“In ognuno di noi ci sono due lupi. Uno è cattivo e vive di rabbia, odio, gelosia, invidia, risentimento, falso orgoglio, bugie, egoismo. L’altro è buono e vive di pace, amore, speranza, generosità, umiltà. I due lupi lottano dentro di noi. Sai quale vince alla fine? Quello a cui tu dai da mangiare.“
Questo aforisma spiega il titolo della puntata, Two Wolves, cioè Due Lupi.
Diversi personaggi, effettivamente, sono al bivio, devono compiere scelte cruciali e si sentono spinti da forze contrastanti. Quasi tutti, oltre a se stessi e alla propria famiglia, devono pensare alle sorti dell’universo in generale. Quasi tutti hanno segreti anche grossi e potenzialmente devastanti da nascondere.
Le varie sotto trame si intrecciano, con valore e riuscita purtroppo diseguale. Si procederà a recensirle dalla meno riuscita alla più riuscita.
I GIOVANI, ATREIDES E NON SOLO
Al personaggio dello spadaccino Kieran Atreides viene aggiunto un livello di complessità mostrandolo membro segreto di una ribellione contro l’Imperium. In linea con la stratificata narrativa di Herbert. Peccato però che il personaggio non spicchi come un Atreides dovrebbe fare.
Più in generale, in tutta la parte che coinvolge i giovani, come lui e la principessa Ynez, sembra emergere chiaramente la mano della sceneggiatrice Diane Ademu-John, nota per aver lavorato nella serie The Originals. Nessun pregiudizio, anzi: quella serie ha regalato momenti di raffinata opulenza nei ricevimenti e personaggi potenti come Klaus ed Elijah Mikaelson.
Qui però ci vuole il salto di qualità. Viene, per esempio, nominato Vorian, l’antenato Atreides protagonista della trilogia Leggende di Dune. Egli compie, nei libri, un interessantissimo percorso personale, parallelo a quello del robot Erasmus, ma di segno opposto.
Certo, molto dipenderà anche dallo spazio e dal tempo a disposizione, ma su questo discorso si tornerà fra poco.
Per ora si nota solo il sapiente uso di una scena di sesso con sniffata per speziare gioco di parole voluto una spiegazione sull’importanza di Arrakis.
LA SORELLANZA E DESMOND HART
Questa parte è gestita in modo classico e ben interpretata da Mark Strong, Emily Watson e Travis Fimmel. L’imperatore Javicco Corrino si esibisce nel tipico numero del “sì avevo detto uccidere, ma non intendevo proprio quello“.
Madre Valya Harkonnen non se la beve, per quanto abbia calcolato maggiore interesse della Sorellanza appoggiare l’Imperium.
Tra questi giochi di potere, emerge Desmond Hart come figura di prima grandezza. Non si è ancora capito come abbia fatto a sopravvivere a Shai-Hulud, né tanto meno ad uccidere due persone contemporaneamente ai capi opposti dell’universo, ma lo spettatore è invogliato a seguire proprio per scoprirlo.
Emily Watson, in un’intervista, si è dichiarata felice di vedere una serie dove a menare le danze sono donne di mezza età. Cosa, a suo dire, impensabile fino a poco tempo fa. Se i giovani, come i già citati Ynez e Kieran, ma anche l’affascinante debosciato Constantine, uscissero dal solito bar, lo show potrebbe diventare potentemente multigenerazionale.
L’AGONIA DELLA SPEZIA
L’episodio tocca però note veramente alte quando si parla di Lila, costretta a sottoporsi anzitempo al test per accedere alle memorie ancestrali. La scena delle visioni della ragazza è davvero incisiva. Tanto più quando compare la Sorella uccisa (Dorotea) nel cold opening della puntata precedente.
Il rapporto di affetto fra Lila e Tula Harkonnen, con il desiderio della giovane di vedere magari la madre mai conosciuta, conferisce valore aggiunto a tutta la vicenda.
La storia non finisce qui: le rivelazioni di Madre Raquella sembrano riferirsi a Desmond Hart, ma secondo alcuni potrebbero riferirsi a Paul Atreides. Lila, inoltre, non è definitivamente morta, almeno a quanto si deduce dal trailer della prossima puntata. Altro buon motivo per proseguire la visione.
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Qualcuno ha criticato la mancanza di “evoluzione” tra questa serie e i film di Denis Villeneuve, per quanto riguarda soprattutto la tecnologia.
A modesto parere di chi scrive, lo show dà un quasi confortevole senso di vicinanza ai nostri tempi, che certo diventa meno confortevole quando si pensa alla guerra contro l’Intelligenza Artificiale.
Il problema sembra essere un altro: la carne messa al fuoco è molta e appetitosa, ma si rischia di fare troppo affidamento su un rinnovo per una seconda stagione non ancora assicurato. Sembra impresa ai limiti dell’impossibile, andando di questo passo, concludere le trame in modo soddisfacente con soli sei episodi a disposizione. Eppure il passo un po’ lento ci vuole perché gli elementi da introdurre e combinare sono parecchi. Non sarebbe il primo caso di serie intrigante rimasta monca. Per adesso, comunque, un ringraziamento in attesa della prossima puntata.
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).