Troll recensione film
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Troll

Per essere un film in CGI norvegese, il risultato è più che onesto ma non è certamente un capolavoro e, anzi, è più che altro un remake in chiave scandinava di film più celebri come Godzilla, Jurassic Park e King Kong. Una variazione sul tema carina ma niente di più.

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Una miniera improvvisamente “esplode” ed un’enorme creatura con le sembianze di un troll si alza dalle profondità delle montagne del Dovrefjell distruggendo ogni cosa e nessun tipo di arma sembra essere in grado di bloccarlo.

Prima di guardare una pellicola, che sia al cinema o sul piccolo-medio schermo del proprio salotto, è sempre piuttosto utile considerare sia la provenienza che la produzione. Banalmente, un film italiano tratto da un fumetto come Diabolik non può essere paragonato ad uno qualsiasi d’oltreoceano (Black Panther: Wakanda Forever, Thor: Love And Thunder), sia per il budget, sia per la recitazione che, soprattutto, per l’approccio diverso che esiste tra paese e paese. Quindi banalmente vale una regola: un film italiano creerà aspettative diverse rispetto ad uno giapponese, americano o norvegese.
Approcciandosi a Troll, diretto da Roar Uthaug (Tomb Raider, The Wave) bisogna adottare la stessa metodologia, riallineando le proprie aspettative e considerando che la pellicola è la prima nel suo genere a creare un monster-movie norvegese scandinavo. Certo, il budget messo a disposizione di Uthaug dalla Motion Blur, seppur non sia stato reso pubblico, è probabilmente il più alto nella storia della Scandinavia per via degli effetti speciali più che soddisfacenti, però a livello di trama non c’è niente che deragli dal classico modus operandi dei vari monster-movies.

E se vi dicessi che solo un miliardo di anni fa i Troll giravano liberi per la Norvegia?

Va anche detto che leggere un’intervista fatta allo stesso Roar Uthaug in cui afferma di aver pensato per oltre vent’anni alla realizzazione di un film che mettesse in scena elementi del folklore norvegese (“It’s an idea I’ve had for over 20 years now, […] I always wondered what would happen if one of the creatures from those fairytales would wake up today.“) e poi vedere il risultato un po’ banale, è un po’ come assistere alla montagna che partorisce il topolino, ma tant’è. Aspettative, si diceva, questo è il problema.
L’idea di base è ovviamente interessante, e non si può dare torto a Uthaug, viene anche da chiedersi perché nessuno ci abbia pensato prima. Il risultato, come si accennava poco sopra, a livello visivo è sicuramente superiore alle (basse) aspettative che si potrebbero avere verso la CGI utilizzata, mentre a livello di sceneggiatura ad una buona prima metà del film corrisponde una seconda parte piuttosto canonica che non riserva grosse sorprese sull’andamento anche buonista della trama. E questo è fondamentalmente il problema di Troll: una rivisitazione scandinava dei monster-movies più famosi (Godzilla VS. Kong, per citarne uno) non è supportata da una scrittura diversa rispetto alle pellicole americane.
Immaginando un sentiero ricco di biforcazioni che portano verso una certa direzione, identificabili con la prima parte che termina con il secondo incontro con il Troll ed un plot twist inaspettato, da quel momento in poi il film ritorna di fatto sul sentiero principale senza deviare minimamente dal tracciato segnato da qualsiasi pellicola che l’ha preceduto avente mostri giganti che attaccano una città. Ed è un grosso peccato perché c’era il potenziale per fare qualcosa di molto diverso e, perché no, “più europeo”.

C’è un po’ di verità in ogni favola…

Soprassedendo su dialoghi a volte un po’ banali ma che puntano all’ironia come in ogni sano blockbuster, a compensare la trama basilare c’è la recitazione della maggior parte del cast (chi scrive ha visto la pellicola in norvegese senza saperlo ma il doppiaggio italiano e la scelta delle voci non aiuterà a sostenere questo punto, specialmente quella del Capo di Gabinetto del Primo Ministro Norvegese, Andreas Isaksen) e la regia di Uthaug che fa un lavoro piuttosto buono, specie nelle scene d’azione che non hanno niente da invidiare a Hollywood.
L’esperienza che il regista ha maturato in precedenza con Tomb RaiderThe Wave è un elemento fondamentale che permette al film di risultare apprezzabile nonostante i difetti già elencati, facendo anche tirare un sospiro di sollievo a chi temeva un completo disastro. E fa anche ben sperare nel caso in cui, come sembra dalla scena finale post-credits, Netflix decida di ordinare un Troll 2.

Sapete che la Norvegia sanzionava pesantemente i contatti con i Troll o presunti tali fino al 1840?


In summa, Troll è un film di un’ora e mezza che si fa guardare senza troppe pretese ma che renderà orgogliosi tutti i norvegesi. Non si è certamente di fronte ad un capolavoro, anzi, ma questo remake in chiave scandinava di film più celebri come Godzilla, Jurassic Park e King Kong è una variazione sul tema carina che però avrebbe potuto osare qualcosa in più.

 

TITOLO ORIGINALE: Troll
REGIA: Roar Uthaug
SCENEGGIATURA: Espen Aukan
INTERPRETI: Ine Marie Wilmann, Kim Falck, Mads Sjøgård Pettersen, Gard B. Eidsvold, Pål Richard Lunderby, Eric Vorenholt
DISTRIBUZIONE: Motion Blur
DURATA: 101′
ORIGINE: Norvegia, 2022
DATA DI USCITA: 01/12/2022

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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