Dr. Death 2×01 – Like MagicTEMPO DI LETTURA 3 min

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Dr. Death 2x01 recensioneForse qualcuno avrà già sentito parlare di Paolo Macchiarini. Nel caso non sia accaduto non c’è nessun problema perché oltre alla pagina Wikipedia (con cui ci si può spoilerare il resto della stagione) c’è anche la seconda stagione del podcast prodotto da Wondery intitolata “Miracle Man” da cui è tratta questa omologa seconda stagione di Dr. Death. Una stagione che arriva dopo il successo della prima e, ovviamente, anche con il consueto scetticismo misto a speranza che perseguita tutte le serie antologiche.
Con sorpresa generale visto l’ottimo risultato dei primi otto episodi, Patrick Macmanus, showrunner della prima stagione, ha lasciato le redini ad un’altra penna che aveva già firmato un paio di sceneggiature di Dr. Death e che è anche produttrice esecutiva dello show come Macmanus, ovvero Ashley Michel Hoban.
A tal proposito bisogna fugare subito ogni dubbio perché questa season premiere colpisce fin dall’inizio grazie ad un ottimo Édgar Ramírez che fa subito dimenticare non fa rimpiangere il Christopher Duntsch di Joshua Jackson, vuoi per merito di una sceneggiatura che gioca molto bene con i diversi salti temporali, vuoi per una recitazione tutto sommato impeccabile e per un ritmo che tiene incollati allo schermo.
Il tutto senza dimenticare le premesse iniziali, ovvero quelle di essere di fronte ad un chirurgo di fama mondiale noto per aver svolto procedure sperimentali di chirurgia toracica e medicina rigenerativa che poi si sono rivelate letali per i pazienti che sono finiti sotto i suoi ferri; premesse che vanno sottolineate in quanto “Like Magic” presenta al pubblico un Paolo Macchiarini dedito al lavoro, eccezionale nella sua chirurgia miracolosa e, soprattutto, molto convincente tanto da poter empatizzare con lui. Fattore importantissimo che non bisognerà dimenticare.

MACCHIARINI VS DUNTSCH


Oltre ad avere un cognome decisamente più pronunciabile rispetto a quello del neurochirurgo americano, ci sono altri elementi che differenziano Paolo Macchiarini da Christopher Duntsch, elementi che aiutano a rendere questa seconda stagione meno ripetitiva rispetto alle potenziali premesse iniziali.
Come si diceva poco sopra, Macchiarini era un chirurgo di fama mondiale mentre Duntsch ha sempre cercato un profilo più basso ed era fondamentalmente motivato dal denaro. Il Macchiarini interpretato da Ramírez, almeno in questa season premiere, sembra invece spinto dal giuramento di Ippocrate, dal salvare delle vite e dimostra di non avere un ego spropositato come quello di Duntsch.
Ad aiutare nella diversa caratterizzazione sia della stagione che del personaggio c’è poi il character interpretato da Mandy Moore, ovvero Benita Alexander, una giornalista che entra in contatto con Macchiarini proprio per la sua celebrità e perché impegnata a realizzare un reportage su di lui. Per evitare spoiler non si parlerà ora di come si evolverà questa relazione, però basti sapere che Mandy Moore è tanto protagonista quanto Édgar Ramírez e questa è un’altra ottima aggiunta ad una trama già piuttosto interessante ma che qui viene diversificata anche dal punto di vista sentimentale. Un fattore da non dimenticare e che aggiunge pepe ad una storia già piuttosto complicata.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Édgar Ramírez molto convincente e calmo nel suo modo di fare
  • Utilizzo di un’operazione svoltasi con successo per enfatizzare la fama (pre-accuse) di Macchiarini
  • Buona chimica tra Ramírez e Moore
  • Approccio diverso rispetto alla prima stagione 
  • Forse i salti temporali potrebbero non risultare chiarissimi a tutti gli spettatori
  • Background iniziale di Macchiarini non sufficiente e non paragonabile a quello di Benita Alexander

 

“Like Magic” è un piacevolissimo pilot che introduce il pubblico a questa seconda stagione di Dr. Death facendolo subito empatizzare con il protagonista/villain. Un approccio diverso rispetto a quello avuto nella prima annata ma assolutamente apprezzabile perché accresce l’interesse e le domande circa le cause che hanno portato Paolo Macchiarini ad avere questa reputazione.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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