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Croce e delizia di Mayans MC è l’enorme ricchezza di storyline, quindi di possibili derive narrative, che può però essere anche vista come semplice dispersività. In Sons Of Anarchy, almeno in principio, non mancavano certo cenni di background delle tante figure descritte, difficilmente però venivano unite tante linee parallele di trame orizzontali. Un unico filone si alternava con cenni di trame verticali. Una volta “fidelizzato” il pubblico, anche i personaggi secondari diventavano protagonisti di diverse storie importanti ai fini della trama principale.
Mayans MC deve ancora catturare il suo pubblico, eppure è impossibile individuare una gerarchia nelle storyline, così come nei personaggi. Sarà per un protagonista efficace ma che non ruba particolarmente la scena, però ad ogni cambio di sequenza è impossibile individuare la vera strada su cui tutto convergerà.
Certo, per uno spin-off scatta automatico il paragone con una tanto amata serie madre come Sons Of Anarchy. La 1×05 però, nell’incontro tra Ezekiel e Galindo prima e l’incontro tra Ezekiel e Emily dopo, evoca alla mente caratteristiche e cliché di un’altra opera meno fortunata di Sutter. L’amore impossibile, l’eroe romantico contro l’uomo di potere – Ezekiel è una sorta di cavaliere moderno, Galindo un Re – e soprattutto un’ingente presenza di ribelli che sfidano il potere tirannico sono elementi riconducibili allo sfortunato tentativo chiamato The Bastard Executioner. Proprio la precedente esperienza televisiva di Sutter sembra aver influenzato il suo stile, dilatando i tempi scenici e creando dei trascorsi ben più espliciti nei protagonisti. Se ci si ricorda la 1×01 di The Bastard Executioner, l’intero episodio era un prologo allo status quo dell’intera serie (stagione): lo spettatore doveva sapere benissimo, nel prosieguo degli episodi, quale fosse il punto di partenza. Niente a che vedere con i segreti mano a mano svelati in SoA, anche a distanza di diverse stagioni, mai tramite flashback. Esempio lampante in tal senso in Mayans è l’immediata rivelazione dell’oscuro passato del padre dei due fratelli.
L’impressione quindi, dopo cinque episodi, è che le carte siano state messe in tavola il prima possibile, per poter sviluppare al meglio un drammone senza precedenti. Però. Non c’è solo un però, ce ne sono una valanga. Oltre al fatto che una maggiore complessità, un maggior numero di storyline da seguire, per una serie che ancora deve effettivamente sbocciare, sono un bel rischio nel catturare l’attenzione e l’affetto del pubblico, altro problema sta nell’effettiva essenza di una serie che ha come protagonista un charter di motociclisti. E’ vero, si è già detto come lo stile di Mayans non debba per forza essere affine a quello di Sons Of Anarchy. Tuttavia, seguendo le avventure individuali dei singoli personaggi, tale elemento da un lato crea la frammentazione di cui sopra, utile per la tridimensionalizzazione dei personaggi principali (e degli intrecci drammatici), dall’altro è dannoso per ricreare quell’idea di gruppo e di insieme di una gang di motociclisti. Bisogna solo capire se questa doppia coppia pericolosissima (Angel/Adelita, Ezekiel/Emily) sarà un geniale stratagemma narrativo e drammatico oppure una deriva soap senza precedenti.
E poi, dopo tutta la crisi tra Emily e Galindo, li fanno scopare, così, de botto, senza senso (cit.).
In appendice, un paio di riflessioni. Gran parte della recensione ha avuto al suo centro il paragone con Sons Of Anarchy prima e The Bastard Executioner poi, paragoni da cui vengono quasi decretati pregi e difetti di Mayans MC. Fondamentalmente si cerca il marchio di Sutter all’interno di un’opera, guarda un po’, di Sutter. Quanto vale la pena oggi cercare di percorrere i passi di una serie rimasta impressa nell’immaginario collettivo, utilizzando gli stessi temi? SoA aveva rappresentato un effetto sorpresa a livello soprattutto stilistico. Non ne uscirà sempre sconfitta, invece, un’opera dove il paragone è sempre dietro l’angolo, anche se tale paragone viene utilizzato per individuare differenze con la serie madre? O ci si sposta un po’ dalla tematica cardine come in Better Call Saul (aggiungendo anche una perfezione stilistica), oppure si vivrà sempre all’ombra di qualcosa di più grande.
Seconda riflessione. La grande frammentazione di trame orizzontali, il minutaggio più elevato e un andamento meno sostenuto stanno finora caratterizzando Mayans MC. Il tempo non era stato galantuomo con il già citato The Bastard Executioner, serie fallimentare ma che, a quanto se ne può sapere, sarebbe potuta diventare un capolavoro nell’arco di 2-3 stagioni. Vale ancora la pena confidare nella pazienza dello spettatore, nel buttare piccoli semi che germoglieranno più in là, come fu per Sons? Serie da “cotto e mangiato” prodotte da piattaforme come Netflix sembrerebbero suggerire il contrario.
Mayans MC deve ancora catturare il suo pubblico, eppure è impossibile individuare una gerarchia nelle storyline, così come nei personaggi. Sarà per un protagonista efficace ma che non ruba particolarmente la scena, però ad ogni cambio di sequenza è impossibile individuare la vera strada su cui tutto convergerà.
Certo, per uno spin-off scatta automatico il paragone con una tanto amata serie madre come Sons Of Anarchy. La 1×05 però, nell’incontro tra Ezekiel e Galindo prima e l’incontro tra Ezekiel e Emily dopo, evoca alla mente caratteristiche e cliché di un’altra opera meno fortunata di Sutter. L’amore impossibile, l’eroe romantico contro l’uomo di potere – Ezekiel è una sorta di cavaliere moderno, Galindo un Re – e soprattutto un’ingente presenza di ribelli che sfidano il potere tirannico sono elementi riconducibili allo sfortunato tentativo chiamato The Bastard Executioner. Proprio la precedente esperienza televisiva di Sutter sembra aver influenzato il suo stile, dilatando i tempi scenici e creando dei trascorsi ben più espliciti nei protagonisti. Se ci si ricorda la 1×01 di The Bastard Executioner, l’intero episodio era un prologo allo status quo dell’intera serie (stagione): lo spettatore doveva sapere benissimo, nel prosieguo degli episodi, quale fosse il punto di partenza. Niente a che vedere con i segreti mano a mano svelati in SoA, anche a distanza di diverse stagioni, mai tramite flashback. Esempio lampante in tal senso in Mayans è l’immediata rivelazione dell’oscuro passato del padre dei due fratelli.
L’impressione quindi, dopo cinque episodi, è che le carte siano state messe in tavola il prima possibile, per poter sviluppare al meglio un drammone senza precedenti. Però. Non c’è solo un però, ce ne sono una valanga. Oltre al fatto che una maggiore complessità, un maggior numero di storyline da seguire, per una serie che ancora deve effettivamente sbocciare, sono un bel rischio nel catturare l’attenzione e l’affetto del pubblico, altro problema sta nell’effettiva essenza di una serie che ha come protagonista un charter di motociclisti. E’ vero, si è già detto come lo stile di Mayans non debba per forza essere affine a quello di Sons Of Anarchy. Tuttavia, seguendo le avventure individuali dei singoli personaggi, tale elemento da un lato crea la frammentazione di cui sopra, utile per la tridimensionalizzazione dei personaggi principali (e degli intrecci drammatici), dall’altro è dannoso per ricreare quell’idea di gruppo e di insieme di una gang di motociclisti. Bisogna solo capire se questa doppia coppia pericolosissima (Angel/Adelita, Ezekiel/Emily) sarà un geniale stratagemma narrativo e drammatico oppure una deriva soap senza precedenti.
E poi, dopo tutta la crisi tra Emily e Galindo, li fanno scopare, così, de botto, senza senso (cit.).
In appendice, un paio di riflessioni. Gran parte della recensione ha avuto al suo centro il paragone con Sons Of Anarchy prima e The Bastard Executioner poi, paragoni da cui vengono quasi decretati pregi e difetti di Mayans MC. Fondamentalmente si cerca il marchio di Sutter all’interno di un’opera, guarda un po’, di Sutter. Quanto vale la pena oggi cercare di percorrere i passi di una serie rimasta impressa nell’immaginario collettivo, utilizzando gli stessi temi? SoA aveva rappresentato un effetto sorpresa a livello soprattutto stilistico. Non ne uscirà sempre sconfitta, invece, un’opera dove il paragone è sempre dietro l’angolo, anche se tale paragone viene utilizzato per individuare differenze con la serie madre? O ci si sposta un po’ dalla tematica cardine come in Better Call Saul (aggiungendo anche una perfezione stilistica), oppure si vivrà sempre all’ombra di qualcosa di più grande.
Seconda riflessione. La grande frammentazione di trame orizzontali, il minutaggio più elevato e un andamento meno sostenuto stanno finora caratterizzando Mayans MC. Il tempo non era stato galantuomo con il già citato The Bastard Executioner, serie fallimentare ma che, a quanto se ne può sapere, sarebbe potuta diventare un capolavoro nell’arco di 2-3 stagioni. Vale ancora la pena confidare nella pazienza dello spettatore, nel buttare piccoli semi che germoglieranno più in là, come fu per Sons? Serie da “cotto e mangiato” prodotte da piattaforme come Netflix sembrerebbero suggerire il contrario.
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Serve pazienza, le intenzioni sono ottime e le idee sembrano esserci. Per attendere con impazienza l’episodio successivo, però, serve forse qualcosa di più (o di meno).
Murcielago/Zotz 1×04 | 1.90 milioni – 0.8 rating |
Uch/Opossum 1×05 | 1.39 milioni – 0.5 rating |
Sponsored by Sons Of Anarchy Italia
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.