In dirittura d’arrivo con il season (e forse series) finale c’era bisogno di arrivare ad un punto di rottura. Nonostante all’inizio di Ozark si fosse incoronato Del come unico e vero personaggio da cui guardarsi le spalle, con il passare degli episodi la serie di Bill Dubuque è riuscita sorprendente a creare un nuovo microcosmo con cui crescere, giocare e svilupparsi. All’alba della fine, però, non c’è solamente il pericolo relativo a Del ma anche quello proveniente dall’FBI, da Jacob, da Ruth e dai Langmore in generale. Molti stakeholders ed un solo legame in comune: la famiglia Byrde. Il punto di rottura era quindi nell’aria, o almeno uno dei potenziali punti di rottura perché, come dimostrato, si è incrinato solo un rapporto tra i Byrde ed il resto .
Wendy: “There’s no hit man out front.”
Marty: “I transferred the last of the eight.”
Wendy: “We’re done?”
Marty: “For now. We did it. How’d that Sam thing go?”
Wendy: “We own a funeral home now.”
Marty: “Of course we do.”
Come si diceva già nella recensione di “Tonite We Improvise“, i Langmore non sono e non erano da considerare come il principale pericolo per Marty quanto piuttosto come una mina vagante pronta ad esplodere e deflagrare. Si parla di Langmore in generale perché sia Ruth che Russ, per motivi diversi, sono le teste calde della famiglia, o meglio erano. Se Ruth sotto sotto comincia ad affezionarsi a Marty nonostante venga spinta dal padre verso il lato oscuro, è Russ che, ormai totalmente allo sbando tra FBI ed una nipote che ha scoperto il suo complotto, compie il passo più lungo della gamba e si gioca il tutto e per tutto. Due morti, esattamente nel porticciolo del Blue Cat e sotto l’occhio vigile dello sgherro mandato da Del, non possono che peggiorare la situazione generale portando il livello di attenzione ad un nuovo massimo storico. E ovviamente in tutto ciò lo sceriffo si farà sentire, viste le continue coincidenze che vedono i Byrde e la polizia locale in costante contatto.
Come anticamera del season/series finale, c’era da aspettarsi un aumento del ritmo narrativo ma quanto visto qui difficilmente potrà essere gestito e chiuso solamente nel giro di un episodio. C’è quindi un piano molto più ampio nella mente di Dubuque che, ad ogni modo, non rappresenta una sorpresa.
L’aggiunta di altri 50 milioni da riciclare, così su due piedi e proprio al termine della sessione estiva, sono un altra grossa bella gatta da pelare. Non c’è infatti nemmeno il tempo di festeggiare il riciclaggio riuscito degli 8 milioni che ne arrivano altri 50. Tralasciando l’ingente somma di denaro, è la presentazione dei soldi in sè che lascia intendere la volontà di Del di non facilitare le cose a Marty. Perché oltre al riciclaggio questo comporta anche il mantenimento dei milioni in un luogo sicuro e non rintracciabile né dai Langmore, né dagli Snell, né dal FBI. Ed ecco quindi che, per l’ennesima volta, la famiglia Byrde deve muoversi all’unisono, spingersi ulteriormente oltre quel confine morale che una classica famiglia borghese americana non oltrepasserebbe mai, e solo per una mera questione di sopravvivenza. Va fatta una doverosa riflessione a margine perché se per riciclare 8 milioni è stato necessario acquistare 3 attività (Blue Cat, Lickety Splitz, onoranze funebri), allora per riciclare 50 milioni, oltre che richiedere più tempo, servirà anche acquistare delle altre attività. Cosa che ovviamente ad un certo punto dovrà finire viste le limitate possibilità di acquisto di attività in quel degli Ozark.
“Coffee, Black” è estremamente importante da questo punto di vista perché permette al pubblico di empatizzare completamente con i Byrde, ed in particolar modo con Marty, percependo direttamente quella sensazione di soffocamento che Jason Bateman ha reso perfettamente nel momento in cui ha aperto la scatola con i soldi. Aver accettato il lavoro da Del in “Kaleidoscope” includeva, tra le clausole, l’impossibilità di rescindere il contratto ed una buona uscita fatta di proiettili, sacchi di plastica neri e dell’acido. Difficile rifiutare quindi il nuovo obiettivo dei 50 milioni e, come dice il patriarca dei Byrde verso fine puntata, “that’s why we’re gonna need more hands“.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Kaleidoscope 1×08 | ND milioni – ND rating |
Coffee, Black 1×09 | ND milioni – ND rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.