I Turner fanno di tutto per arrivare a scoprire la verità, ma il secondo episodio di questa seconda stagione di Servant si muove alla velocità di un bradipo ubriaco.
Certo, è bello approfondire le sfumature psicologiche dei personaggi, ma sarebbe anche carino velocizzare un po’ le cose. Attualmente, la nuova stagione di Servant sta andando avanti a un ritmo molto più lento rispetto a quella precedente.
COSA SUCCEDE?
Ci si aspettava in questa puntata un ritorno di Leanne in scena, ma tutto ciò non è avvenuto e il pubblico ha dovuto accontentarsi di una misera telefonata. Leanne pensa infatti di aver fatto la cosa giusta e invita Sean a farlo capire anche alla moglie Dorothy, sottolineando che quello che ha fatto a loro figlio in realtà è la scelta migliore.
Dorothy ha definitivamente perso il controllo dopo la (seconda) scomparsa di Jericho e sembra continuare a prendere le peggiori decisioni. Già nel precedente episodio Sean aveva compreso come reagisce la moglie se non supportata nella disperata ricerca del figlio, così questa volta decide di recitare la parte del marito comprensivo, pur contro ogni logica. Dorothy, infatti, decide di sacrificare la sua carriera parlando in televisione durante il notiziario, rivolgendosi direttamente a Leanne.
ROSCOE
La parte più intrigante (e inquietante) della puntata riguarda invece la ricomparsa di Roscoe, l’investigatore privato assunto da Julian. E’ proprio qui che si può percepire il tocco di M. Night Shyamalan, grazie a rivelazioni fatte dall’uomo mentre è sotto ipnosi e, in particolar modo, nella scelta di ambientare la scena nel seminterrato. Si tratta, infatti, di un luogo caro al regista, che sceglie spesso di utilizzarlo per importanti rivelazioni in molti dei suoi film, come ad esempio Il Sesto Senso, Unbreakable, Signs, Lady in the Water e The Visit.
Roscoe è ricomparso dopo quasi una settimana, pensando che fossero trascorse a malapena 24 ore. Questo fa capire quanto la Chiesa dei Santi Minori sia pericolosa e lo si evince anche dal video inquietante che guarda Dorothy ma anche dalla supposizione nel corso dell’ipnosi che qualcuno abbia cavato gli occhi al piccolo Jericho.
Una teoria plausibile è anche che Roscoe sia usato fondamentalmente per zittire e spaventare i Turner, ma a questo punto perché vorrebbero far credere di fare del male a Jericho?
SEMPRE PIU’ DOMANDE
“Spaceman” ha deciso di aggiungere domande e mistero alla già complicata e irrisolta trama piuttosto che dare qualche risposta, facendo sì che lo show rischi di non uscire in tempi brevi da questo empasse in cui si trova. Certo, la stagione è solo all’inizio, quindi le cose possono ancora cambiare. Tuttavia, il minutaggio degli episodi (circa 25-30 minuti) non permette di inserire troppi elementi in una serie di questo tipo e ritmo, anche se forse sarebbe meglio non concentrarsi troppo sulla psicologia dei personaggi (già ampiamente analizzata e approfondita) per favorire invece uno sviluppo e conseguente avanzamento dell’intreccio.
Chi ama Shyamalan conosce il suo stile e sa che ama giocare sulle sottili inquietudini e piccole tensioni nella psiche dei suoi personaggi, ma lo show dovrà dare delle risposte prima o poi, anche perché la lista degli episodi non è poi così lunga.
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“Spaceman” convince nello stile e nella tensione magistralmente creata da Shyamalan e dal suo team di registi e sceneggiatori. Si aprono nuovi scenari, l’enigma si fa più complicato e la trama s’infittisce. A questo punto, ci si augura che i prossimi episodi possano offrire risposte che il pubblico attende ormai da troppo tempo.
