Chad Feehan alla fine è riuscito a portare a casa una discreta prima stagione della sua creatura. Otto episodi non privi di difetti, facilmente migliorabili con un po’ più attenzione al dettaglio e soprattutto una trama orizzontale portante che facesse da scheletro a tutti gli episodi e non solo a metà di essi.
E il pregio di questo finale è proprio la capacità di chiudere le trame aperte (a parte quelle secondarie e dimenticabili tipo le minacce fatte alla figlia) giocando sul campo dove lo spettatore ha più interesse, ovvero sul tema dello schiavismo e della lotta per la propria libertà che è da sempre motivo d’interesse.
In questo caso il fatto che Bass Reeves, schiavo (auto)liberato e poi U.S. Marshall di colore, lotti contro un altro U.S. Marshall per liberare altri afroamericani dalla sua schiavitù rappresenta l’apice massimo di una trama che sembra giungere a compimento proprio grazie a questo momento, quasi come un cerchio che si chiude. Infatti la sensazione è proprio quella di un arco narrativo che non ha più niente da dire, il che, però, apre delle domande circa il futuro della serie che non è mai stato chiarito.
In una recente intervista, Feehan ha confermato l’incertezza relativa al futuro di Lawmen: Bass Reeves pur affermando di avere molto materiale a disposizione derivante dalla vera storia di Reeves stesso per almeno un altro paio di stagioni. Da qui però le informazioni cominciano ad essere piuttosto confuse perché Paramount+ non ha ancora rinnovato la serie e, anche qualora la rinnovasse, non è detto che Lawmen: Bass Reeves non diventi antologica, cambiando titolo in Lawmen: Qualcos’altro. Qualsiasi cosa verrà scelta, bisogna comunque apprezzare il fatto che si sia pensato a questo finale come potenziale chiusura della stagione anche valida come chiusura della serie stessa, un’accortezza che è veramente difficile da trovare di questi tempi.
Pierce: “Heaven is full of killers. By His grace they welcome me as they will welcome you.”
A.A.A. CERCASI REALISMO STORICO
Per tutti coloro che se lo stessero chiedendo: no, Esau Pierce (interpretato da un ottimo Barry Pepper) non è un personaggio realmente esistito ma è stato creato appositamente per diventare il villain di questa serie. Il che è un po’ deludente da scoprire a visione postuma ma al tempo stesso non priva la serie di quella tensione crescente generata proprio da questo scontro tra i due.
Certo, chi è a conoscenza della storia di Bass Reeves non rimarrà sorpreso dalla vittoria di quest’ultimo e dal finale alla “e vissero tutti felici e contenti”, però, considerate tutte le libertà creative prese in fase di scrittura, a questo punto sarebbe stato più “realistico” far soffrire Bass un po’ di più invece che tenerlo sempre immacolato nella sua condizione fisica. Questa non vuole essere necessariamente una critica che pesa sul finale, però avrebbe potuto rendere lo scontro più realistico sempre considerando che anche Billy Crow è un personaggio inventato e quindi, come tale, il suo futuro non era già scritto.
Ad ogni modo, “Part VIII” regala allo spettatore un po’ di emozioni e di suspense che mancavano alla serie, portando questo season/series finale nelle prime posizioni della stagione, vuoi per un ottimo scontro, vuoi per un cerchio che si chiude.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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“Part VIII” chiude questa stagione di Lawmen: Bass Reeves nel migliore dei modi salvando tutto il salvabile, confermando le buone sensazioni che si avevano all’inizio e, allo stesso tempo, scrollandosi di dosso anche i malumori generati negli episodi centrali. Non passerà alla storia come un capolavoro ma ha sicuramente intrattenuto senza richiedere troppo impegno, nel caso ci fosse una seconda stagione non si urlerà al complotto.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.