Narcos: Mexico 2×09 – Growth, Prosperity And LiberationTEMPO DI LETTURA 3 min

A un passo dal finale Narcos: Mexico tira fuori l’artiglieria pesante (letteralmente), da un lato portando una storyline (quella della DEA in incognito) alla sua naturale, per quanto tragica, fine; dall’altro preparando il terreno per un finale che, al momento, è ancora aperto.

Attenendoci  solo a quanto visto finora e quindi non indagando su come nella realtà si sia conclusa la storia di Miguel Ángel Félix Gallardo, il finale dell’episodio lascia presagire un rinnovato equilibrio per la federazione di narcotrafficanti messicani grazie alla riuscita del colpaccio, ossia trasportare al di là del confine in una sola notte la metà della cocaina normalmente trasportata in un anno. Il sogno di Félix è quasi compiuto: non ha ancora messo in ginocchio i Colombiani ma ha dimostrato a tutti che le sue capacità superano perfino la sua ambizione.
La cornice narrativa dentro la quale si compie questo successo può essere parimenti considerata ottimale: ad una prima parte dell’episodio più introspettiva che vede Félix riavvicinarsi a Maria, segue quella che, pur nella lunghezza, è sicuramente una delle sequenze migliori della stagione.

Dall’ingresso di Félix e consorte alla festa fino all’arrivo di Breslin alla safe house, sono 16 intensi minuti in crescendo di grande potenza scenica. Le scene dominate dallo splendore e dalla luminosità dell’ambientazione della festa del Presidente si alternano, creando un potente contrasto visivo ed emotivo, all’oscurità delle scene dell’agguato (o, meglio, dell’imboscata) all’aeroporto.

Il contrasto che  emerge è anche quello tra i protagonisti delle due scene: alla festa politici, lobbisti, persino narcotrafficanti, tutti accomunati dal potere che permetterà loro, senza sporcarsi le mani, di fruire maggiormente dei guadagni derivanti dal nuovo status quo – come, peraltro, esplicitato dal neo Presidente nel discorso che dà il titolo alla puntata; all’aeroporto la manovalanza divisa tra chi combatte per il mantenimento del nuovo equilibrio e chi per sovvertirlo, entrambe le fazioni accomunate dall’essere coloro che, agendo nell’oscurità, si sporcano le mani e rischiano tutto.

Stavolta a rischiare, e perdere tutto, sono stati soprattutto i “buoni”: un momento prima, forti e sicuri della riuscita del piano, prendono possesso delle auto a guardia dell’aeroporto e un momento dopo, dal nulla, l’escalation di violenza e tragica fine dell’intero gruppo. L’intensa scena drammatica si contrappone a quella, simultanea, della vittoria di Félix culminante con perdono e approvazione della moglie ed è coronata dall’apparizione di Calderoni che dà, letteralmente, il colpo di grazia al gruppo di poliziotti sognatori e, in particolare, a un Walt Breslin.

Schiaffeggiato dalla bruciante verità che la colpa della carneficina sia sua, il malinconico poliziotto già provato dal senso di colpa per la morte del fratello ha un altro importante macigno da portare con sé.

Sebbene si potesse intuire che non sarebbe andata a finire come la truppa americana immaginava, una tale carneficina poteva essere inaspettata se si pensa alla tensione costruita anche intorno alla figura di Amado che, pur avendo scoperto i localizzatori, viene mostrato in atteggiamento dubbioso e accigliato nei confronti di Félix e dell’operazione, cosa che avrebbe potuto far pensare ad un ribaltamento della situazione.

D’altra parte la puntata iniziava con il ricordo nostalgico ed affettuoso della vita precedente al narcotraffico – con guest star Rafa il “genio” – , spesso prodromico a imminente caduta del protagonista. A questo punto, se questo avverrà, sarà solo nel finale di stagione.

Un’ottima puntata per guidare lo spettatore al season finale (e chissà che non sia un series finale, visto che non ci sono ancora certezze sul rinnovo della serie). Per sicurezza, godetevi la puntata come fosse l’ultima!