Barbie recensione film
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Barbie

Una commedia brillante che ha causato una carenza di vernice rosa nel mondo, non serve aggiungere altro.

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Nel fantastico mondo di “Barbieland” un altro giorno scorre tranquillo, tra case da sogno, spiagge bianchissime e pigiama party. Qui le Barbie vivono la loro vita serene e sorridenti, in una realtà creata dalla Mattel apposta per loro. “Barbie Stereotipo”, la Barbie più iconica di tutte e simbolo della perfezione, un mattino si ritrova con pensieri diversi dal solito e tutto inizia ad andare storto. Per far sì che le cose tornino come prima, Barbie deve cercare l’umana che la possiede nel mondo reale. Ken, innamorato non corrisposto, la segue a Los Angeles, dove Barbie dovrà connettersi per la prima volta con le sue emozioni.  L’incontro con il mondo reale cambierà per sempre Barbie, che scoprirà di non essere soltanto uno stereotipo. 

 

Il 20 luglio è uscito in tutte le sale Italiane Barbie, il nuovo film diretto da Greta Gerwig che, come è facile intuire, ha come protagonista l’iconica bambola ideata dalla Mattel nel 1959.
Prima di andare avanti con qualsiasi commento o analisi, è bene sapere che il film nel suo primo giorno al cinema ha incassato 2 milioni di euro, un esordio che non si assaporava in Italia da mesi. Il mercato italiano, che funziona diversamente da quello americano, raramente azzarda delle uscite così forti durante l’estate, si ha sempre paura che il pubblico a luglio e agosto preferisca rinfrescarsi al mare. Barbie rompe anche questo schema, dimostrando ai distributori italiani che se le uscite sono di alto livello, al cinema ci si va eccome.
Che Barbie sia un blockbuster non ci sono dubbi, la campagna di marketing con cui si è presentato al mondo è stata ingente, il cast, le musiche, i featuring, i brand: tutto grida al mainstream. Quando però il mainstream è guidato da due personaggi che a Hollywood hanno saputo distinguersi per acume, saggezza e stile, ovvero Greta Gerwig e suo marito Noah Baumbach (che insieme alla moglie ne ha firmato la sceneggiatura) il risultato non può che essere un film intelligente, godibile e con più piani di lettura.
Magari tutti i blockbusters fossero così: Barbie è un film che riesce a intrattenere, bellissimo visivamente e per chi avesse ancora qualche dubbio sul fatto che il femminismo sia uno dei temi cari ai Millennials e alla Gen Z, questo film non fa altro che confermarlo. Barbie chiede allo spettatore di andare oltre il pregiudizio e se si è disposti a farlo, si esce dalla sala soddisfatti.

HI BARBIE


Che dire di Margot Robbie, una ragazza baciata dal sole, un sorriso che a guardarlo scioglie, un viso e un corpo armoniosi: lei è Barbie.
Se non bastasse, l’attrice australiana è anche talentuosa e in quest’occasione dimostra che nei ruoli “dramedy” o come si direbbe in Italia nelle commedie “impegnate”, è davvero brava. La Gerwig ha giocato moltissimo con la sua protagonista, l’ha costruita e poi de-costruita già nei primi quindici minuti del film, quando in mezzo ad un mega party a Barbieland, con in sottofondo le note di “Dance The Night” di Dua Lipa, Barbie inizia ad avere dei pensieri sulla morte. Ansia e paura sono cosi fuori luogo a Barbieland, che Barbie è costretta a fare i conti con il mondo reale, quel luogo dove emozioni di questo tipo sono all’ordine del giorno.
Barbie Stereotipo viene catapultata a Los Angeles e bruscamente si accorge che il girl empowerment non è cosi diffuso come credeva e che gli umani, specialmente le donne, non la amano come pensava. È un attimo che da icona, il pubblico si ritrova davanti a “Barbie crisi esistenziale”. E Margot Robbie riesce a restituire con ironia e profondità un ruolo che poteva facilmente scadere nella caricatura. La sua interpretazione è infatti misurata e mai sopra le righe.

Ho una sensazione di paura, ma non so di cosa… É ansia.

HI KEN


Ryan Gosling ha dichiarato sulle pagine dell’Empire che è nato per interpretare il ruolo di Ken. Già dalle prime inquadrature si nota che il personaggio, forse il più forte di tutto il film, è stato scritto e interpretato davvero bene. Gosling, che come Ken vive di riflesso di Barbie, riesce a mangiarsi lo schermo, regalando un’interpretazione divertentissima.
La Ken-energy arriva dritta allo spettatore, in un mix di ironia e consapevolezza che lo rendono irresistibile. Se Barbie è lo stereotipo della donna perfetta, Ken è l’uomo oggetto bello e macho, pronto a tutto per conquistare la sua donna. Anche se inizialmente approda nel mondo reale solo per seguire Barbie, Ken avrà la sua chance di osservare il mondo e di accorgersi che è tutto molto diverso da Barbieland, dove il suo personaggio è ancorato ad un ruolo marginale.
La reazione di Ken alla scoperta che in realtà sono gli uomini ad avere la maggior parte dei ruoli di potere, è esilarante. Ken tornerà a Barbieland molto cambiato e pronto alla rivoluzione del patriarcato. La sua evoluzione da mero bambolotto e “uomo di potere” è un paradosso divertentissimo e rovescia le carte in tavola dando ritmo alla seconda parte del film. Infine, impossibile non menzionare la canzone di Ken, forse uno dei momenti più divertenti di Barbie.

Cause I’m just Ken anywhere else I’d be a ten.

HI UMANA


America Ferrera, attrice nota per il suo ruolo in Ugly Betty, interpreta la donna che ha dato inizio al turbamento di Barbie.
É lei infatti che nonostante sia ormai adulta e madre di un’adolescente, inizia a fantasticare su un nuovo modello di Barbie più realistica e ordinaria, scatenando così la connessione tra Barbieland e il mondo reale. Gloria è una donna qualunque, ha un lavoro noioso, una figlia che non la stima e una vita non troppo soddisfacente. In questo contesto, le sue fantasie danno voce ad una rivoluzione in cui le donne vogliono rivendicare il loro diritto ad allontanarsi dagli stereotipi di perfezione. Al suo personaggio vengono affidate le parole più importanti, forse anche le più retoriche, di tutto il film. La Gerwig scrive per Ferrera un monologo in cui il messaggio di Barbie diventa chiaro e non si nasconde più dietro al velo dell’ironia.
Quest’operazione è stata la più criticata, con i detrattori del film che hanno giudicato banale e scontato il modo in cui la rivendicazione del ruolo della donna nella società viene veicolato dal personaggio di Gloria. Come inizialmente detto, però, Barbie ha più livelli di lettura, uno di questi è proprio quello affidato al ruolo della Ferrera, l’altro invece si gioca sull’ironia che si dipana anche nelle più piccole sfumature e dettagli.
É chiaro che molti degli spettatori siano già ben educati sulla parità di genere, tuttavia, considerando come il film sia rivolto ad un pubblico più ampio e variegato e, dato che sin da subito sta riempendo le sale, risulta accurato accertarsi che il messaggio che si vuole mandare arrivi a più persone. Verrebbe da dire, meglio una volta in più, che una in meno.


Barbie è senza dubbio il fim dell’anno, sia in termini di incassi che di viralità, l’operazione di far incontrare il mondo della Mattel con quello di Hollywood è riuscita. La scelta più lungimirante è stata quella di affidare tutto nelle mani di un’autrice che, da sempre, ha voluto allontanarsi dagli stereotipi Hollywoodiani, dedicando il suo tempo a raccontare donne fuori dagli schemi. La Gerwig da subito ha chiesto libertà nella scrittura e nella regia riuscendo così a girare un film intelligente e ironico.
Barbie non è un film “necessario” e non ha la presunzione di portare un messaggio sconvolgente. Nella sua semplicità e bellezza ribadisce dei concetti che ormai dovrebbero essere pilastri della società ma che ancora in alcuni ambienti (tra cui Hollywood) risultano traballanti.
Una commedia brillante che ha causato una carenza di vernice rosa nel mondo, non serve aggiungere altro.

 

TITOLO ORIGINALE: Barbie
REGIA: Greta Gerwig
SCENEGGIATURA: Greta Gerwig, Noah Baumbach
INTERPRETI: Margot Robbie, Ryan Gosling. America Ferrera, Will Ferrel, Simu Liu, Michael Cera, Kate McKinnon, Emma Mackey
DISTRIBUZIONE: Warner Bros
DURATA: 114′
ORIGINE: USA, 2023
DATA DI USCITA: 20/07/2023 

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Vivo a Milano, ma sono una romana doc, guardo tante serie tv e film e nel mio tempo libero lavoro, faccio sport e viaggio tanto.
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