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Losing Alice 1×02 – The VisitTEMPO DI LETTURA 4 min

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Recensione Losing Alice 1x02“Vuoi che partiamo subito per la nostra avventura oppure preferisci prendere il tè?”
James Matthew Barrie

Il suono delle sirene di un’ambulanza apre questo secondo episodio di Losing Alice. Una protagonista fuori di sé corre verso la fonte del rumore.
Come incipit, The Visit coglie nel segno. La narrazione del pilot viene interrotta per mostrare un evento traumatico del futuro in una maniera che ricorda molto la fortunata How to get away with murder.
Sigal Avin presenta la quotidianità di una normale famiglia alle prese con le incombenze di tutti i giorni: spesa, figli, lavoro, disattenzioni, piccoli o grandi litigi. È con l’attenzione per il particolare che la serie si contraddistingue.
La disattenzione di Alice, presa dai suoi mille pensieri, non è cosa strana, anzi. Si tratta, appunto, di quotidianità.
Interessante è, inoltre, l’uso di particolari animali per rendere visivamente l’animo dei personaggi. Alice dice, infatti, di sentire dei rumori dal tetto, forse i ratti trovati nello scavo della piscina dai muratori; poco dopo viene inquadrato un enorme cinghiale.
Il ragionamento si fa interessante se si pensa al significato simbolico di questi animali e, soprattutto, alla concezione ebraica di questi ultimi: si tratta di animali impuri.

IL FILM DEL RISCATTO


Sono le scene che vedono insieme Alice e David la vera forza di questo episodio. Il patriarcato latente emerge con tutta la sua forza nella divisione del lavoro tra i due in casa, data la “drammatica” situazione dell’uomo e nel non calcolare minimamente Alice come possibile regista dal momento che Hilik è scomparso.
Molto significativo è il dialogo tra i due coniugi in seguito ad un imprevisto sulla strada verso la casa della madre di David. Emerge tutta la conflittualità della situazione. Infatti, David non concepisce assolutamente un coinvolgimento di Alice al progetto, anzi, la accusa di voler rubare il suo film.
In realtà Alice sta solo cercando di rialzarsi da un momento difficile dal punto di vista lavorativo. Come recitava la citazione posta all’inizio del primo episodio, “l’arte è garanzia di salute mentale”: si tratta di una necessità.
Ayelet Zurer rimane magistrale nell’interpretare una donna matura alle prese con emozioni nuove come vedere una giovane ragazza priva di reggiseno in giardino, totalmente a suo agio con l’ambiente circostante.
Sorprendente è poi la chimica tra Alice e Sophie che inizia a svelarsi nel viaggio verso la stazione. L’una è per l’altra utile ma non indispensabile (o necessaria).

IL MISTERO SI INFITTISCE


Il mistero riguardante il primo regista scelto per la sceneggiatura di Sophie si infittisce ma presto viene svelato che l’uomo è morto. Interessante è notare che nella descrizione della sceneggiatura da parte di David nel primo episodio si parlava di qualcuno che moriva e di varie conseguenze.
Sembra, a una prima impressione, che Sophie sia coinvolta in qualcosa ma la sua figura rimane così sfuggente che ancora non si possono azzardare ipotesi.
Oramai, comunque, la strada per la regia sembra spianata ed Alice pronta ad accogliere il suo nuovo “compito”.  Ci si chiede ora cosa succederà sapendo della morte del regista. Prendere il posto di un morto non è, alla fine, così prestigioso.

RATTI IN CASA…


L’invasione dei ratti nello scavo della piscina del precedente episodio si configurava come un presagio che intendeva annunciare quello che in The Visit accade realmente: un ratto arriva in casa, metaforicamente. Sophie comincia ad insinuarsi nella casa e nella famiglia.
Come già notato, il personaggio di Lihi Kornowski è invadente. Entra nello spazio vitale degli altri e sovrasta con la voce e lo charm. Qui emerge tutta la sua anima da femme fatale. La sua figura che si erge al di là delle pareti di vetro della casa crea un senso di inquietudine nello spettatore che sa benissimo che non dovrebbe trovarsi lì e che la sua presenza può rappresentare un pericolo per la piccola Yara, figlia di Alice, affascinata dalla nuova arrivata.
Sophie che riesce ad ingraziarsi la bambina e il suo fare disinibito lasciano perplessi. Le sue attenzioni sono calcolate ma alla festa di Yara tutti gli “adulti” sono solo affascinati o intimoriti da questa giovane ragazza così spregiudicata. La presenza poi di un uomo maturo che le fa da autista (o amante?) rende il tutto ancora più perverso e misterioso.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Ottima resa della quotidianità di una famiglia tipo
  • La descrizione del tipico rapporto coniugale e di una certa percezione di alcuni uomini nei confronti della donna che lavora
  • I semi del mistero gettati qua e là
  • Utilizzo degli animali come metafora dei sentimenti dei personaggi
  • Come Sophie inizia ad insinuarsi nella vita di una famiglia “normale”
  • Niente di particolare da segnalare

Episodio godibile anche se di passaggio. Rimane come punto fermo l’estrema qualità del prodotto e del cast, scelto in maniera impeccabile e, quindi, azzeccatissimo.

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La notte sognivaga passeggia nel cielo ed il gufo, che mai dice il vero, sussurra che sono in me draghi ch'infuocano approdi reali e assassini seriali, vaghi accenti d'odio feroce verso chiunque abbia una voce e un respiro di psicosfera che rende la mia indole quanto mai nera. Però sono simpatica, a volte.

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