Caleidoscopio – ArancioneTEMPO DI LETTURA 4 min

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Caleidoscopio - Arancione recensione

INFORMAZIONE DI SERVIZIO
Ogni recensione di Caleidoscopio è stata scritta come se fosse il primo episodio visto della serie, pertanto non tiene conto di informazioni viste e sentite in altre puntate proprio per rispettare il modo in cui la serie di Netflix è stata concepita per la sua fruizione.

Del tutto normale che ogni episodio di Caleidoscopio risulti annebbiato e confuso, fa parte del gioco. L’esperimento Netflix è originale, stuzzicante e del tutto fuori dagli schemi. La trama un po’ meno.
Mancano tre settimane alla rapina e la banda sembra essere quasi pronta, ma a complicare le cose ci pensa un agente dell’FBI, vecchia conoscenza di uno dei protagonisti.

STREGA COMANDA COLORE ARANCIONE


I personaggi approfonditi nell’episodio arancione sono principalmente due:

  • Ava Mercer, un avvocato dedito al possesso di armi e braccio destro di Leo;
  • Nazan Abbasi, agente dell’FBI alle prese con la banda di Leo.

Paz Vega e Niousha Noor interpretano le rispettive antitesi che si rincorrono da molto più tempo di quanto si possa immaginare. Le due hanno un passato in comune e giocano al gatto e al topo già da molti anni e l’episodio gioca proprio a far riaffacciare i rispettivi trascorsi che si rivelano difficili per entrambe.
Orfana in un Paese che non è il suo, Ava Mercer riesce a scalare la società americana fino a diventare un influente avvocato che naviga sempre in torbidi affari. Dall’altro lato Nazan Abbasi è un agente iraniano dell’FBI che dopo quell’11 settembre ha vissuto giorni bui finendo nel tunnel della cocaina. Entrambe donne segnate da un passato difficile, hanno altresì una tempra d’acciaio che le porta oggi a giocare a carte scoperte l’una contro l’altra senza poter mai dire chi sia davvero in vantaggio. 
Il finale dell’episodio, a tre settimane dal colpo, lascia intendere che Ava si sia piegata a collaborare con l’FBI, rientrando nella banda di Leo. Ma chi può davvero dire se sia davvero cosi?

PILOT ARANCIONE E TRAMA ORIZZONTALE ARCOBALENO


Il genere heist deve piacere per poter essere apprezzato, diversamente risulta un po’ noioso da seguire. Fatta questa premessa, è innegabile che se l’episodio funziona da buona introduzione della storia, è vero anche che non invoglia a continuare con la visione degli altri capitoli. La trama verticale che inizia e si conclude nell’episodio è già abbastanza per capire gli ingranaggi della trama orizzontale che si sviluppa a piacimento del singolo spettatore.
Con la consapevolezza che ogni capitolo sarà un episodio pilota da collocare in un più ampio puzzle, forse la curiosità per l’evolversi della storia e dei suoi personaggi viene un po’ meno. Le stesse Ava e Nazan sembrano aver detto già parecchio del loro backgorund, cosicché non si ha il tempo di affezionarsi a un personaggio che subito bisogna passare a un altro colore. Perlomeno questa è la prima impressione.
Vi è certamente da dare una chance a un prodotto così sperimentale, la costruzione della rapina diviene un vero e proprio gioco da tavolo ed è forse normale che le pedine passino in secondo piano. Tuttavia la costruzione verticale dell’episodio, unito a una sceneggiatura un po’ debole con dialoghi sciatti e faciloni, non decreta la vittoria di Caleidoscopio. Idea originale, ma scrittura leggermente da soap opera. Dura verità.

RISVOLTI NARRATIVI SCONTATI


A completare i dubbi sulla riuscita del nuovo prodotto Netflix ecco una serie di cliché che fanno storcere più di qualche naso. L’agente FBI ex tossicomane alle prese con la custodia del figlio; la minaccia dell’estradizione per la cameriera latino americana; la liason tra i due agenti dell’FBI, così come si intuisce una certa intesa tra Ava e il capo della banda, Leo. Insomma, una serie di scelte narrative abbastanza prevedibili e pienamente abusate nella cronaca gangster che poco invogliano a continuare per vedere come andrà a finire.
Bisogna anche ammettere che la prudenza nell’approcciarsi al genere heist deriva dalla scottatura di precedenti prodotti seriali che hanno ormai affiancato il loro nome alla narrazione della rapina in maniera irreversibile. Ma Caleidoscopio non è La Casa Di Carta e questo è già un punto a favore per la nuova serie Netflix, oltre che un gran sollievo per tutti. 

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Esperimento originale e interessante
  • Pilot arancione e l’introduzione di due personaggi principali 
  • Caleidoscopio non è La Casa Di Carta e questo è già un gran sollievo
  • Trama un po’ debole 
  • Vari cliché, uno su tutti, l’agente dell’FBI ex tossicodipendente 
  • Dialoghi deboli e faciloni
  • Il genere heist deve un po’ piacere, altrimenti la visione risulta leggermente noiosa

 

Dialoghi deboli e qualche cliché di troppo non aiutano la riuscita della nuova serie Netflix. Semaforo arancione giallo.

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