Ratched 1×02 – Ice PickTEMPO DI LETTURA 4 min

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Ratched è stata una serie senz’altro molto attesa, sia per le aspettative legate al personaggio della protagonista (come si diceva nella scorsa recensione aveva valso addirittura l’Oscar a Louise Fletcher), sia per la partecipazione di Ryan Murphy, che in questa seconda puntata marca ancor di più il suo stile introducendo nell’atmosfera l’elemento omosessuale.
Il carattere fortemente stereotipato che si è già apertamente manifestato suscita, tuttavia, il dubbio che la serie si piazzi in una posizione molto scomoda, in bilico tra la mera mancanza di originalità ed il manierismo. La pretesa di voler raccontare le origini di Mildred Ratched appare infatti essere ostacolata da un’eccessiva attenzione al comparto tecnico che, seppur eccellente – molto belli i costumi, curata la fotografia, assolutamente appropriato lo stile della regia –, appesantisce quasi la visione, limitando lo spettatore a considerazioni positive ma oggettivamente sterili.
Tutto ciò che si può aggiungere di buono è che l’elemento splatter si perfeziona, inquadrando definitivamente la serie in un genere abbondantemente rodato che unisce l’horror alla Stephen King ad atmosfere eccentriche alla Wes Anderson. Quello che ancora manca quasi del tutto è l’elemento narrativo, dal momento che la trama ha difficoltà a partire ed i personaggi sullo schermo mal si intrecciano tra di loro.
La storyline principale continua ad essere introdotta in maniera un po’ forzata ed il rapporto tra Mildred ed Edmund non viene per nulla approfondito. I due sembrano essersi persi molto tempo addietro eppure condividono stranamente la stessa maniacalità, scaturita probabilmente in entrambi dalla perdita della madre che, per altro, non si capisce se fosse una suora, come confessato nella scorsa puntata da Edmund al prete, o la donna sposata che non vuole avere figli a cui si riferisce Mildred nel gioco sessuale con il vicino di stanza. Unica cosa deducibile è che i due, portando cognomi diversi, Ratched e Tolleson, siano figli della stessa madre ma di due padri distinti.
Si rimane poi ancora troppo enigmatici sul malefico piano che Ratched ha deciso di mettere in atto e non si capisce nemmeno chiaramente quanto abbia intenzione di coinvolgere il fratello. Non è chiaro se la scena di finta schizofrenia, messa su da Edmund nello studio del dott. Hannover, sia stata architettata dai due fratelli insieme o se sia frutto della scaltrezza del solo Edmund, smascherato comunque dal dottore. Insomma, il principale filo della trama è condito da parentesi accattivanti – altro esempio è la lobotomizzazione di padre Andrews – ma si spera non tardi troppo, altrimenti si rischia di annoiare anzitempo lo spettatore.
Altro elemento che fa storcere un po’ il naso è la parentesi rosa dell’incontro tra Mildred e Gwendolyn Briggs che viene goffamente introdotta pretendendo di mostrare l’altra faccia dell’infermiera killer, quella della ragazza sensibile e insicura, senza però risultare pienamente convincente. Quanto meno, per il personaggio di Gwendolyn è stata intelligentemente scelta Cynthia Nixon, volto stranoto nel mondo seriale per l’interpretazione di Miranda nella serie cult Sex and The City. La Nixon, oltre ad avere avuto numerosi riconoscimenti per le proprie doti recitative, è anche conosciuta negli Stati Uniti per essere politicamente impegnata con i Democratici e per essere socialmente attiva in favore dei diritti LGBT. Lei stessa è stata protagonista di uno dei primi matrimoni omossessuali dopo il varo della legge nello Stato di New York.
Infine, ultimo protagonista di questo secondo episodio è il Dott. Hannover, personaggio un po’ farraginoso che spazia dagli attacchi di panico alla razionalità scientifica, tra il genio visionario e l’arrivista nevrotico. In “Ice Pick”, ancora più che nella precedente, appare incredibile come il Dott. Hannover possa essere vittima dei giochetti di Mildred ma, al tempo stesso, avere pieno controllo dei propri pazienti. La sua scaltrezza, grazia alla quale scopre (in un momento a dir poco pretenzioso) la finzione di Edmund, e la sua freddezza accademica, che lo porta a perfezionare la tecnica della lobotomizzazione, si addicono malamente ai suoi attacchi di panico e alle sue gaffe politiche.
La serie sta prendendo, quindi, una piega decisamente confusionaria arricchendosi di troppi dettagli e tralasciando il timing delle storyline, la consistenza dei personaggi e l’amalgama dell’intreccio. Delle riserve di giudizio appaiano quanto meno dovute dal fatto che si è solamente al secondo episodio, ma i sospetti menzionati ad inizio recensione fanno rischiosamente pensare ad un prodotto tutto fumo e niente arrosto.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • I costumi
  • Fotografia e regia
  • Cynthia Nixon
  • La trama fatica a partire
  • L’elemento omosessuale è mal inquadrato
  • I personaggi non riescono a legare bene tra di loro
  • Manierismo un po’ eccessivo nello stile narrativo

 

Ratched non dice ancora niente di nuovo in questo secondo episodio. Pur continuando a mostrarsi un prodotto di qualità stilistica, specialmente dal punto di vista tecnico, non si sta mostrando all’altezza delle aspettative altisonanti del trailer e del personaggio iconico che pretende di raccontare.

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