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Billions 6×06 – Hostis Humani GenerisTEMPO DI LETTURA 3 min

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Billions 6x06 recensioneChiunque sia stato a New York anche solo una volta ricorderà sicuramente la sporcizia, la confusione, i topi e le vampate di calore improvvise che arrivano direttamente dalla metropolitana. Un mix di sensazioni non molto inebrianti che, ovviamente, sono anche comprensibili considerate le nove milioni di persone più i vari milioni di turisti che inondano la città ogni anno. Quelle carrozze grigie e metalliche hanno visto cose che noi umani non osiamo nemmeno immaginare ma sono anche bisognose di un restauro e di essere sostituite. O almeno questo è quello che devono aver pensato anche gli scrittori di Billions.
Quindi sorprende fino ad un certo punto l’incipit iniziale della puntata con Prince all’interno di questa carrozza futuristica pronto a consegnarla generosamente alla città di New York a patto che ci siano queste tanto sbandierate Olimpiadi. Una trama verticale diversa dal solito (e qui bisogna dare merito alla sceneggiatura di Beth Schacter) ma che, proprio per essere solamente una trama verticale, viene estinta nel giro di un solo episodio. Il solito modus operandi praticamente.

DID YOU SAY “TRAMA ORIZZONTALE”?


Il dialogo post “batosta costata 2 miliardi di dollari” tra Scooter e Mike Prince profuma di retcon. Una retcon ancora non sbandierata ma che sembra alludere ad un piano a lungo termine per uscire in maniera più che regale da un mondo che non si può abbandonare. Eppure sembra che il piano di mettere a capo il nipote di Scooter abbia il suo perché, nonostante sia un po’ una doccia fredda, ma non potrebbe essere accettato dallo spettatore che non ha ancora metabolizzato ed imparato ad apprezzare Philip Charyn.
In tutto ciò, l’inserimento un po’ forzato ma utile ai fini della trama di una talpa nella Prince List è l’unico modo per Chuck di potersi tenere aggiornato sulle mosse del suo nuovo villain.

DUE PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE


I lati negativi di “Hostis Humani Generis” riguardano sempre il solito problema: la gestione di alcuni personaggi. Nello specifico si parla ovviamente di Wendy, ormai l’ombra dell’ombra di sé stessa dopo la fuga di Bobby, e Taylor, un character ormai sempre più allo sbando che non si sta evolvendo in alcun modo.
Partendo da quest’ultima, la sua “roboticità” è stata fin dall’inizio il suo valore aggiunto che funzionava anche molto bene all’interno delle dinamiche dei personaggi. Poi si è pensato bene male di cambiarla e farla diventare un po’ più umana, addirittura con una relazione sentimentale che proprio in questo episodio ritorna a farsi sentire e, nuovamente, a minare la lucidità mentale di una macchina da guerra che ora spara solo colpi a salve. Ed il suo impatto in questa puntata, ma anche nell’intera stagione, risulta sempre più ridicolo.
Altro discorso invece va fatto su Wendy che, depauperata del suo nuovo interesse romantico e di una relazione con l’ex marito, non si sa bene che ruolo abbia in questa stagione. Sembra proprio che nessuno sceneggiatore abbia capito come usare il suo character, tanto che in questo episodio compare solo in una scena finale per fare una domanda e poi scomparire di nuovo nel suo oblio. Un oblio che fa male al cuore, specialmente considerando la caratura del suo personaggio che ora può ritrovare un nuovo smalto solamente mangiando una minestra riscaldata di nome Chuck Rhoades.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il segretissimo piano d’uscita di Michael Thomas Aquinius Prince e Scooter attizza moltissimo
  • La nuova talpa di Chuck crea nuove possibilità per la trama orizzontale
  • Philip Charyn, il nipote di Scooter, continua ad acquistare sempre più valore
  • Wendy è stata completamente snobbata
  • Taylor continua a non trovare una sua ragione d’essere
  • La struttura dell’episodio non è niente di nuovo, anzi

 

Passata la prima metà di stagione, Billions deve accelerare e mettere in piedi una trama orizzontale più corposa e che porti direttamente al finale di stagione. Alcuni piccoli passi sono stati fatti in questo episodio ma guardando a character come Wendy e Taylor è palese che ci sia una difficoltà di fondo nel ritornare ai fasti dell’era Axelrod.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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