Grey’s Anatomy 21×04 – This One’s For The GirlsTEMPO DI LETTURA 3 min

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Grey's Anatomy 21x04 recensioneÉ stato il mantra della scorsa stagione e adesso torna prepotente a darne conferma: la versione attuale di Grey’s Anatomy funziona meglio quando si concentra prevalentemente sulla medicina.
Il quarto episodio si discosta dai precedenti che avevano invece presentato l’epilogo di una storyline iniziata nello scorso season finale.
La biopsia di Catherine risultata negativa è l’ennesima prova di una trama con il solo ruolo di deus ex machina per riportare la situazione al punto zero: Catherine sta bene, la Bailey è tornata al suo posto e Meredith potrà quasi sicuramente continuare indisturbata con la sua ricerca.

LA GIUSTA STORYLINE


Quanto accaduto negli scorsi episodi erano dunque tutti espedienti creati appositamente per un fine ben preciso, ma che, al contempo, non avevano reso lo scorrere della storia appagante per lo spettatore.
Messi da parte questi eventi “costretti”, Grey’s Anatomy si lancia verso un nuovo obiettivo: creare l’addio per due dei suoi character. Che gli attori Jake Borelli e Midori Francis sono pronti a lasciare il cast è notizia ormai risaputa, ma è apprezzabile l’impegno che gli autori stanno riservando nel creare una trama organica per giustificare l’allontanamento di Levi Schmitt e Mika Yasuda. Un qualcosa da non dare per scontato dati i terrificanti trascorsi di Grey’s Anatomy con alcuni addii.
La storyline di Yasuda vede coinvolta la sorella, dando vita ad una trama che mette in risalto le qualità migliori del medical drama. Sia chiaro, niente di nuovo, anzi, tutto già visto e rivisto, ma che almeno segue un filo logico apprezzabile. I tormenti di Mika, le ricerche, l’operazione in sé e poi tutta la fase emozionale che ne consegue, con la vicinanza dei suoi amici (Jules su tutti), mettono in scena un buon preambolo per quello che si presume sarà presto il suo allontanamento dalla serie.
Di pari passo, va anche la trama di Schmitt. Al contrario di Mika in cui prevale la componente medica, qui gli autori optano per un altro fattore portante di Grey’s Anatomy: amore e relazioni. Una scelta convincente, dato che questo è sempre stato uno dei punti più altalenanti della storia di Levi e che, al momento, sembra poter creare dei buoni presupposti narrativi.

VARIE ED EVENTUALI


Detto di ciò che funziona, va però affrontato anche il tasto più dolente. In realtà, oltre le due storyline precedentemente analizzate, questo quarto episodio ha avuto un impatto maggiore grazie a più trame incentrate sulla medicina, con storie di pazienti che ben si sono amalgamate al contesto narrativo.
Nel mezzo, però, finiscono sempre i personaggi storici. A partire da Ben Warren, tornato per l’ennesima volta all’ovile. Da questo punto di vista, la sua storia non risulta fastidiosa da guardare, quanto più disturbante da un punto di vista realistico dato il continuo cambio di carriere (tutte super impegnative) che portano all’ennesimo ribaltone professionale.
Molto peggio, però, avviene con altri personaggi. A partire da Ndugu che ha davvero stancato con la sua rabbia passiva aggressiva che mantiene il personaggio in uno stato di rancore e inutilità perenne. Certo, sempre meglio del duo Owen/Teddy, che in questo episodio fanno tremare tutti gli spettatori con una “perdita di connessione” che paventa la prospettiva di nuovi tormenti sia per i personaggi ma, soprattutto, per chi guarda.
Infine, quasi a sorpresa una storyline che appariva piatta e ripetitiva acquista una leggera scintilla. La scoperta dei gemelli per Jo e Link non sarà di certo una storia nuova ed appassionante, ma almeno promette di mantenere viva la parte più leggera dello show.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Gli addii ben costruiti per Levi e Mika tra medicina e fattori emozionali 
  • Le storyline mediche fanno sempre scorrere meglio l’episodio
  • La sorpresa per Jo e Link potrebbe movimentare la coppia in maniera un po’ diversa 
  • Ndugu ha veramente stancato
  • Owen e Teddy di nuovo in crisi: scherziamo?

 

La vera stagione di Grey’s Anatomy comincia adesso. Risolti gli ultimi strascichi dello scorso finale, c’è tutta una stagione da costruire. Ad ora, però, ci sono solo qualche idea interessante e molta ripetitività.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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