Meredith (to Zola): “You have always been and always will be extraordinary.”
“When I Get to the Border” è il primo episodio che si distacca dal trend di questa diciannovesima stagione. Tra guest star importanti che ritornano e risvolti decisivi per alcuni membri del cast, la puntata non si è fatta mancare nulla.
IL RITORNO DELLA VECCHIA GUARDIA
L’attuale stagione di Grey’s Anatomy è stata caratterizzata per i primi quattro episodi da un cambio radicale di prospettiva: per la prima volta dopo anni, infatti, non solo sono stati introdotti nuovi specializzandi, ma proprio su di loro è stato concentrato l’intero focus narrativo. Il cast di regular rimane, anche se funge più da cornice e da accompagnamento alle new entries, di fatto il cast principale dello show.
Questa volta, in “When I Get To The Border”, avviene nuovamente un cambio di prospettiva, probabilmente dettato anche dal fatto che Jesse Williams fosse non solo dietro la cinepresa, ma anche davanti, rivestendo un ruolo importantissimo per gli eventi che si concretizzeranno nel corso dei prossimi episodi.
La vecchia guardia torna alla riscossa, fagocitando la maggior parte del minutaggio e riprendendosi i propri ruoli centrali all’interno dello show.
Oltre alla presenza di Jesse Williams, autore di un lavoro magistrale in entrambi i ruoli, il pubblico può nuovamente apprezzare Kate Walsh, Debbie Allen e Greg Germann che ritornano come guest star per svolgere vesti (chi più, chi meno) importanti e per regalare performance senza dubbio migliori di alcuni degli attuali regulars.
Un po’ meno efficace e soprattutto esagerata, ad esempio, la recitazione sopra le righe di Caterina Scorsone, che emerge come elemento negativo se paragonato alle interpretazioni brillanti dei colleghi.
ROE VS. WADE
Il 24 Giugno 2022, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso di revocare la sentenza del 1973 sul caso Roe vs. Wade, cancellando sostanzialmente il diritto costituzionale all’aborto. Di conseguenza, gli stati sono stati resi liberi di decidere in merito alla questione in autonomia.
Essendo una tematica molto attuale ed estremamente importante nel contesto statunitense, il team di sceneggiatori di Grey’s Anatomy capitanato sempre da Krista Vernoff, ha deciso di introdurre già nei precedenti episodi la questione e approfondendola proprio in quest’ultimo.
Il modo in cui la Bailey e Addison commentano la situazione è educativo e realistico. A differenza di altri episodi precedenti con temi importanti, il dialogo non è costruito in maniera eccessivamente ridondante e questo rende il racconto e il messaggio da comunicare molto più reale.
Naturalmente, l’importanza dell’argomento viene concretizzato in un caso di spessore che diventa centrale. Questo riguarda una donna di nome Susan che ha una pericolosa gravidanza extrauterina a cui, proprio a causa dell’ambiguità delle nuove leggi che vietano l’aborto, il suo medico rifiuta le cure. Questo dettaglio è fondamentale per capire quanto il ribaltamento di Roe vs. Wade possa colpire fortemente la società statunitense. Il fatto che la legge non sia ancora chiara e definita, fa sì che il suo medico abbia paura a curarla, nonostante le cure siano questione effettivamente di vita o di morte.
Non sarebbe stato possibile trattare l’argomento in modo così efficace senza le performance incredibili di Chandra Wilson e in particolare di Kate Walsh. La scelta di rendere le due attrici protagoniste di questo caso è stata una mossa vincente. L’interpretazione della Walsh vale ancora di più in virtù del suo percorso non solo in Grey’s Anatomy, ma soprattutto in Private Practice: la sua storia e il suo rapporto con la maternità nel corso dei diversi show l’hanno resa il personaggio perfetto per battersi per diritti così importanti.
La morte della paziente era necessaria e dimostra perché uno storytelling di questo tipo sia così efficace, soprattutto in uno show mainstream come Grey’s Anatomy.
UNA NUOVA DIREZIONE PER MEREDITH
Questo episodio verrà ricordato non solo per i motivi sopra elencati, ma per aver svelato il destino della beniamina dello show.
Jesse Williams, infatti, ritorna a vestire i panni del Dr. Avery proprio per offrire a Meredith un’opportunità di cambiare (nuovamente) la sua vita. La sua funzione è simile a quella avuta dal Dr. Burke quando ha offerto a Cristina un nuovo lavoro lontano da Seattle.
È un peccato sapere che Ellen Pompeo non comparirà sullo schermo ancora per molto in questa stagione (e probabilmente per le stagioni a venire), tuttavia, scoprire che il suo destino la porterà a Boston a lavorare su una cura per l’Alzheimer non può che accontentare i fan che attendevano questo momento praticamente dalla prima stagione.
L’importanza di tale decisione è dettata dal fatto che sia necessaria per Zola. Per la prima volta, Meredith si rende conto di non essere più lei “the sun” e di aver commesso alcuni errori non prestando sufficiente attenzione ai bisogni di sua figlia.
C’è uno specifico istante che ha colpito nel segno, in particolare nei fan di lunga data che possono notare certe sfumature di parole e frasi utilizzate mai per caso. Quando Meredith dice a Zola che è sempre stata e continuerà ad essere straordinaria, rappresenta tutto ciò che sua madre Ellis non le ha mai dato.
Questa è la grande capacità di uno show come Grey’s Anatomy di trasformare un istante così semplice in qualcosa di estremamente potente.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Con “When I Get To The Border”, lo show accantona temporaneamente tutte le dinamiche dei nuovi arrivati (eccetto quella del piccolo Shepherd) per concentrarsi su un importante tema d’attualità, sul ritorno di alcuni personaggi iconici e sulla decisione che cambierà il destino della protagonista. Sembra apparentemente troppo da gestire eppure, anche questa volta, non sembrano esserci sbavature. La diciannovesima stagione potrebbe essere la vera rinascita dello show per ora, ma riuscirà a mantenersi tale fino alla fine?
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.