La Casa De Papel 4×04 – Suspiros De EspañaTEMPO DI LETTURA 4 min

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-“Hay que matarlo.”
-“¿A quién?”
-“A ese.”
-“No somos unos asesinos.”
-“Entonces saremos unos cadaveres.”

 

Come aveva previsto Berlino in uno degli innumerevoli flashback, la guardia del corpo Gandía è il primo elemento veramente destabilizzante di questa quarta stagione e, grazie a lui, la situazione all’interno del Banco De España precipita. Il capo della scorta personale del Governatore è, infatti, a piede libero: un predatore pericoloso, tenuto in gabbia, affamato, umiliato ed ora assetato di vendetta. C’era da aspettarsi, quindi, che questo quarto episodio fosse dedicato interamente al suo personaggio, così come probabilmente sarà per la restante metà di stagione. Trovare un nemico all’interno dell’habitat degli atracadores, e non solo all’esterno con la task force di Tamayo e Sierra, era l’unico modo per tenere alta la tensione della storyline, ormai allentata da dialoghi soporiferi e scenette ridicole. Si potrebbe tranquillamente affermare, difatti, che durante le prime tre puntate non succeda niente di interessante, se non qualche gioco di flashback atti a spezzare la noia e la monotonia.
Il capo della sicurezza del Banco De España viene dipinto come un assassino spietato, dal sangue freddo e dalla mente astuta, disposto a tutto pur di portare a termine la sua missione di difendere il territorio e spodestare i rapinatori. Per quanto possa essere verosimile che, a questi livelli di sicurezza, ci siano persone preparate ed addestrate, la figura di Gandía appare eccessivamente forzata e caricaturale. Una perfetta macchina per uccidere che, pensate un po’, si è fatta mettere fuori gioco in pochi minuti ed è rimasta nell’ombra, alla mercé dei suoi aguzzini, senza nessuna idea su come evadere. Guarda caso il guizzo geniale arriva dalla mente di Palermo, nonostante i tanti millantati anni di esperienza di Gandía come berretto verde e le missioni segrete in Medio Oriente. Sembra davvero impossibile che un sicario come lui non sappia come liberarsi da delle semplici manette, lussandosi il metacarpo.
Ovviamente tutte queste sviste si vanno a sommare ai buchi di trama, trascinati fin dalla terza stagione, rendendo la visione ancora più irritante. La parentesi narrativa di Gandía vs. Atracadores non sarebbe nemmeno così assurda, teoricamente, ma nella pratica la gestione di essa scade, come sempre, nel surrealismo più trash: l’ex killer si muove sinuoso tra una stanza e l’altra, dimostrando di possedere un armamentario che farebbe crepare di invidia sia Rambo che McGiver e barricandosi, addirittura, all’interno di una panic room sfoderata apposta per l’occasione. Fatalità.
Inoltre, si ha quasi la sensazione che gli altri personaggi cerchino di esistere a tutti i costi, facendo di tutto pur di avere il loro momento sotto i riflettori, anche con il rischio di raggiungere livelli altissimi di sentimentalismo da soap opera. Basti pensare al triangolo amoroso tra Río, Denver e Stoccolma o la nuova love-story tra Nairobi e Bogotá. Inutile minutaggio che toglie ancora più credibilità ad una serie tv ormai allo sbaraglio, che ha perso del tutto la sua ragion d’essere.
La serie che all’inizio aveva così tanto colpito e coinvolto il pubblico ora è semplicemente una carrellata di eventi, senza capo né coda, dove l’esagerazione regna sovrana. In poche parole, una serie brutta, ma “brutta brutta brutta” (cit.)
Meriterebbe un discorso a parte, ma non vale nemmeno la pena parlarne, il siparietto di dubbio gusto di Arturito che tenta di abusare sessualmente di un ostaggio, riempiendola di tranquillanti. La presenza di Román non trova nessun tipo di spiegazione logica e viene da chiedersi se non sia semplicemente una questione contrattuale. Enrique Arce probabilmente non vuole rinunciare ad una gallina dalle uova d’oro e si ritrova a fare da prezzemolino all’interno della produzione di Netflix.
Con la liberazione di Gandía, La Casa De Papel poteva essere finalmente sulla buona strada per tornare ai fasti di un tempo, ma la svogliatezza e mancanza di creatività degli sceneggiatori hanno rovinato l’unico flebile tentativo di riportare in auge l’elemento qualitativo. In nessun universo parallelo può essere tollerato un comportamento simile, ovvero prendere spudoratamente per i fondelli lo spettatore, facendo passare per action un semplice teen drama per cosplayers.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Un nemico all’interno del Banco De España stesso, poteva essere un buon compromesso per vivacizzare la storyline…
  • …ma tutto è scaduto nel surreale e nel trash
  • Il senso della presenza di Arturito?
  • Scontro Río vs. Denver a chi urla più baggianate
  • El Profesor, che prevede tutto, non ha pensato ad una panic room?
  • La sfilata di paella
  • Nairobi e Bogotá
  • Il trauma di Río

 

Su internet i giudizi negativi si sprecano e c’è chi, addirittura, paragona La Casa De Papel a Paso Adelante con i mitra. Non si può fare altro che concordare.

 

Lección De Anatomía 4×03 ND milioni – ND rating
Suspiros De España 4×04 ND milioni – ND rating

 

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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.

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