“Backrooms”, diretta da David Gelb e scritta da Jon Robin Baitz e Joe Baken, rappresenta una partenza piuttosto debole per questo blocco di episodi di American Horror Stories rilasciato da FX in occasione di Halloween.
La scelta di proseguire con la terza stagione, anziché iniziare ufficialmente la quarta, potrebbe sembrare interessante anche se non cambia molto il concetto essendo una serie antologica, ma sfortunatamente questo episodio con Michael Imperioli protagonista, che interpreta uno sceneggiatore in lutto per la misteriosa scomparsa del figlio, fatica a trovare la giusta direzione, risultando prevedibile e privo di mordente già a metà puntata.
L’idea alla base è anche quello che funziona meglio della puntata, ovvero il concetto di backrooms (magari non noto a tutti), che nasce come fenomeno virale nato su 4chan nel 2019: un labirinto infinito di stanze liminali, caratterizzate da pareti gialle e atmosfere opprimenti, concepite per rappresentare spazi extradimensionali di stanze vuote ed infinite, accessibili tramite un glitch della realtà, noto come “noclip”. American Horror Stories ha tentato di sfruttare questa idea affascinante, ma il risultato è, purtroppo, piuttosto deludente per via di una trama piuttosto banale e di un Michael Imperioli abbandonato un po’ a sè stesso.
BELLO IL CONCETTO MA PREVEDIBILE
La trama dell’episodio ruota attorno ad uno sceneggiatore premio Oscar tormentato dalla perdita del figlio e che si ritrova in una spirale di depressione e sensi di colpa. Improvvisamente, viene catapultato in una di queste backrooms da cui non capisce nè come uscire, nè come rientrare. Il concetto in sé è intrigante, e l’atmosfera iniziale riesce a trasmettere una certa inquietudine principalmente perchè non è chiaro il movente che porta a questi salti spaziali e, soprattutto, anche alla componente temporale che viene evidenziata in una delle poche interazioni del protagonista con altri character.
Tuttavia, già a metà puntata, l’episodio perde gran parte della sua carica quando il mistero della scomparsa del figlio, che avrebbe potuto mantenere viva l’attenzione, si rivela fin troppo prevedibile: il protagonista è palesemente colpevole di aver ucciso il figlio, e questa verità, che dovrebbe emergere lentamente come un colpo di scena, diventa piuttosto evidente già dall’incontro con un altro individuo che ha sperimentato le backrooms a causa del rimorso per il proprio crimine. E con questo collegamento viene reso palese allo spettatore che anche il protagonista si trovi lì per i suoi sensi di colpa per qualcosa che ha fatto e che, plot twist, è proprio l’omicidio del figlio.
Una rivelazione che toglie quasi tutto l’impatto emotivo al momento in cui la verità viene finalmente rivelata.
ALTRI PROBLEMI
Uno dei difetti principali di “Backrooms” è la superficialità con cui il concept delle backrooms viene trattato perchè sono presentate come un luogo in cui le persone arrivano a causa del rimorso, ma il potenziale della dimensione liminale non viene sfruttato in alcun modo. Mancano personaggi secondari significativi che possano arricchire l’atmosfera o dare spessore alla narrazione e Imperioli, attore conosciuto per ruoli iconici ne I Soprano e The White Lotus, appare sottoutilizzato, con un personaggio che non riesce a esplorare le potenzialità emotive della trama. Il tema del dolore e del senso di colpa, che poteva essere approfondito, viene risolto in modo troppo semplice, rendendo il viaggio del protagonista nelle backrooms una sorta di loop senza vera sostanza.
Se l’intenzione era quella di aprire la nuova stagione con un episodio capace di catturare il pubblico, il risultato è decisamente al di sotto delle aspettative. American Horror Stories ha dimostrato in passato di saper offrire episodi memorabili, capaci di giocare con concetti inquietanti e provocatori. Tuttavia “Backrooms” non rientra in questa categoria e non riesce a mantenere lo standard della serie.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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“Backrooms” rappresenta un’apertura poco convincente per questo nuovo blocco di episodi. Con una trama prevedibile, un cast poco sfruttato, e un potenziale tematico non adeguatamente sviluppato, l’episodio si presenta come un’occasione mancata. American Horror Stories ha sicuramente fatto di meglio, e si spera che i prossimi episodi possano riportare la serie ai livelli di suspense e originalità per cui è apprezzata.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.