Questa “E Is For Elevator” segna il ritorno ufficiale alla sceneggiatura dei coniugi Robert e Michelle King, entrambi creatori e showrunner della serie. Quando gli showrunner ritornano a scrivere degli episodi durante una stagione, in genere è per motivi importanti che coincidono, quindi, con puntate cruciali. Sorprende quindi constatare come questo episodio sia in realtà niente di più che un filler ben fatto, ma pur sempre un filler. Non ci sono plot twist improvvisi, non c’è un avanzamento della trama orizzontale, quello che si può trovare è una critica neanche tanto velata al razzismo che ancora imperversa negli USA e che, probabilmente, i King volevano scrivere personalmente.
La struttura dell’episodio è divisa in due visto che il caso del giorno è stato affidato solo a Kristen e Ben, mentre David è stato separato dal gruppo e messo a lavoro come futuro prete. Un evento rilevante per i secondi fini di Leland Townsend, come affermato parlando a Kristen nella season premiere, ma di cui per ora non si era ancora visto moltissimo. È quindi piacevole constatare il processo e le lezioni che David e gli altri apprendisti devono affrontare, un po’ meno interessante, in quanto fine a sé stesso, invece dal punto di vista della critica al razzismo. Una critica sempre molto valida e purtroppo attuale, ma pur sempre una critica che nasce all’improvviso dopo 15 episodi di assoluto silenzio e che, pertanto, sembra più un trend piuttosto che una critica audace.
Che la Chiesa cattolica non sia completamente innocente e candida è risaputo (non ultime le notizie di questi giorni provenienti dal Canada), ma negli States la critica è più rivolta alla pedofilia (altro tema piuttosto in voga). Il connubio tra razzismo vissuto e razzismo percepito è un qualcosa che rimane nel sottobosco culturale e che solo pochi riescono a distinguere e cogliere. In tal senso questo episodio riesce perfettamente a sottolineare i due punti di vista, enfatizzando un problema visto e vissuto da David ma non percepito né tanto meno capito pienamente dal suo capo, anzi piuttosto restio ad aprire questo vaso di Pandora. Tema interessante ma non basterà una puntata per affrontarlo e spiegarlo dignitosamente.
I GIOCHI NEGLI ASCENSORI
La parte di “E Is For Elevator” più interessante è quella relativa al caso del giorno, vuoi per l’esperienza allucinata (?) di Kristen, vuoi per il gioco dell’ascensore che coinvolge Ben, che riporta in scena la sua fiamma (entrata e scomparsa in pochissimi minuti) e di fatto concede finalmente un po’ più di minutaggio ad un character che meriterebbe più spazio. Se da un lato Kristen continua a vivere situazioni volutamente ambigue ed interpretabili sia in maniera razionale che in maniera irrazionale, dall’altro Ben continua ad immergersi in territori borderline vivendo esperienze simili a quelle di Kristen nella scorsa stagione. Ed era ora.
Sarà interessante assistere ad un ulteriore peggioramento nel corso delle prossime puntate per vedere se i King hanno un programma diverso per lui.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Da un episodio che, sulla carta, prometteva scintille visto il ritorno dei “genitori” dello show, ne risulta invece una puntata carina, ben fatta ma pur sempre fine a sé stessa. Alcuni character tipo Leland o David sono utilizzati male, altri come Ben molto meglio, ma nel complesso non si può concedere più di una sufficienza piena. Evil può fare, e ha fatto, molto meglio di così…
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.