“Il piacere più nobile è la gioia della comprensione.”
Leonardo da Vinci
Arrivata al sesto episodio, Sigal Avin costruisce magistralmente questo “The Bad Reader” e la tensione cresce in maniera esponenziale. Losing Alice mostra in modo evidente l’evoluzione del tormento interiore di una donna che, arrivata alla soglia dei cinquanta, fa i conti con sé stessa e, in particolare, con il suo corpo che sta cambiando e con la sua vita che, inevitabilmente, ha preso una piega che non la soddisfa più.
Nonostante grazie alla sua ostinazione sia riuscita ad ottenere tutto ciò che poteva desiderare come il suo film, il team, gli attori, il suo hotel per le riprese, Alice non riesce a non pensare alla giovane sceneggiatrice che rivede nella prima ragazza che le capita di incontrare. La sua ossessione per Sophie è arrivata ad un livello tale che nemmeno una tranquilla notte in hotel, lontana da famiglia e impegni, può lasciarla indifferente al magnetismo della ragazza, in grado di trascinarla involontariamente all’interno di un baratro da cui difficilmente sarà difficile uscire senza conseguenze.
Il nodo alla gola lasciato dal litigio con la piccola Yara del precedente episodio, chiaro sintomo della nuova condizione familiare imposta da Alice, sembra risolversi come l’esplosione di una bolla di sapone, indolore e senza clamore: l’atteggiamento tipico dei bambini del perdonare anche il più grave degli errori dei genitori fa sciogliere il cuore e anche dubitare, almeno in parte, della bontà d’animo di Alice che effettivamente, in maniera del tutto egoistica, sta lasciando andare la sua casa e la vita con le bambine per un sogno che avrebbe potuto coronare anche in modo differente. Infatti, è l’egoismo, forse sempre stato parte del suo carattere e fino ad allora represso ma ora chiaro e palese, il motopropulsore delle azioni di Alice e gli effetti sono ben visibili sia con la presenza continua e opprimente della madre di David in casa, sia in David stesso che prende le parti di Sophie riguardo alla questione di Tamir.
L’inquietantissimo sogno nella vasca da bagno di Alice, poi, è un momento topico dell’episodio: il candore e la purezza dell’acqua color latte si scontrano con la sensualità del corpo di Sophie che, immergendosi con Alice, crea quel senso di “sbagliato ma al contempo affascinante” in grado di irretire lo spettatore. Era chiaro, a quel punto, un ripensamento sul film e i mille dubbi che si consumano in un’afosa notte sotto le pale del ventilatore a soffitto che continuano a girare come i pensieri della protagonista fino alle prime luci dell’alba.
UN MISTERO RIVELATO?
Il primo incontro di Alice con la madre di Nomy, Pnina, aveva davvero lasciato un senso di inquietudine, in particolare per l’ambientazione del parcheggio sotterraneo, luogo metafora delle emozioni che i personaggi vogliono tenere nascoste. Il successivo dialogo tra le due donne, avvenuto nello stesso parcheggio, non rifugge da queste sensazioni e anzi, le amplifica. Le accuse di omicidio, che non giungono inaspettate per lo spettatore, colpiscono comunque profondamente in quanto, almeno in parte, l’animo rifiuta di credere che una ragazza così promettente e solare possa aver macchinato qualcosa del genere.
Del resto, però, era prevedibile visto il modus operandi di Sophie, la quale, proprio come con Alice, si era “attaccata” a Nomy consumando tutta la sua linfa vitale e portandola verso l’abisso. Sembra, dunque, una cifra caratteristica dei rapporti di Sophie con gli altri quella di portare via tutto ciò che può per accrescersi e diventare veramente qualcuno.
Il fatto che Alice continui a immaginare la sceneggiatura durante i racconti di Pnina rende perfettamente la particolare situazione di fragilità emotiva della protagonista. I suoi dubbi sulla morte del regista precedentemente incaricato alla realizzazione del film di Sophie, Hilik, sembrano confermare un atteggiamento ossessivo e molto lontano dalla realtà, almeno dal punto di vista dei personaggi che la circondano, come la responsabile del film.
“IL CATTIVO LETTORE” O LA VOGLIA DI TRASGRESSIONE DI ALICE
Ami: “You know what you remind me of? The bad reader. You know it? Here. The bad reader… always wants to know, and to know immediately, what really happened. What’s the story behind the story? What’s the deal? Who’s against who? Who fucked who over? What does the bad reader, the exploitative, lazy, the sociological reader, the slanderer and the voyeuristic reader want? To finally find out, without any covers or bullshit, who really did what to whom, and how much. That’s all he wants to know. And when he gets that, he shall be satisfied. Satisfaction means that the great Dostoevsky must’ve been suspected of having a certain tendency to rob and murder old women. William Faulkner was probably guilty of incest, and Nabokov was a pedophile. And Kafka was most certainly wanted by the police. Not to mention what Sophocles did to his father and to his mother. Otherwise, how could he have described it so realistically? So real. More real than life itself.”
Da una citazione di Amos Oz dal libro Una storia di amore e di tenebra è tratto il titolo e anche la chiave di lettura di questo magistrale episodio dalla forte tensione emotiva. Dopo gli avvertimenti di Karen, la moglie di Tamir, su Sophie, Alice sembra intenzionata a scoprire la verità sul conto della giovane sceneggiatrice ma la situazione ben presto precipita. La visita a casa di Ami non va come previsto in quanto tutto ciò che scopre è la sua voglia di trasgressione e l’ansia di sapere ogni cosa, cattiva consigliera.
Degna di nota è tutta la sequenza di dialogo tra Alice e Ami, sequenza che sembra letteralmente squarciare le convinzioni di Alice su Sophie e che è contornata dall’imbarazzante visione dell’intimo leopardato del proprietario di casa. Fa piacere, inoltre, vedere un vero caffè in tazzina piuttosto del solito caffè lungo americano, oltre alla visione di una donna come tante che, dopo aver messo le lenti a contatto, si mostra anche nel pieno di un trip da marijuana.
Purtroppo per Alice, però, sentire l’altra campana non porta da nessuna parte se non ad altri segreti e all’ira, assolutamente giustificata, di una Sophie in visita casuale.
UNO STRANO SCAMBIO DI IDEE
Alice: “Up until that moment, I didn’t know that I wasn’t awake. But suddenly I realized… that I… I’ve been asleep for a long time. Deeply.The kind of sleep that… you couldn’t wake up from even if you tried.”
In ultimo, davvero interessante è il dialogo tra Alice e Sophie: Alice che capisce di aver vissuto dormendo per così tanto tempo e che sembra quasi grata a Sophie per averla svegliata con la sceneggiatura di Camera 209 fa contorcere lo stomaco, soprattutto sapendo cosa si nasconde sotto. Il riferimento ai segreti che dovranno mantenere rende l’atmosfera ancora più cupa. La serpe si è insinuata in seno alla psiche di Alice in maniera del tutto definitiva. Ora Sophie la tiene in pugno.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un finale d’episodio con un colpo di scena a effetto è sicuramente un motivo in più che si aggiunge ai vari pregi della serie di Sigal Avin. La fattura di questo episodio si conferma ottima e non vi è nulla da obiettare. Del resto la discesa nel baratro più profondo è appena iniziata ed Alice sembra non essersene ancora accorta.
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La notte sognivaga passeggia nel cielo ed il gufo, che mai dice il vero, sussurra che sono in me draghi ch'infuocano approdi reali e assassini seriali, vaghi accenti d'odio feroce verso chiunque abbia una voce e un respiro di psicosfera che rende la mia indole quanto mai nera. Però sono simpatica, a volte.