Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. 1×09 – RepairsTEMPO DI LETTURA 6 min

/
0
(0)
Sapete qual’è il grande punto debole di un recensore? E’ che la sua recensione dipende fortemente dal tenore dell’episodio. Se è un bell’episodio, sarà propenso a parlarne molto e anche bene; se è buono, scriverà qualcosa di bilanciato; se è mediocre, scriverà qualcosa di sbrigativo; se è un brutto episodio, cercherà di trovare quelle poche ma buone parole per far capire la sua indignazione da telefilm-dipendente. E se invece la puntata è figlia del detto: “Errare è umano, perseverare è diabolico?” allora scriverà la recensione in modo da far capire al suo gentil pubblico che la serie che sta seguendo (e che sta andando sempre di più a rotoli) gli sta facendo perdere la voglia di vivere, esempio che è decisamente il nostro caso. Noi di RecenSerie, anche se ci piacerebbe, non conosciamo personalmente tutti voi lettori, ma siamo pronti a scommettere che circa la metà di voi va a scuola e/o università e l’altra metà va a lavorare e immaginiamo che appena avete quell’oretta bonus da sfruttare per il libero, rilassante e sfrenato fancazzeggio, quaranta minuti di questo spiraglio di libertà li usate per sdraiarvi sul divano, guardare la puntata della serie che seguite al momento e rilassarvi.
Ripeto, anche se non vi conosciamo tutti personalmente, il sentimento che provate ci è fin troppo noto, ed è un sentimento di profonda delusione provocata da Marvel’s Agent Of S.H.I.E.L.D. In “Repairs”, questo nono episodio della prima stagione, ha solo due cose riuscite, una mezza riuscita e tutto il resto da buttare alle ortiche. 1) Non solo scopriamo che May e Ward, nello scorso episodio, ci hanno dato dentro, ma che si stanno intortando a vicenda da settimane, forse mesi, ma questo effettivamente è un puro gossip che interessa relativamente, quello che interessa davvero è il piccolo spiraglio sul passato di Melinda May, l’agente che ha lasciato la voglia di vivere in Cina; in particolare, l’episodio si sofferma in parte sull’evento che ha fatto guadagnare all’Agente May il suo soprannome. Obiettivamente, non viene detto granchè sulla faccenda, solo accennato qualche particolare e raccontato frammentariamente un po’ come se fosse una vecchia storia che lo spettatore già conosce, e questo è un gran bene, perchè è così che una storia diventa interessante: raccontando quanto basta per stuzzicare l’attenzione e sinceramente non vediamo l’ora di scoprire cosa le è successo davvero, magari con una puntata interamente incentrata sull’accaduto; questa mossa ha permesso di empatizzare di più con un personaggio su cui nessuno avrebbe scommesso molto.
L’altra cosa che è riuscita bene è di sicuro il titolo: “Repairs” che tradotto dall’inglese significa “Riparazioni”, perchè questo show è una nave che fa acqua da tutte le parti, roba che il Titanic al confronto era il Nautilus. Il telefilm ha bisogno di così tanti accorgimenti, già noti a chi segue la serie dall’inizio, che bisognerebbe mandarlo da un esorcista per estirpare tutti i mali in una volta sola, poichè sembra quasi che i demoni della sciagura si siano impossessati della serie e la stiano facendo andar male di proposito.
Che la serie stia andando male non è solo un pensiero personale, ma un dato di fatto, poiché i dati parlano chiaro e gli ascolti stanno scendendo sempre di più ad ogni episodio che va in onda, e se facciamo mente locale e ci facciamo venire in mente le promesse di Whedon & Company ad inizio della serie, beh, questo non solo dispiace, ma delude tantissimo. La storia degli scherzi a Skye poteva essere un risvolto carino, soprattutto perchè ci sarebbe stata una vendetta morale contro un personaggio altamente odioso, anche se fosse stata una cosa tipo: “Oh, ma lo sai chi ti chiama? Sto cazzo!” che andava in voghissima alle medie, non avrebbe importato molto, sarebbe stata una vendetta non dichiarata contro Skye, anche solo con una bambinesca pernacchia.
E invece? E invece s’è risolto tutto in un deludente pugno di mosche, perchè è questa la parola d’ordine dell’episodio: deludente, e anche demoralizzante. La trama è decisamente assente, e se qualcuno è più bravo di me e la vede, non è certo qualcosa di così consistente da meritarsi il nome di trama; Coulson parlava come un personaggio dei videogiochi, quelli con cui continui a parlare nella speranza che ti dicano qualcosa di diverso; la scena dopo i titoli di coda lascia il tempo che trova e soprattutto…Skye. Come si dice da non so più quante recensioni a questa parte, il problema principale dello show è lei, ogni volta che apre la bocca è già un otto punti in meno nella recensione, e il massimo che diamo è cinque.
E’ una logorroica tendente all’irritante, una pallida imitazione di una ribelle di stampo cyberpunk dal background uscito da una di quelle riviste che trovi nei cessi degli autogrill, faro morale del gruppo che si permette di fare il cazziatone a tutti e si offre come assistente sociale a chi ha bisogno di una spalla su cui piangere, cosa che nessuno, non solo non ha mai chiesto, ma nemmeno ha mai sfruttato, e nonostante sia una hacker, la sua “abilità” si è rivelata ben poco utile finora. E’ più inutile di un costume da bagno in pieno inverno.

 

L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo

1) Hannah Hutchins e Tobias Ford sono due personaggi creati appositamente per questo episodio.
2) Viene citato nuovamente Thor, come
se nell’episodio scorso non fosse bastato.
3) Quando la stazione di benzina esplode a causa dei presunti poteri telecinetici di Hannah, durante l’esplosione, si può leggere la scritta: “Roxxon”. La Roxxon (il cui nome completo è: “Roxxon Energy Corporation”), meglio conosciuta in passato come Roxxon Oil Company è una celebre compagnia petrolifera dell’Universo Marvel, famosa per la sua spietatezza nel mondo degli affari e dove l’unica cosa che interessava ai loro dipendenti e dirigenti era accumulare sempre più profitto concludendo il più velocemente molteplici affari, anche se questo significava andare contro ogni legge morale e non, e anche appaltare contratti che favorivano l’operato di autentici criminali.
Per difendersi da eventuali piantagrane, la Roxxon a volte ingaggiava dei veri e propri supercriminali e questo ha portato mezzo Universo Marvel ad avere a che fare almeno una volta con la suddetta società nella loro vita editoriale; la società compare per la prima volta su Captain America #180 del 1974 e nonostante non abbia dei rivali precisi, il più delle volte, la Roxxon s’è trovata avversaria dell’alter-ego di Steve Rogers e di Iron Man (che sono stati, inoltre, i responsabili della morte dei suoi genitori).
Nell’Universo Cinematografico Marvel, invece, non è la prima volta che la Roxxon fa la sua apparizione, dato che sembra essere un cameo piuttosto ricorrente; il suo logo può essere “ammirato” in: Iron Man (durante la battaglia con Iron Monger), Iron Man 2 (una delle auto da corsa del Gran Premio di Monaco è sponsorizzata dalla Roxxon), nel corto A Funny Thing Happened on the Way to Thor’s Hammer (l’intera vicenda prende luogo in una stazione di benzina della Roxxon) e numerose volte in Iron Man 3 (il tale che il Mandarino uccide in diretta tv è un contabile della Roxxon e il deposito dove avviene l’ultima battaglia contro Adrian Killian è di proprietà della suddetta ditta).
PRO:
  • Uno spiraglio nella muraglia dell’Agente May.
  • Gli scherzi a Skye, anche se…
CONTRO:
  • …non sono stati molto riusciti. Maledetta comicità Inglese della minchia.
  • Skye, ora più che mai (oh, ho fatto la rima!).
  • In generale, tutto l’episodio è inaccettabile.
In poche parole? Parecchio una delusione. Forse “FZZT” ci ha eccitato un po’ troppo, e forse Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. doveva prendere l’occasione della Festa del Ringraziamento per farsi una nuova pausa e rinfrescarsi le idee. Questo show sta diventando sempre più difficile da digerire.

VOTO EMMY

Quanto ti è piaciuta la puntata?

0

Nessun voto per ora

Precedente

Almost Human 1×03 – Are You Receiving?

Prossima

How I Met Your Mother 9×11 – Bedtime Stories

error: Nice try :) Abbiamo disabilitato il tasto destro e la copiatura per proteggere il frutto del nostro duro lavoro.