Here we go again. Eccoci di nuovo qui, a 20 anni dalla trasmissione del primo episodio, a parlare di nuovo di Dexter Morgan.
Originariamente, Dexter è stato a lungo uno show di culto, con ottimi ascolti e un grande impatto nella cultura popolare statunitense e non solo. Dopodiché, lo show è entrato in un vortice in cui l’unico argomento di discussione sembrava essere la risposta alla fatidica domanda: “Quando si concluderà Dexter?”.
Una delle correnti di pensiero principale indica che il series finale perfetto sarebbe stato l’ultimo episodio della quarta stagione. Dexter aveva appena affrontato il miglior villain dell’intera serie, ma Arthur Mitchell era riuscito a compiere un ultimo omicidio prima di finire nelle grinfie del macellaio di Bay Harbor: Rita. La straziante sequenza finale, con Rita uccisa nella vasca da bagno e il piccolo Harrison coperto di sangue (proprio come suo padre) avrebbe rappresentato (forse) la perfetta chiusura del cerchio.
Con il senno di poi, la quarta stagione vide anche l’uscita di scena di Clyde Phillips, con conseguenze visibili in termini di perdita di qualità.
Di certo, un’opinione largamente condivisa riguarda il modo in cui la serie non avrebbe dovuto concludersi, ossia con “Remember The Monsters?“. Un episodio pensato male e realizzato peggio, che ai tempi fu descritto su questo sito come “una discarica a cielo aperto” e che ricevette un inedito voto di 0 Emmy (i nostri lettori di lunga data ricorderanno).
Per questo motivo, la notizia della messa in produzione di Dexter: New Blood poteva rappresentare una nuova occasione di fornire un finale degno a uno show iconico, considerando anche il ritorno di Clyde Phillips.
Tuttavia, il ritorno è stato caratterizzato da più ombre che luci. Al netto dei momenti di formazione professionale di Harrison per seguire le orme del padre, molte altre storyline non sono state all’altezza. Ancora una volta, per di più, il finale non è stato soddisfacente.
A quattro anni di distanza, Dexter: Resurrection è un nuovo tentativo di fornire una conclusione all’altezza al ciclo narrativo di Dexter Morgan. E, a differenza di quanto accaduto in passato, in questo caso l’avvio è stato effettivamente incoraggiante.
JAMES LINDSAY DEXTER MORGAN
Nell’introduzione precedente, i lettori avranno notato la mancata menzione del prequel Dexter: Original Sin. In questo caso, l’opinione della redazione è che non ci sia nulla da aggiungere rispetto alla recensione del pilot, la quale aveva ricevuto una lusinghiera valutazione di “Burn Them All“. Tuttavia, nel corso della prima stagione – che è stata già rinnovata per una seconda – era stata fornita un’anticipazione importante: Dexter Morgan era ancora vivo.
Il colpo di fucile di Harrison, dunque, non era stato fatale. Per l’ennesima volta, Dexter è riuscito a sopravvivere e, dopo circa due settimane di coma, si è risvegliato. In sole due settimane, tuttavia, il mondo è differente da quello che aveva lasciato. In primis, ormai tutti sanno che James Lindsay non è mai esistito. Inoltre, a differenza di quello che poteva pensare, Dexter non rischia alcun procedimento penale per quanto fatto ad Iron Lake, in quanto Angela lo ha scagionato e ha ammesso di avergli sparato per errore (prendendosi dunque anche la colpa al posto di Harrison).
Inoltre, mentre il coma era stato l’occasione per avere visioni di vecchi nemici (da Miguel Prado a James Doakes), il risveglio porta la sgradita visita di quello che un tempo era un amico fraterno. Sebbene provi a nasconderlo, Angel Batista è sempre più convinto che il suo caro Dexter Morgan sia un serial killer, proprio come sostenuto da Doakes e da Maria LaGuerta.
FUGA A NEW YORK
Il problema principale di Dexter: New Blood era rappresentato dal fatto che la persona che veniva mostrata non sembrava essere Dexter Morgan.
Ciò non riguardava solo il nome, ma anche i pensieri, le attività quotidiane, le reazioni. Non a caso, i migliori episodi sono stati quelli in cui Dexter tornava se stesso e insegnava i trucchi del mestiere ad Harrison.
Per il momento, sembra che Dexter: Resurrection sia riuscito a scongiurare questo rischio. Sin dal primo episodio, infatti, la trama ruota attorno al primo vero omicidio di Harrison. Esattamente come il padre, la vittima è rappresentata da un carnefice, ossia da un uomo che aveva stordito una ragazza con del Rohypnol e che stava per violentarla.
Non potendo (e, soprattutto, non volendo) rivelare a suo figlio di essere ancora vivo, Dexter decide di trasferirsi a New York – dove Harrison lavora in un hotel – per essere il suo angelo custode. Ripercorrendo passo dopo passo le sue azioni nella notte dell’omicidio, Dexter verifica la presenza di eventuali errori o dimenticanze e le corregge prima che la polizia possa accorgersene.
In generale, quello che emerge è un padre alquanto orgoglioso del figlio, che ha recepito la maggior parte degli insegnamenti. Tuttavia, Dexter non ha ancora notato il disagio che sta provando Harrison a seguito dell’omicidio. Il ragazzo dorme sempre meno e prova a mettere a tacere i propri pensieri facendo serata con un collega e assumendo droghe. Tutto ciò potrebbe prendere una piega pericolosa, considerando anche che Dexter non è mai stato in grado di aiutare le persone a gestire i propri problemi personali.
L’OSCURO PASSEGGERO
Come indicato in precedenza, la sensazione è che Dexter: Resurrection voglia tornare a mostrare Dexter Morgan come nelle migliori stagioni dello show. Ciò non vuol dire che Dexter sia la stessa persona di allora (anche il padre lo sottolinea nel finale della seconda puntata), ma che la struttura narrativa sia più simile a quella che ha reso celebre il personaggio.
Di conseguenza, in aggiunta all’attività di angelo custode di Harrison, non poteva mancare anche un villain da affrontare, un assassino che – a differenza sua – uccide per motivi che non rientrano nel codice definito da Harry Morgan. Per di più, si tratta di un killer che è stato descritto dalla stampa con il nome di Dark Passenger, scatenando un certo senso di ingiustizia all’interno del protagonista. Non solo si tratta di qualcuno che uccide autisti freelance (sul modello di Uber) per ragioni probabilmente xenofobe, ma ha anche assunto un nome che a Dexter è molto caro.
Ai suoi occhi, dunque, la necessità di fermare l’impostore è assoluta. Per la prima volta da tanto tempo, si rivede finalmente Dexter che studia la prossima vittima da portare al proprio tavolo. Per lo spettatore non solo c’è una sensazione di nostalgia, ma anche la soddisfazione di vedere un prodotto che torna a sfruttare i propri punti di forza, pur mostrando che il Dexter del 2025 è naturalmente diverso da quello del 2005.
Infine, un’altra variabile di questa stagione è rappresentata dal personaggio di Uma Thurman. Stando alle poche scene mostrate nei primi due episodi, lei probabilmente lavora per un’organizzazione che supporta (economicamente, forse anche legalmente o semplicemente nel farla franca) serial killer. Molto presto, dunque, le sue strade e quelle della famiglia Morgan si incontreranno.
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Dexter Morgan è tornato (di nuovo), ma stavolta sembra essere una buona notizia.
