Legion 1×06 – Chapter 6TEMPO DI LETTURA 3 min

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Trecentosessantaquattro giorni l’anno il recensore-tipo convive con la consapevolezza che scrivere recensioni sia molto più che fare un semplice recap di puntata. E insieme a questa consapevolezza c’è anche la percezione di svolgere un lavoro leggermente più impegnato e impegnativo nel cercare di raccogliere un punto focale all’interno dei canonici 20-40 (e ormai anche 55) minuti e svilupparlo in tutte le diramazioni possibili. Questa convinzione, però, si infrange durante la visione di Legion: la percezione di cui sopra muta radicalmente, riconoscendo come in questo specifico caso sia più facile interpretare ciò che è successo, piuttosto che semplicemente raccontarlo. Soprattutto all’interno dell’arte pittorica c’è stato un momento nella storia in cui si è passati dall’esplicito all’implicito. Ai tempi fu una rivoluzione. Così, allo stesso modo, proprio mentre tutti avevano abbassato la guardia – “l’ennesimo telefilm sui supereroi…” – Hawley e soci mettono a segno il colpaccio. Un’altra, inaspettata, rivoluzione.
Alcuni cinema d’autore all’estrema decisione di sacrificare le esigenze narrative in favore della pura estetica erano già arrivati da un po’. In campo seriale questa soluzione è ancora estremamente lontana dal realizzarsi, per ovvie motivazioni di frammentazione della struttura storica. Legion rappresenta così uno dei primissimi passi (se non il primo, sicuramente uno dei più riusciti) verso questa direzione. La conclusione di “Chapter 6” rappresenta infatti per lo spettatore il traguardo del 75% dell’intera stagione ormai portato a termine. Un traguardo che normalmente permetterebbe di lasciarsi andare a bilanci e previsioni, ma che in questo caso non è possibile fare.
Quale evoluzione ha subito la storia dal pilot a questa parte? La distruzione della Division Three nello scorso episodio è stata completamente anticlimatica e ha posto la base per una impostazione ciclica in cui fondamentalmente ci si ritrova nella stessa identica situazione del primo episodio con stesse dinamiche e stesse ambientazioni. Addirittura, sempre rispetto allo scorso episodio, ci si ritrova immersi in una specie di bolla dove (da intendersi in una dimensione temporale) i proiettili sparati da The Eye non sono ancora arrivati a destinazione, ne lo saranno alla fine della puntata.
Il tempo narrativo in questo episodio non esiste più, in questa serie paradossalmente non esiste più. Tutto ciò che rimane – e che nessuno pensi che sia poco – è una rappresentazione tecnica al confine della perfezione. Sarebbe facile (al di là dell’immediato paragone con Mr. Robot), confrontare questo prodotto con l’altra serie di punta di questa stagione televisiva, Westworld. In realtà le divergenze tra Nolan e Hawley sono abissali: laddove il primo rimane saldamente ancorato, in un modo tutto suo ovviamente, allo storytelling classico arrivando a formulare un discorso in qualche modo etico, il secondo mira a un risultato completamente estetico, non importa a cosa debba rinunciare pur di arrivarvi. Proprio in questo senso va visto il ballo di Lenny, dove una Aubrey Plaza crudelmente sensuale e smaliziata mette in mostra una delle scene più geniali e disturbanti della serie.
Aggiunge forse tridimensionalità al personaggio o fa progredire in qualche modo la trama? Certamente no.
È una scena che merita di essere vista, almeno una volta nella vita? Noi pensiamo proprio di sì.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tutto è perfetto, nonostante non si capisca bene cosa sia questo “tutto”
  • Odi et amo“: una serie del genere vive necessariamente di estremi, anche nella reazione del pubblico

 

Abbiamo concesso all’arte di diventare contemporanea.
Abbiamo concesso alla fisica di diventare quantistica.
Perché non concedere alla televisione di diventare Legion?

 

Chapter 5 1×05 0.80 milioni – 0.4 rating
Chapter 6 1×06 0.73 milioni – 0.3 rating

 

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