ninna-nanna: l’appuntamento di Ted con la professoressa di Fisica, il dolce e Robin: basta matrimonio, il weekend ci ha annoiato! Quello che ci piace sono i racconti del passato.
  • L’addio della puntata: James Van Der Beek che torna a interpretare Simon.
  • Il ritorno delle teorie di Barney e “International Date-Line”.
  • Barney Stinson: “The Player King of  New York City”.
CONTRO:
  • L’intero episodio in RIMA. Una sola domanda: WHYYYY??? Se gli autori non riescono più a inventare storie, non era meglio evitare di organizzare un’intera stagione attorno ad un unico finesettimana?

 
Concludiamo pure che il voto dell’episodio è dovuto interamente alla sostanza dei racconti di Ted, Robin e Barney (specialmente quest’ultimo), piuttosto che alla struttura della puntata in sè per sè.
Ciò che a volte gli americani dimenticano è che se un telefilm arriva a durare nove anni, è perchè viene apprezzato nella sua interezza e nella sua semplicità, non c’è dunque bisogno di una mutazione così evidente solo per divertire il pubblico. È stato solo un modo per allungare ancora di più la narrazione, nulla di più.

 

VOTO EMMY  

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