L’apparente disordine che Lynch sembra aver messo in scena gode in realtà di un’alternanza molto rigida. L’attenzione dello spettatore ogni volta viene dirottata verso una direzione diversa, nell’enorme parco personaggi pensato per questo “ritorno”.
A farla da padrone in questo 13esimo episodio è indubbiamente la duplice interpretazione di Kyle Maclachlan, unico vero regular (se così si può dire) della stagione. L’adorabile Dougie Jones si avvicenda quindi con uno spettacolare bad Cooper, forse da troppo tempo assente dagli schermi (e in questo caso viene anche mostrato letteralmente in uno schermo). Commentare ciò che David Lynch racconta, tuttavia, rischia di scadere nella mera descrizione da un lato, o nel commento che, da qualsivoglia lato lo si prenda, risulterà superficiale. Indubbia, infatti, quella che sarà la risultante finale, dove un grande disegno (forse) si dispiegherà davanti agli occhi del pubblico unendo puntini finora incomprensibili. Nel segno della già citata alternanza, staticità e mobilità prendono ognuna il proprio posto nei due alter ego. Dougie vede potenziata la propria immagine di “angelo custode”, portando così avanti la trama gangster e aiutando, inconsapevolmente, a smascherare un grande giro criminale. Si sarebbe potuto facilmente pensare che anche in questo caso, soprattutto nello scoprire il veleno (cosa che di fatto mai avviene, visto il pentimento di Anthony grazie alla sua forfora), vi sarebbero state le influenze esoteriche della Loggia. Si è ingannati soprattutto nel momento in cui Dougie aguzza la vista apparentemente verso il vuoto, distratto invece dalla classica crostata di ciliegie. La trama va quindi avanti, senza però discostarsi di molto da quello che già si era percepito.
Il simpatico scambio di battute tra Cooper malvagio e gli amici di Ray regala molto del grottesco lynchano, soprattutto nella favolosa sequenza del braccio di ferro, in cui il doppelganger sembra quasi giocare con il suo avversario, in maniera tutt’altro che terrena.
Commentare, come detto, queste sequenze, porta inevitabilmente a sottolineare l’ovvio, come l’eventuale apprezzamento verso l’interpretazione dell’attore protagonista, convincente più che mai. Interessante sarà, soprattutto nella seconda sequenza presa in esame, andare a individuare piccoli particolari che vanno ad arricchire vaste ipotesi che inevitabilmente si sono messe in moto nel cervello dei fan. Verranno citate vagamente in modo che chi già sa potrà intuire, chi non sa non si vedrà condizionato.
Ad esempio, vedere Richard Horne avanzare nella folla e osservare bad Cooper potrebbe alimentare un’idea riguardo un presunto legame tra i due (il tizio che appare chiedendo se ha bisogno di soldi è terreno o viene dalla Loggia?). Oppure notevole la funzione dell’anello che torna finalmente a casa. Interessante la conferma che dietro il tentativo di eliminazione della copia malvagia ci sia quel Philip Jeffries nominato da Albert nello scorso episodio (per i meno attenti: agente dell’FBI a capo dell’operazione Blue Rose, interpretato da David Bowie nel film “Fire Walk With Me”, dove appariva in stato confusionale per poi scomparire nel nulla).
Ma quelli citati sono in realtà piccoli particolari alla luce del sole, se messi a paragone con un elemento tanto ingombrante quanto poco nitido: il tempo non scorre in maniera regolare. Se la confusione delle sequenze e del montaggio poteva già precedentemente dare un’idea del genere, in questo caso se ne ha la prova tangibile. Prima di citare gli esempi, occorre premettere che potrebbe semplicemente trattarsi di una scelta di montaggio “disordinata” appositamente e che il tempo diegetico sia in realtà regolarissimo. Probabilmente nessuno lo capirà mai.
- Esempio n. 1
Ad inizio episodio si vede un esilarante trenino in cui partecipa anche Dougie, evidente seguito della serata di festeggiamenti con cui si concludeva la 3×11. Qualcuno potrebbe obiettare: chi dice che non sia un altro giorno? Il fatto che il capo di Dougie specifichi proprio che sembrano aver fatto nottata. Perché specificarlo, se non per evidenziare la consequenzialità di eventi?
Benissimo. Nella 3×12, Kyle Maclachlan, nelle vesti di Dougie, compariva, in via eccezionale, in una brevissima sequenza in cui giocava (per modo di dire) a baseball con il figlio. Se gli eventi della 3×13 si collocano in diretta successione con quelli della 3×11, quando avviene quello della palla da baseball della 3×12? Potrebbe essere un flashback o una scena ornamentale a caso, è vero. Una rondine non fa primavera. Tuttavia la sua stessa presenza sembra voler apparire come un codice, un linguaggio specifico in cui Lynch esplicita una dichiarazione di intenti.
- Esempio n. 2
Come se non bastasse, Bobby si reca alla RR, incontrando un ritrovato Big Ed e Norma, cercando Shelly e affermando di aver appena trovato, insieme a Hawk e Truman, oggetti appartenenti al padre. Fatti che avvenivano nella 3×09. Se non fosse che nella 3×11 vi era tutta la straniante sequenza all’interno proprio del RR, con Shelly, la figlia e tutto il caos di spari e bambine vomitanti nella strada adiacente.
- Esempio n. 3
Meno eclatante, ma più disturbante, la sequenza all’interno del salotto di Sarah Palmer. Che non stia proprio in forma si era capito, plausibile quindi che guardi il frammento di un incontro di boxe in loop. Volendo volare con la fantasia si può notare come il consumo di alcool da un lato (tempo che procede linearmente) e il loop temporale dall’altro (incontro in loop – un po’ come la litania alla radio della 3×08) possa essere la dimostrazione di due diversi andamenti temporali.
Boh.
Ciò che bisognerebbe capire è quanto Lynch si spinga verso un tipo di misticismo esplicito di stampo classico, o quanto rimanga fedele alla sua logica di voler mostrare le stranezze, senza creare piani dimensionali “metaforici”. Spiegando meglio: i sogni di Tony Soprano contenevano grandissime quantità di simbolismo, pur in un contesto totalmente onirico. Il sogno di Dale Cooper, nella 1×03, era esplicito, confuso ma esplicito. Mostrava la red room, mostrava il nano, mostrava Laura nella Loggia. Tutte cose vere, confuse per lo spettatore, bizzarre nella loro concezione, ma reali per il mondo narrativo di Lynch.
Tutto questo per dire: dov’è Audrey? Perché nessuno la nomina e sembra totalmente incapace di lasciare la casa? Se nello scorso episodio potevano solo esserci speculazioni, in questo il dialogo tra Audrey e Charlie sembra lasciare meno spazio alle interpretazioni. Bisognerà solo capire in che luogo si trovi, volendo accantonare (ma non escludere) la facile ipotesi di uno stato onirico, dettato magari proprio dal coma. Così come capire la natura di Charlie, il cui aspetto non può essere una coincidenza in correlazione con altre figure della mitologia di Twin Peaks: pensare ad un parto dell’inconscio di Audrey rappresenterebbe quasi uno spreco.
Ma la 13esima parte del Ritorno conferma ancora di più la personalissima operazione nostalgia attuata da Lynch. Per modo di dire, ovviamente, visto che questa terza stagione tutto è tranne che un puro revival. Lo sguardo al passato è dettato da alcuni momenti:
- Il ritorno di Big Ed e l’amarissima rivelazione sul suo rapporto con Norma, ingannevole all’inizio;
- Il momento “imprenditoriale”, in cui Norma e il suo amante-consulente discutono della catena Norma’s RR, sembra quasi di essere tornati ai tempi della segheria;
- L’incontro tra Nadine e Jacobi, dopo tanta stasi. I due sembrano non vedersi da tanto. Nadine è ancora fissata con le tende, ma ora anche un po’ dalle pale dorate;
- L’indimenticabile canzone interpretata da James, uno dei momenti più nonsense del Twin Peaks che fu.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Return, Part 12 3×12 | 0.24 milioni – 0.1 rating |
The Return, Part 13 3×13 | 0.28 milioni – 0.1 rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.