Mario 3×11 – 3×12 – Occhio Pin – Patto MicidialeTEMPO DI LETTURA 4 min

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L’aspetto dei tormentoni nell’umorismo di Maccio Capatonda, soprattutto nell’ambito di Mario, si presenta in duplice veste. Devono sicuramente fare i conti con il formato seriale, con una storia che avanza: è stato infatti fatto notare nelle precedenti recensioni come spesso alcune gag, nella loro riproposizione, arrivassero a rallentare la storia dando quasi l’impressione di una loro trasmissione forzata (unico difetto questo nell’isola felice che Mario rappresenta). E’ anche vero però che il grande Marcello Macchia fa del paradosso, del surreale e del grottesco la sua firma d’autore. All’epoca della Gialappa’s, ma soprattutto con l’esplosione virale di YouTube, trailer di pochi minuti hanno rappresentato una bibbia per gli amanti di questo innovativo e dinamico umorismo. “La Febbra” e Co. sono stati il manifesto di chi aveva perso l’interesse per il cabaret da due soldi, per la pungente satira, per gli animali da palcoscenico. “Ho messo quattro stronzate messe assieme” diceva Pelo Ponneso presentando “Esse Come Savona”: e queste “quattro stronzate messe assieme” sono diventate fonte di socialità, di imitazione, di un nuovo modo di concepire e ridere del quotidiano.
Tutto questo lungo preambolo per dire che “Occhio Pin” e “Patto Micidiale” trovano (soprattutto il primo) un mix perfetto tra riuscitissimi sketch e una storia sempre più avvincente e nonsense che ha modo di andare avanti. Nevio Nipoti si fa riuscito tormentone (la famiglia che contatta il parente emigrato non è più una novità, ma una solida certezza), una gallina cova dell’odio. Ippolito Germer, nella ricerca continua di “rimetodi” per diffondere prevenire malattie quali la Malacqua, il Tifone e la temibile Eiaculazione Precotta, si fa parte attiva del racconto, come fu Pino Cammino un anno fa. Ed ecco salire in cattedra il mitico signor Giorgio Poveracci, vera punta di diamante del pathos che “Occhio Pin” regala. Poveracci ha sicuramente il merito di inaugurare un nuovo metodo di recitazione: l’interpretazione totalmente casuale e distante, quasi confusa, che lo rende una figura da inchino immediato.
E quindi viene eccome fornito materiale per rompere il ghiaccio con futuri amici, magari offrendo un gustoso piatto di Pus Pus, con gag e nuove espressioni sempre più esilaranti. Eppure Maccio Capatonda ormai, come anticipato, sa essere anche eminente autore televisivo. Intralci, Drammi Medicali e La Villa Di Lato potevano tranquillamente permettersi di accantonare una trama che avesse un qualsivoglia senso all’insegna del più sfrenato nonsense, dettato da molte improvvisazioni. Mario non snaturando il surreale universo “macchiesco” – quale metodo migliore per aprire una porta chiusa se non quello di bussare? – porta avanti una storia fatta di intrighi, complotti, rapimenti, matrimoni combinati, il tutto circondato da un grottesco ritratto della nostra penisola, con una lente di ingrandimento puntata sull’importanza vitale dell’immagine e dell’apparire.
Ma Mario non si fossilizza soltanto su una direzione di trama. Nuovi orizzonti si vanno aprendo. Ed ecco infatti un matrimonio alle porte: riuscirà Ginetto a salvare il cane della figlia di Joe Carlone contattando il suo amico Gesù? Questa nuova deriva della trama porta un insieme di virtù all’episodio “Patto Micidiale”. In apparenza infatti, la 3×12 si presenta come la falsa riga della 3×11. Nelle precedenti settimane si cercava di non ripetere gag presentate nel primo dei due episodi trasmessi la stessa sera. In questo caso invece è presente un ritorno più blando di figure di punta come Ippolito Germer e il maleducato paziente morto, così come il geniale Nevio Nipoti in versione più breve. Eppure, come detto, nuovi scenari si aprono all’orizzonte. L’incontro western tra Micidial e Carlone rappresenta uno dei picchi più alti della serie con scelte stilistiche da applausi. Ma soprattutto è notevole la continuità narrativa che fa chiudere magistralmente l’episodio riportando prepotentemente in scena uno dei personaggi più illustri della scorsa… ehm, di due stagioni fa. Personaggio che, guarda caso, era anche stato l’unico a guarire dalla Morte circa 2000 anni fa. E i cliffhanger continuano a superarsi, lasciandoci così in sospeso per un’altra settimana intera.
D’altronde, ormai si è capito, gli episodi di Mario sono come le belle donne…

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Grande qualità nelle gag di “Occhio Pin”
  • Il signor Poveracci e il Raffredoremifasollasi
  • Nevio Nipoti e la poesia sulla nebbia
  • I signori Boccarana
  • Finalmente un servizio di Gionnetto Marcanouna, ora manca solo Danny Gravido
  • Colte citazioni letterarie con Pinocchio (più la prevedibilissima deriva finale sul suo mentire)
  • Finale intrigante di “Patto Micidiale”
  • Amarino Mallo in Gallia
  • “Le donne sono come le belle donne”
  • Incontro tra Micidial e Joe Carlone
  • La pizza quattro stagioni
  • Fatela vedere la marca della birra che pubblicizzate almeno una volta…
  • Alcune gag di “Patto Micidiale” sottotono se confrontate con quelle dell’episodio precedente

 

I livelli sono sempre molto alti, con una maggiore freschezza nelle gag della 3×12 forse si sarebbe anche raggiunta la vetta dei 5 Emmy, ma c’è comunque fiducia che ci si possa presto arrivare.
Per il resto, che dire? Meno Mario che esiste una serie del genere che ci fa sentire tutti un po’ più vicini.

 

Il Magnate Degli Spaghetti 3×10 ND milioni – ND rating
Occhio Pin 3×11 ND milioni – ND rating
Patto Micidiale 3×12 ND milioni – ND rating

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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