La serie prodotta da Ridley Scott non riesce ancora a soddisfare le alte aspettative del pubblico. Con “Seven”, infatti, Raised By Wolves prosegue il suo racconto, tra alti e bassi.
Il difetto di questa serie, come è stato già ampiamente detto, è lasciare lo spettatore nella condizione di dover immaginare e riempire da solo i buchi della narrazione. Sconvolgente, a tal proposito, dopo il finale di stagione, era proprio l’assenza del figlio di Mother nel primo episodio di questa seconda stagione, poi quasi protagonista di “Seven”. Forse questa scelta si può imputare alla decisione di trasmettere due episodi settimanali, concependo così un lungo doppio episodio. Tutto sommato l’episodio è godibile e la visione scorre, se non altro per la coralità rappresentata.
LA FAMIGLIA ATEA
Mother: “Father, the man who set fire in front of our habitat was found. And… I was tasked with punishing him. Nonfatally. You’re smiling, Father. Is that purposeful?”
Father: “Yes. The fairness evidenced in this news gives me great relief. As I was worried we would not be able to remain here.”
Mother: “You’re feeling optimistic about this place?”
Father: “My caregiving protocols are being satisfied at higher levels than ever before. Our children have plentiful food, shelter, and now we know they also receive fair treatment under the law.”
Mother: “My caregiving protocol is similarly satisfied.”
Father: “Then we are in sync, Mother.”
Mother e Father, riprogrammati da The Trust, stanno ricostruendo la loro famiglia nell’accampamento ateo. In questo momento colpisce come i due sembrino sempre meno androidi e comincino a sviluppare un pensiero proprio. Father tenta di adattarsi e farsi accettare degli altri atei e conduce delle ricerche scientifiche sullo scheletro di un androide vecchio migliaia di anni. Sicuramente questo breve accenno verrà ripreso negli episodi a seguire date le premesse iniziali: Kepler 22 b non è come sembra, la vita è passata su questo pianeta migliaia di anni prima.
Mother, dal canto suo, nasconde la verità su suo figlio a Father e agli atei che li hanno accolti: Mary è l’unica a sapere e per questo viene coinvolta. Amanda Collin riesce sempre a mostrare la doppiezza di Mother, divisa tra la programmazione imposta e i suoi sentimenti che riescono sempre ad emergere. La sofferenza per il figlio aberrante che ha generato è sempre visibile nei suoi occhi.
LA FAMIGLIA MITRAICA
Decima: “I wear the armor of Mithras and the light. It s… it shields me from… Sol’s light. I feel it burning inside you. I think you’re the only human being I’ve actually ever wanted to touch.”
Marcus: “Then touch.”
Sempre più inquietante risulta la sincera conversione di Marcus al mitraismo e il suo proporsi come santone di turno, con un unico dettaglio a suo sfavore: una sola accolita. Decima, infatti, è l’unica a seguire Marcus; la storia personale della donna dovrà essere spiegata successivamente ma per ora si può solo far menzione del suo androide, a immagine della figlia morta, che crea un senso di straniamento nello spettatore. Infatti, fino ad ora gli androidi erano stati utilizzati per uno scopo preciso e non per sopperire ad una mancanza, specialmente affettiva. La situazione di Decima risulta così parallela e opposta a quella di Mother.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Con “Seven” Raised by Wolves ancora non riesce a raggiungere il livello che ci si aspetterebbe ma ha posto le basi per un possibile miglioramento, se non altro per qualcosa di più interessante della guerra tra atei e mitraici.
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La notte sognivaga passeggia nel cielo ed il gufo, che mai dice il vero, sussurra che sono in me draghi ch'infuocano approdi reali e assassini seriali, vaghi accenti d'odio feroce verso chiunque abbia una voce e un respiro di psicosfera che rende la mia indole quanto mai nera. Però sono simpatica, a volte.