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Hawkeye 1×02 – Hide And SeekTEMPO DI LETTURA 5 min

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Recensione HawkeyeDopo un pilot leggermente più convincente ma al di sotto delle aspettative, questa seconda puntata non riesce ad andare a segno nonostante un’ottima alchimia tra i due protagonisti.
Come le altre serie targate Marvel uscite nel corso del 2021, Hawkeye prende spunto da un genere ben preciso e tenta di adattarlo al membro meno famoso degli Avengers. Esattamente come fu per la run fumettistica di Matt Fraction e David Aja uscita in contemporanea con il primo film degli Avengers. Purtroppo le prime crepe si sono già formate a causa di una cattiva gestione del protagonista e a degli stereotipati mafiosi in tuta che, pur provenendo dalla già citata run dei fumetti, poco si addicono per ora al contesto.

Clint Barton:I fought Thanos.

“YOUR PROBLEM IS BRANDING”


Occhio Di Falco è da sempre il supereroe lasciato più in disparte dall’universo cinematografico Marvel. Un personaggio senza molta definizione, sfaccettature caratteriali o un potere di qualche tipo che lo faccia spiccare. Dopo aver dedicato (con ottimi risultati) intere serie tv a personaggi lasciati in secondo piano nei film, la curiosità su un’intero arco narrativo dedicato solo a Clint Barton sembrava promettente.
Come dice la stessa Kate Bishop (Hailee Steinfeld), nel momento forse più alto della puntata: uno dei problemi di Hawkeye è proprio il suo branding. Non solo a livello di gadget e di quanto poco compare su poster e t-shirt, ma a livello di scrittura ed approfondimento di un personaggio che spesso è risultato piatto.
Una rivisitazione che il personaggio interpretato da Jeremy Renner aveva terribilmente bisogno. E l’attore conferma con la sua performance che ne sarebbe stato all’altezza.
In queste prime due puntate, però, la magia di Natale ancora non è avvenuta. Anzi. Clint non è cinico, come afferma Kate. Clint è paternalista e petulante. Per continuare con un parallelismo ai film di Natale a cui la serie si ispira apertamente, Clint è quello zio fastidioso che toglie il sorriso ai nipoti più giovani appena varca la soglia di casa il giorno del cenone. Un immaginario che lo vede protagonista a causa dei continui riferimenti alla giovane età di Kate ed al suo trattarla come una bambina capricciosa che deve salvare anche se nessuno glielo ha chiesto.
Se questo comportamento si fermasse a Kate sarebbe solamente per sottolineare quanto sia innervosito dal dover lavorare invece di costruire casette di pan di zenzero con i propri figli. Ma Clint tratta con sufficienza anche i giocatori di un GDR dal vivo, guardandoli dall’alto in basso. Anche la regia non aiuta rendendo l’intera sequenza divertente ma imbarazzante e facendo passare dei ragazzi che si divertono come degli squallidi squilibrati.

PER FORTUNA C’È KATE


Per continuare con i cliché, i componenti della Tracksuit Mafia con un accento pronunciato continuano ad essere incredibilmente sciocchi. Talmente tanto da far chiedere come abbiano fatto ad entrare in un’organizzazione di criminalità organizzata. Kate, invece, è alle prese con un altro cliché basico: Lalo Salamanca il patrigno, Jack Duquesne, che vuole sposare la signora Bishop solo per mettere le mani sul suo patrimonio oltre ad essere il principale indiziato per l’omicidio di suo zio (nei fumetti in realtà corrispondente a suo padre).
Paragonata a Clint, Kate è il personaggio più interessante, sebbene anche lei manchi di quel mordente necessario per renderla l’apprendista superoina perfetta. Una scelta probabilmente voluta per renderla più umana ed imperfetta.
Anche lei, come Jeremy Renner, ben veste i panni della fan di Hawkeye. Energica, volenterosa e che non ha paura di buttarsi nella mischia. Anche se commette vari errori che vanno ad alimentare la trama con equivoci e scenette comiche piacevoli ma anche non strettamente necessarie.
A salvare la situazione, seppur in parte, è la chimica tra i due. La coppia formata dal maestro e dall’apprendista è ben assortita anche se, come già accennato, il carattere piatto di Occhio Di Falco rovina quella che potrebbe essere una dinamica meglio sfruttata.
Le chiare intenzioni sono quelle di uno scontro generazionale e, al tempo stesso, di un passaggio del testimone. È evidente fin da una delle scene iniziali, con Kate che decide di seguire le orme di Occhio Di Falco dopo averlo visto lottare. Una scena che, simbolicamente, segue l’evento cardine della morte del padre. Ma anche dai continui rimandi alla giovane età di Kate, che non viene presa in considerazione né da sua madre, né da Clint, sebbene i suoi numerosi trofei e medaglie testimoniano la buona volontà e la tenacia della ragazza. Lo scontro generazionale è sempre un elemento interessante, se però è ben scritto.

UNA PANORAMICA GENERALE


Anche se le altre serie trattavano temi più profondi ed erano partite con il botto, la critica maggiore che si può fare a Hawkeye non è quella di non rispettare le alte aspettative che si sono create. O quella di ricalcare troppo una commedia natalizia, che è il suo intento.
Quel che non funziona in questa puntata è l’uso improprio di tutte le peculiarità di questo particolare genere legato alle festività. Le commedie natalizie si fondano su stereotipi, su avvenimenti sempre simili, situazioni esagerate e personaggi macchietta facilmente riconoscibili. Ma i bei film ambientati durante le feste riescono a dosare il tutto, senza cadere in banalità. Cosa che Hawkeye fa.
“Hide And Seek” si porta a casa la sufficienza grazie alla bravura degli attori protagonisti e all’ambientazione suggestiva di una New York addobbata. Purtroppo manca una vera e propria storyline che sembra crearsi lentamente come una palla di neve che nei cartoni animati silenziosamente si trasforma in una valanga. Lentamente, purtroppo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’atmosfera natalizia in una New York addobbata
  • I due attori protagonisti
  • I fought Thanos
  • Una cattiva gestione delle peculiarità delle commedie natalizie
  • La riscrittura di Clint
  • Alcuni buchi di sceneggiatura

 

“Hide And Seek” si rivela essere sotto alle aspettative. Un gran peccato per una serie che punta a diventare un classico di Natale.

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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