Non è il primo progetto che vede coinvolti gli Amazon Studios nell’adattamento di un classico letterario fantasy. A creare notevole hype tra gli appassionati c’è la serie tv di prossima uscita ispirata a Il Signore Degli Anelli. E con Sir Gawain E Il Cavaliere Verde, Amazon Prime ha convinto sia la critica che il pubblico della possibilità ancora aperta di poter fare un film fantasy di tutto rispetto, senza cadere sugli errori tipici di quando ci si approccia a questo genere.
La Ruota Del Tempo, annunciata nel 2017, aveva fatto parlare di sé grazie alla fama della saga scritta da Robert Jordan che conta milioni di fan in tutto il mondo, ma anche per la presenza dell’attrice Rosamund Pike nel ruolo della guerriera e strega Moiraine.
Delle alte aspettative che, però, non sono state mantenute a causa di una mancata attenzione nella scrittura dei personaggi protagonisti e una CGI spesso deludente.
ADATTARE ROBERT JORDAN
“Leavetaking” è il primo tassello di un puzzle molto più ampio e complesso. L’omonima saga letteraria da cui La Ruota Del Tempo è tratta è stata scritta da Robert Jordan, a partire dal 1990. La lunga storia della ruota conta quattordici romanzi, decine di personaggi, molteplici luoghi fantastici e la storia di un eroe (o un’eroina) che ha il compito di salvare il mondo.
Il medesimo assetto del fantasy più classico è stato trasportato nella serie tv e rappresenta, ad ora, il suo miglior pregio.
Come accennato, il pilot di La Ruota Del Tempo è puramente introduttivo, sia perché ricalca la funzione tipica di un pilot, sia per la complessità della storia.
In un luogo e in un tempo non specificati, la maga Moiraine – appartenente all’organizzazione delle Aes Sedai – è alla ricerca della reincarnazione del Drago. L’esplorazione la conduce nel villaggio Emond’s Field, dove vivono i quattro protagonisti. Uno di loro è il Drago rinato, colui che secondo l’ambigua profezia salverà l’umanità o ne determinerà la fine.
UN GRUPPO DISOMOGENEO
Ad avere un forte rilievo sono i personaggi femminili su cui si basa l’intera storia. Solo le donne, infatti, possono gestire la magia e l’Unico Potere, la forza motrice della Ruota composta da sette raggi, ognuno dei quali rappresenta un’epoca. I pochi uomini che possiedono la magia, impazziscono in fretta.
Parallelamente, nel villaggio, molta attenzione viene data a Egwene, l’unica ragazza che potrebbe essere il Drago e che ha appena affrontato il rito d’iniziazione per intraprendere la carriera di Sapiente, un’aspirante curatrice che antepone lo studio e la conoscenza ad un’eventuale matrimonio con il fidanzato Rand.
L’attenzione ricade maggiormente sulle due protagoniste femminili, piuttosto che sul resto della compagnia.
Gruppo che è plasmato su archetipi classici della tradizione fantasy. Se la scrittura dei due personaggi femminili è più dettagliata e si concentra maggiormente sui loro ruoli simili, ma agli antipodi della piramide gerarchia con Egwene apprendista e Moiraine che veste i panni dell’insegnante, non si può dire lo stesso del restante cast.
Non aiuta nemmeno la recitazione dei giovani attori. A spiccare invece è Rosamund Pike, perfetta nel suo ruolo di maestra e severa protettrice.
SET UP CLASSICO
Non è solamente la storia ad essere tra le più classiche nel mondo letterario fantasy.
La Ruota Del Tempo, ad una prima occhiata, si ispira al genere fantastico. A partire dal plot che segue passo passo il Viaggio dell’Eroe, manuale di sceneggiatura tra i più gettonati e che riassume, tra gli altri, l’intero incipit di Star Wars.
C’è la chiamata dell’eroe che deve partire per un viaggio, accompagnato da un mentore. In questo caso l’eroe o l’eroina è ignota, ma la Mentore e l’incidente scatenante che dà inizio al loro viaggio sono i medesimi.
Troll, magia, un’ambientazione medievale, una presenza oscura che non si vede, ma aleggia su di loro come una minaccia sempre più vicina e una profezia. Sono questi gli elementi che la regia, il reparto costumi e la scenografia vogliono evidenziare.
Tutto richiama un determinato stile cinematografico fantasy, grazie all’ambientazione del piccolo villaggio limitrofe al bosco e al fiume, alle panoramiche e ai piani lunghi che relegano i personaggi in un angolo dell’immagine privilegiando il luogo che li circonda.
A rovinare un’estetica ben fatta è la CGI. Gli effetti speciali della battaglia sembra, più volte, raffazzonata. Ma a peggiorare la parte finale della puntata sono i troll, parte essenziale per l’inizio del viaggio del gruppo protagonista e villain della puntata.
Le scene in cui queste creature sono convincenti si alternano a quelle in cui la CGI li fa sembrare dei grossi pupazzi con movimenti meccanici il cui aspetto vira più sul trash che sull’epico.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Gli elementi per proporre un buon adattamento dei libri di Robert Jordan ci sono. Peccato che non siano sfruttati a dovere.
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.