Good Sam 1×01 – PilotTEMPO DI LETTURA 4 min

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Good Sam recensioneAlzi la mano chi non ha mai visto un medical drama. Ok, sembra che ci sia una certa unanimità nell’aver guardato almeno una puntata dei vari ER, Dr. House, Grey’s Anatomy. Quello dei medical drama è un genere molto affollato e anche naturalmente configurato per una serializzazione massiccia grazie ai vari casi del giorno, i classici amori in corsia e tanto (a volte troppo) dramma.
Ogni volta che nasce una nuova serie ambientata in un ospedale americano showrunner e case di produzione devono quindi domandarsi: cosa non è ancora stato visto? Scrubs, per esempio, è riuscito nell’arduo compito di riproporsi ai suoi tempi come una medical comedy. La domanda che si deve quindi porre a questa nuova serie CBS è quindi una sola: qual è il valore aggiunto di Good Sam? 

Dr. Rob “Griff” Griffith:Look, if… I have been hard on you, it’s only because you have tremendous potential. I want to help you realize it. I want to teach you how to realize it. That’s my job as a father.
Dr. Sam Griffith:No, that’s your job as a surgeon.

UN MEDICAL DRAMA IN FAMIGLIA


Nel progetto creato e sceneggiato dalla misconosciuta Katie Wech, la risposta arriva dalla struttura prettamente familiare in cui la serie si struttura. La protagonista, Samantha, lavora a stretto contatto con il padre, Griff (per gli amici), che è il suo capo chirurgo fino a quando, a causa di una sparatoria e di un coma di 6 mesi, si invertono i ruoli. Il tutto mentre la madre è a capo dell’ospedale in cui entrambi lavorano. Questo è sicuramente un qualcosa di diverso dal solito ma ricorda anche troppo bene un certo rapporto madre-figlia già visto con Meredith Grey in Grey’s Anatomy.
Una seconda risposta alla domanda precedente può arrivare dal cast composto da Sophia Bush e soprattutto da Jason Isaacs. Chi scrive queste righe, tra parentesi, è ancora in lutto per la conclusione brusca e senza senso di The O.A., un qualcosa per cui Netflix va ritenuto estremamente colpevole. Lutto e rabbia a parte, però, Isaacs è un ottimo attore, inquietante il giusto e perfetto per il ruolo di un dottore senza scrupoli, arrogante, puntiglioso e con la sindrome del “dio in terra”.
Dall’altra parte il ritorno in scena di Sophia Bush, ancora identificabile con Brooke Davis di One Tree Hill, è sempre molto apprezzato e la sua chimica con Isaacs, complicato rapporto padre-figlia a lavoro, ha un suo perché.

UN’INFINITÀ DI COSE NON VANNO


Nel pilot di Good Sam emergono fin dall’inizio tutta una serie di elementi che fanno storcere naso e bocca. Katie Wech pecca infatti in diverse aree che possono essere elencate come segue: buchi narrativi, copia/incolla da altre serie, soundtrack ingombrante, cast ignavo.
Andando in ordine e dando un po’ di background, bisogna dire che la Wech non ha un passato glorioso alle spalle visto che tutte le serie che ha prodotto e scritto sono finite presto nel dimenticatoio, specialmente di FOX (Star, BH90210) e The CW (The Republic Of Sarah). Good Sam non sembra essere destinato ad un percorso migliore anche considerando i miseri 2.72 milioni di spettatori ed il 0.3 di rating raggiunto con questo pilot. Un po’ come questa series premiere, tutte le serie elencate soffrono di diversi buchi di sceneggiatura che, nel caso odierno, sono facilmente riscontrabili sin dall’inizio: un tizio a caso spara in ospedale senza movente e non si saprà più niente di lui; allo stesso tempo Dr. “Griff” Griffith riemerge dal coma senza il benché minimo segno di confusione. Molto reale.
La dinamica della puntata ricorda molto un episodio a caso di Dr. House con una sfilza di medici pronti a risolvere un caso difficile a colpi di diagnosi sbagliate fino all’arrivo di una soluzione che, verosimilmente, sarà sempre il Lupus. Fatalità, in questo episodio c’è un copia/incolla non indifferente che risveglierà dal coma della visione grazie ad un effetto déjà vu.
Dulcis in fundo non si può non menzionare gli ultimi due elementi che affossano Good Sam costantemente: il cast e la colonna sonora. La recitazione dei personaggi secondari è quanto di più piatto e superficiale si possa trovare in circolazione e a peggiorare il tutto arriva una soundtrack cacofonica ed ingombrante che sovrasta tutto e tutti tanto che sembra di guardare un musical. Difficile fare peggio di così.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Jason Isaacs
  • Copia di Dr. House
  • Interessante plot twist sulla tresca amorosa che viene smascherata nel finale
  • Un’ingombrante colonna sonora che fa più danni che miglioramenti
  • Copia di Dr. House
  • Cast molto debole che non supporta in alcun modo la narrazione
  • Dr. Rob “Griff” Griffith che si risveglia dal coma casualmente proprio nel giorno dell’incoronazione della figlia e che dopo 6 mesi è già pronto a lavorare come se nulla fosse accaduto

 

A giudicare da questi 40 minuti, più che una serie da CBS sembra di essere davanti ad un medical drama prodotto da FOX o ABC. Il che non è un complimento.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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