“I want to thank you. You told me to think like a criminal, and now I am one. You prepared me for this.“
The Blacklist torna dopo mesi di pausa con l’episodio 8×03 (anche se forse sarebbe dovuto essere l’ultimo della scorsa stagione, o il primo di questa). Riprende esattamente da dove aveva lasciato i suoi spettatori, ovvero dall’assassinio di Maddy Tolliver – Katarina Rostova e dall’ira funesta dell’agente Keen.
IF IT WILL FEED NOTHING ELSE, IT WILL FEED MY REVENGE.
L’allieva ha superato il maestro, ma lo ha fatto nel modo peggiore possibile. Lizzie prende, con un sotterfugio, 16 once di esplosivo al plastico per eliminare definitivamente Red. Il quantitativo non è casuale: sedici once fanno una libbra. Proprio una libbra di carne vuole Shylock, il Mercante di Venezia immortalato da Shakespeare. La vuole tratta dal corpo del giovane Antonio, in risarcimento dei soldi che costui gli doveva e non gli ha pagato.
Altro punto di contatto con la vicenda narrata in questo episodio: si tratta di una crudeltà inutile (come viene fatto notare allo stesso Shylock). Inutile come voler infierire su di un uomo già molto malato. Non per niente la tragica ironia tocca il picco quando Red scampa alla trappola dell’autobomba perché ha una crisi della sua malattia (promemoria per gli sceneggiatori: spiegare al pubblico di cosa soffra esattamente il Concierge del Crimine, non è obbligatorio far sapere nulla a Lizzie).
Qualcuno degli amici della Task Force potrebbe provare a caricarsi del ruolo di Portia e a far ragionale l’ormai ex agente Keen. Non si vede, per ora, chi potrebbe essere, perché lei sembra assolutamente fuori controllo: fa la femminista nel modo peggiore possibile, nel momento peggiore possibile (ci pensi Megan Boone, sempre molto attenta a questi temi) e, soprattutto, sembra sinceramente convinta di poter uscire da tutti i pasticci combinati finora andandosene verso il tramonto, a vivere felice con la sua bambina.
RESSLER
Un candidato particolarmente autorevole al ruolo di voce della coscienza potrebbe proprio essere il buon Donald che nella puntata in oggetto si fa valere, compiendo un vero e proprio atto eroico. Salva infatti Red dalla bomba sotto il letto, ma poi commette un errore madornale, accogliendo Lizzie in casa per la notte prima che lei si dia definitivamente alla macchia.
Purtroppo si sa, lui non ha mai brillato per tempismo nella scelta delle donne con cui andare a letto.
Volendo continuare con i paragoni shakespeariani, sembra quasi di sentire arrivare una straziante scena di addio al mattino stile Romeo e Giulietta. Però la storia dei due giovani innamorati veronesi è finita molto, molto male.
Per quanto riguarda gli altri membri della Task Force, Aram è sempre #Aramdorable, mentre ci sono ancora alcuni problemi nella collocazione dell’agente Park. La battuta di quest’ultima nel vedere Ressler nudo, mentre viene medicato, non ha molto senso, sembra proprio messa lì solo per rispettare il numero di scene previste dal contratto.
NE PARLIAMO DA GRANDI
Nell’episodio un’importanza notevole rivestono i dialoghi fra personaggi senior.
Si comincia con quello al parco tra Red e Maddy, ampliamento e precisazione di quanto visto nella puntata precedente. Si può farne un’analisi molto accurata ma non si riesce effettivamente a capire se i personaggi interpretati da James Spader e Laila Robbins siano Raymond Reddington e Katarina Rostova, o due impostori. Sembra assodata, però, una loro complicità negli anni Novanta per portare a termine i loschi piani della “spia N-13”.
Ancor più fondamentale è il dialogo finale tra il capo Cooper e Red, i quali decidono di mettere Elizabeth Keen sulla Blacklist. Passo importante e doloroso, ma per una conclusione non devastante della vicenda si può contare sulla tempra inossidabile del vice direttore dell’F.B.I., l’unico personaggio sin qui ad avere sempre mantenuto intatta la sua bussola morale, al punto da poter essere sicuro punto di riferimento per gli altri. Sembrerebbe meno saggio puntare sull’amore di Red per Lizzie, dato che si è già visto in passato come lui possa farsi prendere da veri e propri raptus di follia omicida.
A proposito di personaggi non più adolescenti, un plauso finale va a Marvin Gerard. Sentirlo “vietare di morire” al Concierge del Crimine fa sorridere di tenerezza. Bastasse quello per guarire le persone, il mondo girerebbe molto diversamente.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Molti spettatori sin dall’inizio avevano scommesso su uno dei due protagonisti come titolare del primo posto sulla Lista Nera. Di sicuro pochi avranno immaginato uno sviluppo così tragico, con una totale conversione dell’agente Keen al crimine e una simile spirale discendente. Se anche non erano mancati in passato pessimi segnali, rimaneva una luce di speranza che ora, però, diventa sempre più flebile. A parte questo, il ritmo della narrazione resta incalzante.
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).