Inside No. 9 6×02 – Simon SaysTEMPO DI LETTURA 3 min

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Inside-No9-6x02“Well, why pay them at all? I can always steal their ideas and then dump them in the Thames.”

Dopo aver mischiato commedia dell’arte ed heist movie, avendo piacevolmente rotto la quarta parete a più riprese, Inside No.9 rimane nel campo della meta narrazione anche con “Simon Says”.
La puntata dello show BBC prende in esame uno show runner (Spencer Maguire, il buon Steve Pemberton) ed un suo celebre show, The Ninth Circle, terminato da tempo ma il cui episodio conclusivo viene visto dalla critica e dal pubblico con una forte accezione negativa. A movimentare la storia ci pensa Simon (Reece Shearsmith), fan sfegato del suddetto show che traendolo in inganno costringe lo show runner a rimettersi in gioco e a prevedere una continuazione ben diversa (e meglio strutturata a suo avviso) della famosa serie tv. Dietro questa costrizione, ovviamente, c’è manipolazione ed un ricatto a cui Spencer sottostà per paura delle possibili ritorsioni.

“They’re heavy, aren’t they? Smash someone’s brains in with this!”

MAI FIDARSI DI CHI SCRIVE UNA SCENEGGIATURA


Tutto precipiterà quando Simon, tentando di ingannare doppiamente Spencer, finirà per smuovere nel profondo le abilità di sopravvivenza e di controffensiva di quest’ultimo, mettendolo all’angolo ed obbligandolo a contrattaccare. Mal interpretando i modi di fare di Simon, infatti, lo show runner reagisce soffocandolo con un cuscino per poi uccidere brutalmente anche Gavin (Nick Mohammed) occultando successivamente entrambi i cadaveri. In “Wuthering Heist” il monologo iniziale con cui Columbina presentava la situazione al pubblico e sottolineava che “…hey, it’s series six. You’ve got to allow for a certain artistic exhaustion”, dato corretto ma che suona sotto sotto come una mezza paraculata visto il consistente magnetismo che il duo Shearsmith&Pemberton riescono ad imprimere (dal 2014 a questa parte) a questo particolare show sempre di nicchia ma che ha, a lungo termine, acquisito ascolti, pubblico, notorietà e riconoscimenti.
Anche in “Simon Says” gli elementi principali reggono senza troppi patemi d’animo per la mezz’ora circa di messa in onda: colpi di scena, personaggi ben delineati, regia votata ai particolari (Guillem Morales non è un nome nuovo per lo show) e la consueta attitudine dello show a non perdere tempo e a gettare addosso allo spettatore avvenimenti, tradimenti e, quando capita, omicidi.
The Ninth Circle, per acclamazione popolare (e conseguente odio per il finale) che sembra avere nella realtà narrata dallo show e dai riconoscimenti raccolti dallo show runner, può essere facilmente accostato a Game Of Thrones per cui ancora vaga online la celeberrima petizione “Remake Game Of Thrones Season 8 with competent writers” che si appresta a raggiungere le due milioni di firme dimostrando come, nonostante siano passati ormai due anni l’odio verso il capitolo conclusivo della serie non sembra essersi attenuato minimamente.
Anche il modo di fare di Simon richiama a suo modo la teatralità doppiogiochista di Littlefinger, ma si tratta forse di voler andare a ricercare una estrema meta-narrazione lì dove probabilmente non risiede, nonostante Inside No. 9 abbia abituato il proprio pubblico proprio ad una narrazione di questo tipo.
Un episodio di sicuro intrattenimento, ma che non riesce ad essere propriamente definito come “classico” seguendo i canoni dello show: bizzarro e caratteristico, sicuramente, ma difficile riuscire ad annoverarlo alla stregua degli episodi ben più conosciuti. Anche se rispetto a “Wuthering Heist” c’è una sensazione di maggiore canonicità del prodotto.

“I did it for the fans.”

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ritorno ad elementi più classici e consoni di Inside No.9
  • Sangue, ansia trasmessa dai personaggi e consueta tendenza al plot twist concatenato
  • L’omicidio di Simon
  • L’omicidio di Gavin
  • Finale della puntata ed il “I did it for the fans
  • Pochi elementi, anche se “Simon Says” non riesce a finire negli episodi classici o tra quelli must watch

 

Un ritorno verso lande più classiche e conosciute per Inside No. 9 che si riconferma gioiello prelibato e di intrattenimento nonostante i sette anni di messa in onda. C’è gente che si è persa in molto meno tempo (coff coff Black Mirror coff coff).

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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