Outlander torna dopo più di un anno per completare il percorso della sua settima stagione. Una stagione eccezionalmente divisa a metà che si era interrotta ad agosto 2023 con “Turning Points“.
La serie continuerà ora con altri otto episodi prima di lasciare spazio all’ultima stagione già confermata.
Intanto, “Unfinished Business” svolge bene il suo compito di riassunto, ricordando agli spettatori dove si era fermata la storia e lanciando qualche input per i prossimi appuntamenti. Il tutto, però, con una caratteristica ben definita che sembra prenderà il sopravvento in questa fase stagionale: tutti i protagonisti si ritrovano separati, dando vita a diverse trame divise tra spazio e tempo.
BENTORNATI IN SCOZIA… E POI DI NUOVO IN AMERICA
Lo scorso mid season finale si era concluso con un agognato ritorno in Scozia. Una terra che ha caratterizzato fortemente le prime stagioni di Outlander, rimanendo per questo il cuore pulsante dello show nonostante le diverse stagioni ormai ambientate in America (o in Francia).
Il ritorno a casa, a Lallybroch, e il ricongiungimento con la famiglia Fraser hanno reso l’episodio più accogliente, oltre che nostalgico. Una narrazione che non ha risparmiato momenti più forti, con la malattia di Murray e il ricongiungimento di quest’ultimo e di Jenny con Ian.
Un racconto che, come sempre, è apparso delicato ed attento, coadiuvato da contorni scenici sempre eccellenti che rendono l’intero quadro degno di essere visto.
Tuttavia, non sono mancati anche dei momenti alquanto forzati. Un po’ fuori luogo è apparso infatti il ricongiungimento di Jamie con Laoghaire, per delle scene che, se da un lato appianano la situazione degli ex coniugi chiudendo di fatto la loro storia, dall’altro sono risultate un po’ gonfiate nell’economia dell’episodio.
Ma un fattore fondamentale della puntata riguarda soprattutto l’imminente ritorno di Claire e Ian in America. Un viaggio lampo tra andata e ritorno che proietta questa nuova parte di stagione verso una modalità ben precisa attraverso la separazione dei protagonisti e la conseguente frammentazione delle storyline.
DOVE? QUANDO? PERCHÉ?
Ma se la storia di Jamie e Claire, seppur divisa, sembra destinata a seguire pattern simili al passato, è la trama di Roger a promettere novità.
Va detto che, per buona parte dell’episodio, gli autori erano riusciti quasi ad ingannare il pubblico (ovviamente non quello con alle spalle la lettura dei romanzi) lasciando credere/sperare che Roger stesse per ricongiungersi nuovamente con Jamie e Claire. L’arrivo ad una Lallybroch ancora più indietro nel tempo è stato ben gestito, con l’accavallamento di scena risultato effettivo fin quasi alla fine.
Ma a parte la sorpresa iniziale, la storyline di Roger si riscopre avvolta nel mistero. Già il rapimento del piccolo Jeremiah ha ancora tanti elementi da portare a galla, adesso la nuova timeline fa nascere ulteriori domande. L’incontro finale con Geillis Duncan è l’apice di una serie di misteri che sembrano intrecciarsi sempre di più. Quest’ultima, soprattutto, è un personaggio che ha sempre portato scompiglio nelle sue precedenti apparizioni e dunque lascia presagire un percorso molto più complicato del previsto per Roger in cerca del figlio.
Non che questo sia un problema, anzi. Nonostante la bellezza scenica e una storia che riesce sempre ad appassionare, nelle ultime stagioni Outlander ha perso un po’ della sua freschezza. Le situazioni diventano sempre più ripetitive, mentre i personaggi cadono in una routine caratteriale che poco si presta al dinamismo narrativo. Ed è proprio per questo che la trama di Roger appare più appassionante delle altre: mentre Jamie e Claire sembrano desinati a ripercorrere scenari già visti, i dubbi su questa nuova timeline, con tutte le complicazioni del caso, promettono almeno qualcosa di nuovo.
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Torna Outlander, con la sua sorprendente capacità di raccontare le proprie storie in maniera delicata ed elegante. Un episodio introduttivo, ma che già pone le basi per nuove storyline. Si spera solo che questa parte di stagione assuma contorni più dinamici dei precedenti.
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.