Cowboy Bebop 1×07 – Galileo HustleTEMPO DI LETTURA 3 min

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Cowboy Bebop 1x07 recensioneDopo una puntata molto strana ma altrettanto introspettiva perché, finalmente, focalizzata sulla trama orizzontale (seppur “virtuale”), Cowboy Bebop ritorna al suo classico modus operandi e sforna un episodio sempre piacevole dal punto di vista della trama verticale ma con i soliti difetti.
Facendo un passo indietro e guardando ai connotati generali della serie, è palese che Christopher Yost se la sia presa un po’ con calma. L’approccio alla serie è infatti molto verticale, con trame sconnesse episodio dopo episodio ma che offrono in qualche modo un approfondimento ai vari protagonisti dello show. Un approfondimento che arriva ovviamente a turno (“Binary Two-Step” era dedicato a Spike; “Darkside Tango” a Jet Black) e che qui si focalizza su Faye Valentine e, per la precisione, sulla sua totale mancanza di memoria derivante dal lungo periodo di ibernazione.
Anche qui, così come negli altri episodi, si denotano le buone intenzioni degli sceneggiatori che però cagano fuori dal vaso continuano a commettere lo stesso errore perpetrato con insistenza sin dall’inizio, ovvero: danno per scontato di potersi permettere di creare una serie senza veramente lavorare su ciò che circonda i personaggi.

DELLE OTTIME IDEE


Al solito, la trama verticale dell’episodio è la parte migliore della puntata e perfino la misconosciuta sceneggiatrice di giornata (Alexandra E. Hartman) riesce nell’impresa di scrivere una sceneggiatura interessante. Creare una finta madre di Faye Valentine, che in realtà è una truffatrice sposata con una delle figure losche più pericolose della galassia, ha un certo appeal, specialmente per quella strana relazione che poi si sviluppa tra “madre” e “figlia”.
Inoltre, altro grosso pregio della puntata, è quello di rivelare solo nel finale che questa fuga della donna sia in realtà solo una caccia all’uomo nata come gioco di ruolo per mantenere alta la carica sessuale nella sua relazione. E sono esattamente elementi come questo che piacciono sia nella loro stupidità mista ad esagerazione, sia nelle conseguenze che generano.

Then what exactly do you get with this double-cross?
A ticket out of the Syndicate.

UNA MANCANZA DI CONNESSIONE CLAMOROSA


Come si diceva qualche riga più sopra, il vero problema di Cowboy Bebop è la struttura narrativa. Una serie di casi del giorno, anche interessanti per carità, ma che non sono collegati l’uno all’altro e, soprattutto, non offrono una motivazione allo spettatore per divorare la serie.
Non si sta quindi parlando di una mancanza nella scrittura dei character o di buchi narrativi (che non ci sono perché la trama è comunque molto snella), quanto piuttosto di una mancanza di mordente nel vendere la trama. Guardare “Galileo Hustle” è piacevole ma può essere anche messo in sottofondo mentre si cucina che tanto non si perderebbe molto a livello di trama e lo stesso si può dire degli altri episodi. Episodi che, tra l’altro, potrebbero essere facilmente scambiabili nel loro ordine cronologico da quanti pochi sviluppi ci siano in ciascuno. Insomma: basterebbe molto poco per fare meglio e invece…

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Focus su Faye Valentine e sulla sua infanzia
  • La “mamma di Faye”
  • Il gioco di ruolo della “mamma di Faye”
  • La videocassetta
  • Da metà episodio in poi scompare completamente il filone di trama relativo a Julia e Vicious, il tutto senza molte spiegazioni 

 

A tre episodi dalla fine si può dire con un buon grado di sicurezza che Cowboy Bebop abbia peccato e stia peccando di hybris. E lo si afferma per via del reiterato focus sul caso del giorno piuttosto che su una trama orizzontale che è volutamente centellinata ma che sarebbe il vero valore aggiunto di cui è alla ricerca lo spettatore. D’altronde se non si offre un motivo per divorare un prodotto qual è il vero senso di essere su una piattaforma da binge-watch? Forse avrebbe funzionato meglio su un canale via cavo.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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