American Horror Story: Delicate 12×05 – PreechTEMPO DI LETTURA 3 min

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American Horror Story 12x05Alla fine della prima parte di questa stagione divisa in due, AHS mostra finalmente una trama che avanza, soprattutto facendo un po’ di chiarezza su cosa sta succedendo. Forse.

COESIONE NARRATIVA


Finora si era evidenziata una certa stanchezza narrativa dovuta ad una storia che in 4 episodi sostanzialmente non sembrava prendere una direzione.
Se la tematica centrale dell’episodio è stata sempre abbastanza chiara (la maternità e le implicazioni nella vita di una donna), non è mai stato chiaro come la si voleva affrontare. Da quale punto di vista.
Essendo una serie horror, la scelta, ribadita in questo episodio, di associare la gravidanza a qualcosa di demoniaco era abbastanza scontata. Quello che mancava era legare tutti i personaggi presentati (tanti) in qualche modo. Se ne guadagna sicuramente in termini di coesione narrativa, provando ad innalzare un interesse molto compromesso. In questo episodio qualche puntino si connette e…

…È TUTTO COLLEGATO


Le regole narrative insegnano che tutto quello che si mostra, nel racconto, deve essere necessario a ciò che si vuole raccontare, a meno di scelte volontarie e consapevoli di rompere questo schema. Tutto deve connettersi verso un punto per dare senso alla narrazione. Anche nelle storie più complicate, ad un certo punto si deve tirare le fila. Così, in questo episodio, si arriva finalmente a raccontare una storia più coesa, dove i personaggi si connettono lasciando intravedere che le cose non erano proprio così a caso.
Sembra quindi che la setta, intravista già nell’episodio scorso, chieda alle donne con grandi ambizioni di realizzazione personale di sacrificare la propria maternità in cambio di vite di successo.
Pertanto vediamo che quasi tutte le donne che compaiono nella storia sembrano essere passate attraverso quella scelta, consapevole o meno, anche intraprendendo la strada dell’interruzione della gravidanza.
Adeline, l’ex moglie morta di Dex e presenza ingombrante nella vita di Anna, sembra aver rotto quel loop in favore di un amore che evidentemente non poteva che finire in tragedia, con la sua morte.
Almeno così sembra se non fosse che l’artista Sonia, amica di Dex, ne è la copia carbone (entrambe interpretate da Annabelle Dexter-Jones , recentemente apparsa anche in alcuni episodi di Succession), aprendo scenari molto più complicati sulla fulminea carriera d’attrice di Anna e di tutte le donne che le girano attorno, manovrandola così per i propri tornaconti.

QUINDI PAUSA


Pausa probabilmente dovuta al doppio sciopero attori/sceneggiatori che ha tenuto banco per mesi (di cui uno non ancora concluso quando si sta scrivendo). La stagione è stata quindi divisa in due parti, di cui si suppone la seconda della stessa durata per un totale di 10 episodi.
Questa scelta obbligata purtroppo non gioverà nel mantenere alto l’interesse verso una stagione già partita fiacca a causa di una narrazione altrettanto fiacca e poco ispirata. La ripresa della messa in onda non è ancora nota ma non si prevedono tempi brevi, quindi quanti degli spettatori torneranno a vedere come andrà a finire?
Si è già detto come questo sia un peccato perché uno dei pregi di questa serie sta proprio nell’essere al passo coi tempi, affrontando di petto argomenti scomodi e tirando fuori (ogni tanto) spunti originali ed interessanti.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Un’episodio che apre spiragli di senso alla storia, tirandone un po’ le fila
  • Kim Kardashan a piccole dosi si riesce a confondere tra le attrici come tale
  • Forse farlo nel quinto episodio è un po’ tardi vista la divisione della stagione in due parti… a tempo indeterminato

 

Al quinto episodio c’è stata la svolta che si stava attendendo, ma non è abbastanza per risollevare interesse in una stagione con poco mordente. Per capire come andrà a finire, bisognerà aspettare. Quanto? Non si sa, visti gli scioperi in corso. Gli spettatori dimenticano facilmente, soprattutto le storie poco appassionanti.

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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.

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