La seconda stagione di And Just Like That… ha ormai oltrepassato il giro di boa e si dimostra – ancora una volta – solo l’ombra sbiadita della serie madre.
C’è chi potrebbe obiettare che il sequel debba per forza di cose essere diverso, vuoi per l’età delle protagoniste, vuoi per la complessità delle questioni sociali all’ordine del giorno. Nonostante ciò una maggior cura nella sceneggiatura sarebbe cosa gradita e – soprattutto – evitare di dimenticarsi quanto avvenuto nelle sei stagioni di Sex and The City, più i due film.
L’unico motivo per continuare a guardare questo scempio narrativo è il ritorno di Aidan (per quanto sia solo un’operazione commerciale e nostalgica) e di Samantha, che tocca le corde dello zoccolo duro del fandom.
Per il resto And Just Like That… è una comedy dimenticabile e grottesca, specchio di chi si adegua al politically correct solo per moda e notorietà.
BOMB CYCLONE
Il sesto episodio, “Bomb Cyclone”, è uno dei punti più bassi della stagione, se non addirittura dell’intera serie. Una puntata ricca di scene cringe, durante la quale non si ride ma ci si dispera e si vorrebbe subito iniziare l’ennesimo rewatch della serie madre per scacciare dalla mente l’obbrobrio di And Just Like That…
“Bomb Cyclone” annaspa tra storylines inconcludenti e assume sempre più i contorni di una comedy di bassa lega, rinunciando a quei guizzi introspettivi e meno leggeri che erano stati un pilastro di Sex and The City.
A fare da padrona in questo show è sicuramente l’inclusività forzata, per rimediare alle carenze della serie madre (bisogna però contestualizzare il periodo totalmente diverso). Purtroppo, questa inclusività viene solo sbandierata superficialmente: il premio dato a Lisa come regista nera che si occupa di temi importanti stona abbastanza con la sua cavalcata in mezzo alla neve con minimo 10.000 dollari di vestiti e gioielli addosso.
Il resto della puntata procede a singhiozzo e non succede nulla di così rilevante se non la fine della relazione tra Miranda e Che (era ora!) e lo scontro tra Miranda e Steve, dove – sorprendentemente – Cynthia Nixon e David Eigenberg si ricordano di essere degli attori.
FEBRUARY 14TH
Chi scrive questa recensione non è mai stata una fan di Carrie ed Aidan, o meglio, Aidan è un personaggio meraviglioso ed inutilmente bistrattato per far prevalere il finale melenso e romantico tra Carrie e Big.
Guardare Sex and The City per la prima volta a 17 anni è un’esperienza totalmente diversa rispetto a guardare la serie a 25 anni o 30 (esperienza personale).
Da adolescenti si vorrebbe perennemente lottare contro i mulini a vento, con la spensieratezza ed ingenuità tipiche dell’età, così il lieto fine tra Carrie e Big viene visto come la ciliegina sulla torta e l’esempio perfetto di come un tira e molla dovrebbe concludersi.
In realtà, quello tra la scrittrice ed il tycoon era un rapporto tossico, fatto di rinunce, fraintendimenti e cuori spezzati (soprattutto quello di Carrie). Fino all’abbandono sull’altare (nel film del 2008) Big è stato un personaggio estremamente egoista, narcisista e con problemi ad impegnarsi.
Aidan, invece, era il ragazzo della porta accanto, un animo buono e generoso, altruista e pacato: un fidanzato modello, se non fosse per l’ossessione di Carrie nei confronti di Big e per le loro differenze caratteriali. Aidan, infatti, era un uomo semplice, casalingo, quasi pantofolaio e con desiderio di famiglia. Il completo opposto di una fashion addicted e party girl come la Bradshaw.
Se la minestra riscaldata non ha funzionato la seconda volta, cosa potrebbe far pensare agli autori che funzioni addirittura una terza? Eppure il bacio finale tra Aidan e Carrie non lascia presagire nulla di buono, specialmente per il povero Shaw.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Tra sfilate in tacco 12 nel bel mezzo di una tempesta di neve, Charlotte che gioca alla caccia ai preservativi per la figlia, la fine già telefonata della storia tra Che e Miranda ed il ritorno di Aidan, c’è solo l’imbarazzo della scelta per capire cosa non vada in questo show. Probabilmente già la sua stessa esistenza.
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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.