La serie di casa FX riparte con un doppio episodio che dà il via a questa terza stagione con gli equilibri all’interno dei gruppi di potere che appaiono traballanti e subito messi in discussione sin dalla season premiere.
IL CARTELLO DI GALINDO
Con la morte della madre, Miguel sembra essere impazzito e aver perso gran parte della sua razionalità, elemento che lo ha sempre contraddistinto, tanto da non rendersi conto dell’evidente pericolo che corre la sua organizzazione criminale che, lentamente, sta perdendo territorio e potere.
La relazione con la Governatrice Palomo, l’uccisione di Paco e gli evidenti segni di instabilità del leader del cartello, aprono nuovi scenari per il controllo di Santo Padre, con il probabile arrivo di nuove organizzazioni criminali per il controllo della zona.
Un ventata di novità non guasterebbe e sicuramente non verrà portata da Emily che continua a essere il personaggio meno riuscito della serie, bidimensionale nonostante gli approfondimenti dedicatole e di scarso appeal, salvo che l’arrivo della sorella Erin non cambi la situazione, anche se servirebbe un miracolo in tal senso.
Le continue diatribe col marito, di poco interesse, tolgono prezioso screen time che invece potrebbe essere dedicato al ben più affascinante Cartello di Galindo, di cui purtroppo per ora si è visto ben poco, sperando che gli autori decidano di dedicare maggior spazio all’impero del narcotraffico di Miguel.
MAYANS
All’interno del charter regna il caos viste le diatribe tra Bishop e gli altre due Kings, motivo per cui finalmente EZ decide di farsi valere ed escogita un piano per rendere Bishop l’unico Re, una situazione esplosiva e molto suggestiva, in grado di cambiare radicalmente la struttura interna del gruppo di motociclisti. La tossicodipendenza di Coco, mai ripresosi del tutto dall’incidente all’occhio, porterà sicuramente enormi guai al gruppo dove ogni problema viene affrontato collettivamente come se fosse di tutti e l’ex cecchino infallibile, in quanto Mayans, non si sottrae a questa regola.
I problemi di Coco possono essere utilizzati con diverse finalità e rappresentano uno sbocco narrativo di grande potenziale se collegati nel giusto modo ad altre storyline.
Ancora una volta, però, i Mayans risultano essere troppo Reyes-centrici, visto che escludendo i due fratelli e in piccola parte Coco, agli altri componenti del gruppo viene dedicato pochissimo screen time, risultando character poco approfonditi e che non suscitano interesse, un peccato visto la natura corale, almeno sulla carta, della serie.
IL RITORNO DI ADELITA
La violenta open cold che apre questo secondo episodio stagionale assume un senso con il rientro di Adelita che gli americani credono di aver consegnato alla polizia messicana e invece viene salvata dai suoi Los Olvidados.
La neomamma sembra essere fortemente scossa dalla prigionia e dalle torture subite ma, soprattutto, dalla separazione dal figlio appena nato, situazione che sembra averla momentaneamente piegata.
Ma la leader dei ribelli ha un carattere estremamente forte e non si dubita affatto di una sua ripresa, anche perché nell’economia della show i ribelli messicani sono di fondamentale importanza, rappresentando un elemento di instabilità utile agli autori per scompaginare ulteriormente il grande puzzle dei vari gruppi criminali, con l’augurio che il character non venga sprecato in inutili love story di ritorno con Angel Reyes.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un buon episodio per Mayans che continua a mettere le carte in tavola per lo sviluppo di questo terzo ciclo stagionale, anche se alcuni difetti storici della serie sono ben presenti, come le diatribe tra Miguel e Emily di ben scarso interesse per lo spettatore e il poco spazio per la gran parte dei membri dei Mayans. Le premesse sono buone, non resta che aspettare e vedere come evolverà questa nuova stagione.
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