Billions 6×12 – Cold StorageTEMPO DI LETTURA 5 min

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Recensione Billions 6x06Si conclude qui il primo atto dell’era Michael Prince e finalmente è possibile tirare un po’ le somme in merito alla nuova direzione presa dalla serie dopo l’uscita di scena di Axelrod avvenuta al termine della stagione scorsa.
Al netto delle imperfezioni che la serie si porta dietro dalla prima stagione (i dialoghi eccessivamente didascalici, il contesto finanziario non adatto a tutti, le dinamiche sempre un po’ uguali e il consueto gioco a chi ce l’ha più lungo tra i protagonisti, personaggi e storyline secondarie spesso abbastanza inutili e fini a se stesse) questo nuovo Billions post-Axelrod all’insegna del finto perbenismo e dell’ipocrisia è riuscito a portare a casa un più che dignitoso risultato, riservando per le battute finali anche qualche colpo di scena inaspettato che effettivamente riesce ad instillare nello spettatore una sincera curiosità in vista della settima stagione (e si spera anche ultima) del telefilm, già confermata e prevista per il prossimo anno.

SONO PICCOLI PROBLEMI DI IMPEACHMENT


Cominciamo subito con le note dolenti, così da tenere tutti gli aspetti positivi per l’ultima parte della recensione. Il primo elemento a stridere, come già è capitato in altre occasioni nel corso di questa stagione (e in generale all’interno della serie), è la parte relativa alle trame secondarie. In questo caso specifico, a svettare è la liaison tra Prince e Rian, divenuta un incubo per la seconda appena appreso dell’intenzione del suo boss di candidarsi alla Presidenza degli Stati Uniti e, almeno allo stato attuale delle cose, decisamente prematura da affrontare. A maggior ragione dedicandovi tutto questo spazio.
Viste le preoccupazioni della ragazza e la totale assenza di conflittualità, ma soprattutto visto che l’elezione di Prince è soltanto un’eventualità, non è chiaro perché questo specifico problema assuma tutta questa rilevanza all’interno della puntata. Sicuramente uno spunto interessante per il futuro, ma allora perché “spoilerare” questa eventualità in un momento in cui, obiettivamente, lo show vuole concentrare la sua attenzione sulle faccende legali di Prince e sul confronto con Chuck? Forse perché in realtà Mike Prince non diventerà mai Presidente e quindi tanto valeva macinare minutaggio per raccontare le inutili implicazioni di una procedura di (pre)impeachment che si svolge solo ed unicamente nella mente di Rian? Non è dato saperlo al momento, ma fortunatamente ci sarà modo di rispondere a questa domanda nella prossima stagione.
Sorte ancor peggiore è toccata a Wags e Wendy, in totale caduta libera dall’inizio di questa stagione, almeno dal punto di vista della caratterizzazione, fino al punto che i due character oramai simboleggiano soltanto quell’ultimo e flebile contatto con l’era Axelrod ormai lasciata alla spalle, simboli di una concezione di concepire gli affari radicalmente diversa dal metodo Prince, e arrivati a questo finale di stagione davvero molto stanchi, quantomeno dal punto di vista della scrittura.
Il breve momento nostalgico che precede il finale giunge quindi a coronare il percorso non esattamente brillante compiuto dai due character nel corso di questa sesta stagione, rivelando la loro natura di personaggi in cerca d’autore, svuotati dei loro ruoli carismatici e mostrati al pubblico in quello che sembra un guscio vuoto foderato soltanto di metafore improbabili, citazioni sconosciute ai più e nostalgia per i bei tempi andati.

EXPENSIVE GAME OF CHICKEN


Messi alle spalle questi problemi, il nucleo centrale dell’episodio rappresenta il vero punto forte di questo “Cold Storage”. Come puntualmente accade al termine di ogni stagione di Billions, il confronto finale tra i protagonisti riesce a canalizzare tutta l’attenzione e l’interesse dello spettatore, che rimane lì inebetito nell’attesa di scoprire per quanto tempo i due protagonisti faranno fatica a sedersi dopo che lo scontro finale tra i due sarà giunto al termine.
Dopo l’irritante “pareggio” ottenuto alla fine della quinta stagione, Chuck aveva bisogno di una vittoria. L’evoluzione del personaggio nel corso di questa sesta stagione ha messo in evidenza proprio questo suo desiderio di riscatto, di ottenere una sorta di vendetta personale nei confronti della categoria dei miliardari, così da sopperire al nulla di fatto portato a casa con Axelrod.
In quello che apparentemente sembrerebbe l’ennesimo fallimento legale – con annessa umiliazione di fronte al nemico – Chuck arriva addirittura ad ammettere davanti al suo legale che si tratta di un bluff, convinto che Prince non perderebbe mai volontariamente tre miliardi di dollari, soprattutto ora che intende candidarsi alla Presidenza. Un errore di valutazione che da una parte serve a sottolineare la (non solo) recente tendenza del personaggio, molto rischiosa, a bluffare piuttosto che impugnare delle prove tangibili e che non siano state ottenute illegalmente, e dall’altra invece è utile ad amplificare lo stupore successivo dello spettatore in seguito alle parole rivelatrici di Daevisha. Parole in grado di risvegliare in Chuck quel fuoco che da un po’ di tempo sembrava essersi sopito, e che ora invece sembra essere in grado di ridurre in cenere chiunque provi ad ostacolare la sua crociata personale contro Michael Prince e tutti i suoi colleghi multimiliardari.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Michael Prince vs Chuck Rhoades: scontro finale
  • Chuck a caccia dei segreti di Prince
  • Prince che non chiama il bluff di Chuck
  • Prince che per la prima volta cede fisicamente (mentre lo stanno spiando tra l’altro)
  • Chuck finalmente porta a casa una mezza vittoria
  • Rian e l’esagerata preoccupazione per la sua relazione con Prince
  • Le trame secondarie in generale
  • Wags e Wendy contenitori vuoti dell’era Axelrod

 

Un finale di stagione sicuramente molto piacevole e che riassume perfettamente l’andazzo stagionale della serie: pieno di difetti ma sempre in grado di regalare al suo pubblico un prodotto convincente sebbene ancora non molto conosciuto dopo tutti questi anni. La settima stagione è in cantiere e Chuck porta a casa la prima (mezza) vittoria dopo una lunga serie di sconfitte e pareggi. Ora la speranza è che si tratti dell’ultima stagione, così da vedere se finalmente Chuck riuscirà ad avere la meglio sul dilagante potere dell’oligarchia americana.

 

 

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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