Recensione Film A Complete Unknown Bob Dylan Timothee Chalamet Premi Oscar
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A Complete Unknown

Recensione del film A Complete Unknown di James Mangold, che narra la storia della tempestuosa svolta elettrica di Bob Dylan nel 1965.

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Un giovane Bob Dylan (Timothée Chalamet), arriva a New York nel 1961, pronto a trasformare per sempre la musica americana. Con la sua chitarra e un talento rivoluzionario, inizia il suo percorso verso la fama, stringe legami con le leggende musicali del Greenwich Village, fino a esibirsi in una performance innovativa e controversa.

Fresca delle ben otto nomination ai Premi Oscar 2025, A Complete Unknown è diventato un film molto atteso non solo dai fan di Bob Dylan, o dagli appassionati di musica in generale. Invece, il film di James Mangold è finito sotto la luce dei riflettori per il pubblico curioso, come capita sempre in questi casi, di scoprire quanto siano state “meritate” queste candidature agli Academy Awards.
Nella fattispecie, si parla anche di premi importanti, come miglior attore protagonista, non protagonista maschile (Edward Norton) e femminile (Monica Barbaro), miglior film, regia, sceneggiatura, e anche costumi e sonoro. Un’investitura significativa per un film abbastanza intimo che racconta uno squarcio di USA – e un fenomeno puramente statunitense come la musica folk – al mondo intero.

The answer, my friend, is blowin’ in the windThe answer is blowin’ in the wind

La storia, tratta dal romanzo “Dylan Goes Electric!”, racconta i primi anni di carriera di Robert Zimmerman, noto ai più come Bob Dylan. Dal suo arrivo a New York nel 1961 fino a giungere alla sua rottura con la scena folk nel ’65 e il suo passaggio all’elettrico, visto dal suo pubblico – e dagli amanti di musica folk – come un tradimento vero e proprio per suonare “robaccia”, fatta di strumenti elettrificati e quindi per questo non vera musica.
Dunque per questo la pellicola di James Mangold (Indiana Jones e il Quadrante del Destino) potrebbe essere ostica per un pubblico che non sia quello statunitense, capace di comprendere a pieno le controversie e le aspre diatribe nel cambiamento musicale di Dylan. Qui in Italia tali dinamiche potrebbero risultare un po’ estranee, ma qui risiede la bontà della sceneggiatura, scritta a quattro mani da Mangold e Jay Cocks (storico sceneggiatore di Martin Scorsese) e rivisitata pagina per pagina da Dylan in persona.

The order is rapidly fadin’And the first one nowWill later be lastFor the times they are a-changin

Infatti, il conflitto interiore di Dylan traspare lo stesso anche a un pubblico estraneo ai fatti. Il film mostra in maniera impeccabile la sempre più invadente presenza dei guru della scena folk, visti un po’ come degli estremisti musicali, convinti inizialmente addirittura che il talentuoso autore del Minnesota dovesse solo reinterpretare cover seppellendo la sua penna. Oltre a una sceneggiatura di pregevole fattura, risiede gran parte del merito nelle interpretazioni magistrali degli attori tutti, e di conseguenza nel regista, capace di dirigere in maniera superba un personaggio così particolare e difficile da comprendere come quello di Bob Dylan.
Timothée Chalamet si lancia in una performance strepitosa. A riprova del fatto che i biopic musicali continuano ad essere una manna dal cielo per gli attori (Austin Butler, Rami Malek, …), che con questi film riescono spesso a dare il meglio di loro stessi per farsi poi notare durante la award season. Chalamet ha imparato a suonare la chitarra partendo praticamente da zero, arrivando a suonarla praticamente al livello di Dylan stesso, visto che tutte le canzoni nel film sono riprese dal vivo (e quasi tutte sono in acustico).

How does it feel, how does it feel?To be on your own, with no direction homeA complete unknown, like a rolling stone

Oltre la tecnica musicale, Timothée Chalamet aggiunge alla sua interpretazione uno sguardo che spesso richiama L’Angelo Caduto di Cabanel. Due occhi che non lasciano mai trasparire nulla del suo misterioso passato, se non una profonda crisi interiore, che cresce con il passare degli anni, di un uomo che sa di dover rompere con tutto ciò che l’ha reso amato per fare ciò che gli piace.
Il film è un climax lentissimo che parte dal primo commovente incontro con un allettato Woody Guthrie, sviluppatosi sotto gli occhi docili da buon uomo di un irriconoscibile Edward Norton nei panni di Pete Seeger, e che arriva ad esplodere nel momento in cui Dylan decide di presentarsi con una chitarra elettrica sul palco del Newport Folk Festival. Un gesto che, provando ad esemplificarlo nel modo più chiaro possibile, equivale a far entrare un crocifisso in un tempio di fondamentalisti islamici.
E se il pubblico riesce ad arrivare a comprendere la portata di questo evento, apparentemente non così degno di nota, ma che all’epoca scosse del tutto la scena musicale statunitense, allora il film ha centrato il punto riuscendo a compiere la propria missione.


A Complete Unknown è un bel film, anche se potrebbe risultare più difficoltoso da seguire per uno spettatore poco avvezzo a conoscere una certa scena musicale e nomi come Joan Baez, Pete Seeger e Johnny Cash. Tuttavia l’opera di Mangold c’entra senza dubbio il punto, riuscendo a far passare il messaggio dell’importanza della svolta elettrica di Bob Dylan anche ad uno spettatore completamente ignorante.
Nonostante sia una pellicola non perfetta, che manca a volte di approfondire alcuni punti, lasciando appesi degli ami per esempio riguardo al vero passato di Dylan, le nomination sembrano senza dubbio tutte più che meritate, a partire dagli attori, ma anche considerando premi più tecnici come il sonoro. Tutte le canzoni vengono infatti eseguite dal vivo, regalando una potenza sonora e allo stesso tempo quella firma sufficientemente sporca degli strumenti dell’epoca. Se non altro, può essere l’occasione di scoprire o riscoprire alcune pietre miliari della musica del XX secolo.

 

TITOLO ORIGINALE: A Complete Unknown
REGIA: James Mangold
SCENEGGIATURA: James Mangold, Jay Cocks
INTERPRETI: Timothée Chalamet, Elle Fanning, Edward Norton, Monica Barbaro, Scoot McNairy, Dan Fogler, Boyd Holbrook
DISTRIBUZIONE: Searchlight Pictures
DURATA: 141′
ORIGINE: USA, 2024
DATA DI USCITA: 23/01/2025

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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