In questa heist-comedy-drama in lingua hindi, un gruppo disordinato (e disadattato) di adorabili canaglie organizza una rapina rocambolesca ai danni di un politico corrotto e superstizioso.
La serie in otto puntate scritte e dirette da Pushpendra Nath Misra è da poco approdata su Netflix, piattaforma che non è nuova alla messa in onda di serie indiane. Dehli Crime e Indian Matchmaking, ad esempio, sono altri due titoli presenti sulla piattaforma che nulla hanno da invidiare alle più blasonate produzioni americane. Allegre, colorate, ricche di colpi di scena e umorismo, si allontanano sempre più dalla tradizione tipicamente indiana che vuole drammi politici intervallati da lunghi balletti spesso totalmente fuori contesto.
MADE IN BOLLYWOOD?
La domanda è lecita. Quando si parla di Bollywood vengono in mente produzioni molto stereotipate, tipiche nel trattare temi quali l’amore e le avventure morali. Il tutto con tagli recitativi teatrali, balletti infiniti e forti componenti di orgoglio nazionale. Ma Bombay, l’attuale Mumbai, vanta il primato di più grande industria cinematografica del mondo con più di 2000 film usciti all’anno in 20 lingue diverse.
La Golden Age del cinema indiano inizia nel 1947, quando l’India ottiene l’indipendenza dalla Gran Bretagna e le produzioni indiane cominciano a volgere lo sguardo altrove, producendo film che ricalcano sempre più temi hollywoodiani. Ai soliti generi trattati quali il melodramma romantico, il dramma epico e il musical si aggiungono temi piu occidentali, tra tutti la commedia e l’heist movie. Ed è in questa categoria che Choona si inserisce in modo perfetto, discostandosi in maniera decisa dal vecchio retaggio bollywoodiano.
I SOLITI IGNOTI IN SALSA CHUTNEY
La storia inizia con la presentazione del villain. Avinash Shukla è un politico corrotto dalla mente subdola e crudele intenzionato a rovesciare il governo con l’aiuto dei soldi e dell’astrologia. Nella sua corsa verso il potere dovrà fare i conti con un gruppo di sei persone, a cui il politico ha fatto dei torti in passato, che si uniscono escogitando un piano audace e criminale per pianificarne la caduta.
Shukla è interpretato da un notevole Jimmy Sheirgill che riesce a dare un tono drammatico e crudele al suo personaggio così spietato da far uccidere la suo astrologa di fiducia rea di avergli predetto sventura.
Ma il dramma politico viene smorzato nei toni dal gruppo dei sei, disordinati ed esilaranti, pronti ad affrontare il politico minaccioso. E così un ufficiale retrocesso, un imprenditore di successo, un astrologo, un ambizioso leader studentesco, una nerd esperta e una “talpa” cominciano il loro viaggio esilarante verso la vendetta. Un gruppo eterogeneo guidato da Yakub Ansari (Aashim Gulati) che ricorda vagamente quel Peppe er Pantera, il pugile suonato, interpretato da Vittorio Gassman, capo banda dei Soliti Ignoti, nostrano capolavoro heist del 1958 diretto da Mario Monicelli.
UN PILOT CHE NON CONVINCE
Corruzione, politica e affari loschi. Ritmo frenetico con sguardi fissi in camera e movimenti di macchina marcatamente hollywoodiani. Rocambolesco e divertente. Più che una storia di rapina è un dramma agrodolce di vendetta.
Il regista Pushpendra Nath Misra ha dichiarato: “l’idea che un gruppo di persone normali possa soverchiare il potere è una novità nelle storie di rapina. Anche nella trilogia di Ocean’s tutte le persone coinvolte sono altamente qualificate, sanno quello che fanno”.
In Choona si ha un gruppo di perdenti consapevoli di sé, che si prendono costantemente in giro. Questa rapina disfunzionale è un tratto originale nella storia, tuttavia, nulla di tutto ciò si vede nel pilot che si sofferma esclusivamente sulla figura del subdolo Shukla immerso in un’illuminazione spesso soffusa ed un’atmosfera cupa da Milano Calibro 9.
Bisognerà attendere metà stagione per avere uno sguardo d’insieme e srotolare tutte le sottotrame degli ulteriori sei protagonisti. Con un cast corale e così tanti personaggi è difficile bilanciare la scrittura e rendere appetibile un pilot. Il tutto è reso anche più difficile da scene e dialoghi frenetici sottotitolati dalla lingua hindi.
Alla fine della visione si ha la percezione di essersi persi qualcosa. Una sensazione aggravata dalla poca dimestichezza che il pubblico italiano potrebbe avere con i sottotitoli, tuttavia, il pilot poco accattivante e confusionario non aiuta a generare interesse nel continuare la visione.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Se di suo Choona ha il pregio di occidentalizzare una trama e una regia che possono risultare appetibili ad un pubblico extra indiano, il pilot non regala emozioni e non spinge alla curiosità. Il problema non sono la regia o la fotografia che risultano estremamente curate ma una scrittura che si perde in una fantasia forzata e poco lineare. Non un brutto spettacolo ma un lungo caos in cui accadono molte cose che lo spettatore non riesce a mettere nel giusto ordine.
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Membro Onorario della Generazione X. Dal 1994 si aggira nei corridoi dell'archivio degli X-Files senza trovare l'uscita. Da piccola fingeva di avere la febbre per rimanere a casa da scuola a guardare gli episodi di Hazzard. Capisce poco di Cinema ma ci prova.